Testo:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE
Oggetto: Tempi che intercorrono tra sospetta positività, effettuazione del prelievo nasofaringeo e diagnosi di positività da SARS-CoV-2
Il sottoscritto Consigliere
visto che:
- nella costante e crescente lotta contro il virus SARS-CoV-2 che vede coinvolti Istituzioni, sanità e cittadini gioca un ruolo fondamentale la rapidità e l’efficacia nell’isolare i casi positivi;
- all’interno delle AUSL della Regione Emilia-Romagna sono attive diverse task forces di tracciamento contatti di persone risultate positive al virus SARS-CoV-2, sia asintomatiche sia con sintomi riferibili a COVID-19 che possono indirizzare i soggetti all’effettuazione del tempone nasofaringeo;
- i medici di medicina generale ed i pediatri di libera scelta sono il principale accesso, per i cittadini che manifestino sintomi riconducibili a COVID-19, ai test diagnostici che confermino o smentiscano l’avvenuta infezione;
constatato che:
- mediamente utenti segnalano 3-4 giorni tra l’insorgenza di sintomi riconducibili a COVID-19 e l’effettuazione del tamponenasofaringeo ad un suo contatto a rischio;
- mediamente utenti segnalano 3-4 giorni tra la diagnosi di positività di un soggetto e l’effettuazione del tampone nasofaringeo ad un suo contatto a rischio;
- mediamente sempre gli utenti segnalano che intercorrono ulteriori 3-4 giorni tra il tampone nasofaringeo e la diagnosi di positività o di negatività;
considerato che:
- il divario temporale tra prelievo nasofaringeo e referto di positività è da attribuirsi, oltre al tempo materiale di trasporto ed esecuzione, ad una inferiore capacità diagnostica rispetto alla capacità di effettuazione dei tamponi da parte del personale medico;
preso atto che:
- con il DPCM del 3/11/2020 il Presidente del Consiglio dei Ministri istituisce diverse misure di contenimento del contagio in base allo scenario di gravità ed al livello di rischio;
- le misure di cui al punto precedente sono ponderate rispetto ad indicatori di rischio e prendono in esame, tra gli altri, anche il numero di tamponi effettuati ed il numero di tamponi risultati positivi;
rilevato che:
- il ritardo nella refertazione dei prelievi nasofaringei potrebbe incidere significativamente sulla valutazione di rischio epidemiologico, facendo di fatto spostare di diversi giorni il momento di avvenuto contagio e con quello i fattori R0 e Rt, rischiando di non attuare misure atte a prevenire il contagio o al contrario adottando misure più stringenti quando non ce ne sarebbe la reale necessità;
chiede alla Giunta di sapere:
- quale sia il tempo medio intercorso, settimana per settimana da maggio ad oggi, tra un contatto definito a rischio contagio o l’insorgenza di sintomi riconducibili a COVID-19 e l’effettuazione del tampone nasofaringeo;
- quale sia il tempo medio intercorso, settimana per settimana da maggio ad oggi, tra l’effettuazione del tampone nasofaringeo e la sua refertazione.