In ogni metamorfosi e grande cambiamento dell’essere umano, la morte è sempre al fianco della vita, manifestandosi come un rito di passaggio o di rivoluzione interiore.
Nel mondo animale e vegetale la compresenza di vita e morte diviene ancora più letterale; spesso la morte fa parte del processo fecondativo, e la vita pullula sulle carcasse decomposte. Soprattutto nel mondo degli insetti, dei semi e delle muffe la morte è una presenza espansa: la morte è un invito alla vita.
La rigenerazione ciclica delle stagioni e della fecondità della terra non sono un percorso lineare, ma lo sconquasso di tutti gli elementi. La primavera è il periodo di massimo turbamento e il terrore dell'esistenza si fonde alla gioia vertiginosa dell’esserci.
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Lo spettacolo è in scena il 29 e 30 agosto. Un’ora prima della rappresentazione del 30 agosto, la compagnia condurrà una
visita tattile/guidata dedicata agli elementi scenici di
Le Sacre du Printemps, pensata per persone con disabilità visive ma aperta a tutti. Le persone potranno toccare con mano l'allestimento, i costumi, le maschere, gli oggetti di scena e così via, e i danzatori presenteranno sé stessi e i loro personaggi.
Il Festival ospita anche lo spettacolo I’ll do, I’ll do, I’ll do (31 agosto, ore 14), cui farà seguito un incontro con giovani artisti locali: Artists in conversation – Art is Young.
La conversazione è parte di una serie di dieci eventi organizzati dall'Ambasciata d'Italia a Riga dal titolo Caffè Young Italy, progetto che, oltre a presentare talenti italiani emergenti in diversi campi artistici, intende promuovere il dialogo tra le giovani comunità creative italiane e lettoni.
