L'ufficiale Giovanni Drogo, appena nominato sottotenente dell'esercito imperiale di una nazione imprecisata viene comandato alla Fortezza Bastiano, un inaccessibile avamposto militare, dove una guarnigione di soldati ha il compito di sorvegliare la frontiera che separa l'impero da una misteriosa ma minacciosa popolazione: i Tartari.

Il deserto dei Tartari chiude la breve carriera cinematografica di Zurlini. Tratto dall’omonimo romanzo di Dino Buzzati, è stato realizzato nel 1976 con un cast di straordinari interpreti.
Zurlini traferisce in immagini asciutte e ossessive l’angosciosa attesa del tenente Drogo che, assegnato ad una sperduta fortezza di frontiera, aspetta per tutta la vita un nemico che arriverà troppo tardi.
Film profetico sulla “fine” di un mondo che si dilania tra le sue contraddizioni: il tenete Drogo è il testimone doloroso di un regno che, cosciente delle sue debolezze, non riesce a trovare il giusto equilibrio per difendere la propria realtà, mentre la fortezza è la metafora di questo mondo dentro il quale si consumano i drammi singoli e collettivi dei difensori, ultimi testimoni di una decadenza incontrovertibile.

Nel 1977 il film vinse il David di Donatello per la regia e per il miglior film.
David speciale a Giuliano Gemma per la sua interpretazione del Maggiore Matis.
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