Valerio Zurlini: Un’altra visione del cinema

Convegni/Seminari/Incontri

Conferenza di Giuliana Minghelli.
Introduzione alla Retrospettiva dedicata a Valerio Zurlini in occasione della XVII Settimana della lingua Italiana nel mondo, che ha come tema conduttore "L’italiano al cinema, l’italiano nel cinema".

Valerio Zurlini aveva diciannove anni nel 1945. Più giovane della generazione di De Sica, Visconti, Rossellini e perfino Fellini, Zurlini sembra accedere al panorama culturale nel contempo troppo tardi e troppo presto. Non ha iniziato la sua carriera durante il fascismo, come tutti gli altri autori del dopoguerra, e ha al contrario svolto un lungo apprendistato prima di rivendicare un posto tra la nuova generazione di registi. Zurlini è diventato un regista negli anni Cinquanta e di quel decennio sembra aver assimilato i silenzi, le repressioni e le tensioni irrisolte. Il suo cinema rivolge lo sguardo - attraverso i due adattamenti dei romanzi di Vasco Pratolini, Le ragazze di San Frediano e Cronaca familiare, l'opera autobiografica "Estate violenta" e "Le soldatesse" - agli anni del fascismo e della guerra. E crea un’atmosfera intima.
L'energia contenuta nella sua visione è simile al coraggio timido, ma ostinato e duraturo dei suoi personaggi maschili: il giovane innamorato di "La ragazza con la valigia" e il fragile fratello, sofferente ma fedele di "Cronaca familiare" (interpretato da Jacques Perrin) o il minuto e gentile Jean-Luc Trintignant in "Estate violenta".
Il cinema di Zurlini ha una forte capacità introspettiva in quanto evoca poeticamente un mondo di speranze, di disperazione e di gioie brevi, che non hanno trovato espressione in nessun'altra sede nel cinema italiano, tranne, forse influenzato dal suo lavoro, in un giovane Bertolucci in "Prima della Rivoluzione".
L'eredità di Zurlini come maestro non riconosciuto di un cinema di critica storica e scavo psicologico è dovuto alla sua riscoperta e alla rivalutazione.
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dal 18/10/2017 al 18/10/2017 ore 18.00
Organizzato dall’Istituto Italiano di Cultura di Montréal
In collaborazione con la Cinémathèque Québécoise e con il Dipartimento di Lingue, Letteratura e Cultura della McGill University
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica
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