Moby Dick

Teatro

Venti marinai, venti uomini, venti anime percuotono grandi botti di legno, che rimbombano avide, in attesa del grasso di balena. Il ritmo scandisce il lavoro dell’equipaggio in un febbrile cantiere navale. Asse dopo asse, sagole, cime, palanchi, i marinai iniziano a costruire la nave. Scheletrica, irreale. È il nostro Pequod. Per tutto lo spettacolo si avvicendano lotte, fortunali, scorribande; emergono caratteri, affiorano storie. Su tutti pesa l’ombra di Achab e il suo oscuro desiderio di vendetta. Con un minuzioso lavoro di macchineria teatrale si compirà l’inaspettato. La nave diviene balena. Da tutrice a mostro. Quello che prima accoglieva ora terrorizza: lo scheletro dello scafo si ribalta e assume le forme del temibile leviatano. Finalmente i due nemici si troveranno faccia a faccia per lo scontro finale: Achab e la balena bianca. L’uomo contro la natura, il prodigio, l’ignoto, il dio perduto, la paura che urla dall’abisso: Moby Dick.
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Ideazione e regia  Stefano Tè
adattamento drammaturgico  Giulio Sonno
consulenza alla regia  Mario Barzaghi
assistente alla regia  Danilo Faiulo
musiche composte da
  Luca Cacciatore, Igino L. Caselgrandi, Domenico Pizzulo
ed eseguite dal vivo da  Matteo Pontegavelli (tromba), Domenico Pizzulo (chitarra, synth), Igino Luigi Caselgrandi (batteria, percussioni)
costumi a cura di
  Teatro dei Venti
disegno luci  Alessandro Pasqualini
scenografia  Dino Serra
progettazione e costruzione  Dino Serra e Massimo Zanelli
tecnico luci  Stefano Cane
tecnico audio  Luigi Pascale
tecnico aggiunto  Diego Capitani.
in scena  Oxana Casolari, Marco Cupellari, Federico Faggioni, Davide Filippi, Giulia Sarah Gibbon, Adrian Iselin, Mara Lambriola, Hannes Langanky, Giovanni Maia, Iona Petmezakis, Irene Raccanelli, Cesare Trebeschi, Amalia Ruocco, Antonio Santangelo, Davide Tubertini, Elisa Vignolo
produzione  Teatro dei Venti in co-produzione con  Klaipeda Sea Festival (Lituania)
con il sostegno di  Regione Emilia Romagna, Comune di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena
con il contributo di  Comune di Dolo (VE) in collaborazione con Associazione Echidna
dal 12/09/2021 al 12/09/2021 ore 21.00
Note di drammaturgia
Moby Dick è un’illusione. Tutti credono di sapere cosa sia eppure nessuno lo sa. Se ne parla. È una balena? Un capodoglio? Un mostro bianco? Pochissimi in realtà hanno letto il romanzo fino in fondo: quasi tutti a un certo punto abbandonano. La natura del libro, infatti, è assai diversa da ciò che film, illustrazioni e antologie raccontano. Pagina dopo pagina la vicenda deraglia dai binari dell’azione, la furia del Capitano Achab esonda i sentimenti della vendetta, la sua caccia impossibile assume un respiro metafisico, e il lettore, confuso, si smarrisce: qualcosa non torna. Cosa? La meta di questa impresa.
Perché un gruppo di uomini decide di mettersi in viaggio? Se Melville trasse ispirazioni dalla sua esperienza diretta su una baleniera, dai racconti di mare e dalla letteratura occidentale, egli si nutrì altresì di quel nascente spirito americano che sognava la democrazia. Si può costruire un nuovo modello di società o la massa («the Mob») è condannata alla sopraffazione? Moby Dick diventa allora il «genio della folla», la sintesi impossibile, il leviatano spietato di Hobbes che divora il trascendentalismo di Emerson.
Ma per quanto ogni civiltà sia destinata a scomparire tra le ruote della storia, la tensione al viaggio sempre sopravvive, sempre un giorno un gruppo sparuto di uomini deciderà di spingersi su acque incerte per scoprire se un altro modo di vivere sia possibile. Così la caccia di Moby Dick diventa l'inseguimento di un’illusione.
L’adattamento del romanzo cerca di recuperare alcune delle voci che animarono la scrittura di Melville (si potranno riconoscere echi dalla Bibbia e dal Faust di Goethe, nelle traduzioni di Ceronetti e Fortini) per restituire un respiro iniziatico al viaggio delle genti a bordo del Pequod. Un carro-palco che sia arca, porto e indimenticato relitto al di là del tempo. Il celebre incipit in fondo è un invito al teatro: call me Ishmael, come a dire, facciamo che oggi sono Ishmael e vi racconto una storia, facciamo che un sogno di umanità torni a rivivere, facciamo che quest’illusione domani diventi realtà.
La tournée è realizzata con il contributo della Regione Emilia-Romagna in collaborazione con l'Istituto Italiano di Cultura di ZagabriaATER Fondazione
Teatro dei Venti e.p.s.
Indirizzo: Via San Giovanni Bosco, 150
41121 MODENA (MO)
Telefono: +39 059 7114312
Email: organizzazione@teatrodeiventi.it
Sito Web:http://www.teatrodeiventi.it