L'anima buona del Sezuan

Teatro

di Bertolt Brecht
«Composta negli anni dell'esilio di Brecht da una Germania feroce, L’anima buona del Sezuan ci colpisce per l’equilibrio tra il suo sguardo freddo e analitico e la vena poetica. Bertolt Brecht trasforma in sorprendente drammaturgia frammenti di storia, questioni della politica, interrogativi dell’etica. Rompe le convenzioni, chiama in causa il pubblico, sta in bilico senza paura tra i generi, passando dal cabaret al dialogo filosofico, dalle invettive alle scene d’amore. Ci troviamo di fronte alla memoria di importanti allestimenti e alla storia delle alterne fortune di questo autore che risveglia sempre sentimenti contrastanti. In epoche difficili per le arti, abbiamo scelto di affrontare questa impresa con gli strumenti di un’antica tradizione italiana: le maschere e i gesti di una commedia dell’arte tradotta per questo tempo. Pratichiamo un continuo allenamento a mescolare i linguaggi, sempre confidando nella potenza catartica del teatro che trasforma le contraddizioni in abbraccio. La ricerca intorno al magico abisso che si crea tra persona e maschera, tra la vita e la scena, ci ha permesso di affrontare temi dolorosi come l’accoglienza o meno di chi non ha nulla, la fame, la costruzione di imperi basati sulla miseria di molti, la sopraffazione in nome della difesa dei figli, l’esistenza della divinità e ancora e ancora. Indaghiamo la scissione che avviene nella prostituta Shen-Tè prescelta dagli dei come esempio di anima buona, tra la sua natura amorevole e quella ragionevole, tra il generoso angelo delle periferie Shen-Tè e il suo alter ego creato per difendersi dall’assalto dei poveri, l’avido imprenditore Shui-Ta. Shen-Tè diventa la lente d’ingrandimento attraverso cui osserviamo il sentimento alterno di apertura e paura dei privilegiati del mondo nei confronti della nuova povertà. Il gioco di sdoppiamenti e metamorfosi innestato da Shen-Tè/Shui-Tà si propaga agli altri personaggi: dal devoto acquaiolo Wang all’aviatore senza aereo Yang Sun, che incarna le lusinghe della passione amorosa, ai ricchi del quartiere, prepotenti e senza scrupoli, fino al multiforme coro di un popolo che giustifica con la miseria egoismo e delinquenza. E anche se tutto il racconto porta senza scampo alla potenza amara dell’immagine delle braccia di Shen-Tè tese verso il cielo nell’atto di una preghiera vana, non possiamo non accogliere l’appello finale dell’autore: tentare sempre, di nuovo, ogni giorno, con tutti i mezzi, di migliorare il mondo, pur sapendo di fallire e di questi fallimenti, terribili e struggenti, continuare a raccontare la storia».
Elena Bucci e Marco Sgrosso
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dal 14/12/2018 al 15/12/2018 ore 20.40

L’ANIMA BUONA DEL SEZUAN

di Bertolt Brecht
traduzione di Roberto Menin

progetto ed elaborazione drammaturgica Elena Bucci, Marco Sgrosso
regia di Elena Bucci, con la collaborazione di Marco Sgrosso
con Elena Bucci, Marco Sgrosso, Maurizio Cardillo, Andrea De Luca, Nicoletta Fabbri, Federico Manfredi, Francesca Pica, Valerio Pietrovita, Marta Pizzigallo

disegno luci Loredana Oddone
cura e drammaturgia del suono Raffaele Bassetti
musiche originali eseguite dal vivo Christian Ravaglioli
macchinismo e direzione di scena Viviana Rella
supervisione ai costumi di Ursula Patzak
in collaborazione con Elena Bucci
scene e maschere Stefano Perocco di Meduna
assistenti alla regia Beatrice Moncada, Barbara Roganti
sarta Manuela Monti

una coproduzione CTB Centro Teatrale Bresciano / ERT Emilia Romagna Teatro Fondazione
collaborazione artistica Le belle bandiere
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