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Legislatura XI- Atto di indirizzo politico ogg. n. 1952

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione in ordine al sistema regionale "dighe" e all’impiego delle fonti di energia rinnovabili quali l’energia idroelettrica (09 11 20). A firma dei Consiglieri: Mastacchi, Rainieri

Testo:

RISOLUZIONE “Sistema regionale dighe “

 

 

I sottoscritti consiglieri

 

Premesso che

-          è palpabile una diffusa sensibilità per le problematiche ambientali conseguente all’allarme sull’inquinamento e sul cambiamento climatico, per cui nel prossimo futuro sarà necessario una gestione più oculata della risorsa idrica che si potrebbe realizzare anche attraverso la costruzione di invasi/dighe in grado di incrementare nei periodi piovosi la raccolta di acqua in modo da aumentarne le riserve da poter utilizzare nei periodi di siccità;

-          gli effetti di tali stravolgimenti climatici si avvertono con molta evidenza sul territorio dell’Emilia-Romagna dove sono sempre più frequenti fenomeni estremi di segno opposto fino a pochi anni fa molto rari a tali latitudini, da quelli caratterizzati dalla particolare intensità delle precipitazioni, ai prolungati periodi di siccità;  

-          le conseguenze di tali fenomeni riguardano non solo l’assetto idrogeologico del territorio ma anche i loro effetti sul tessuto economico e sociale, soprattutto quello legato al settore primario dell’agricoltura, le cui produzioni sono le più esposte alle avversità climatiche;

-          è opinione incontrastata che per salvaguardare nel futuro prossimo le produzioni agricole, punto di forza dell’agroalimentare di questa Regione, occorrano iniziative che sviluppino un miglior utilizzo della risorsa idrica maggiormente finalizzato al suo risparmio ed alla sua conseguente maggiore disponibilità durante i periodi di scarse o assenti precipitazioni;

-          le recenti politiche incentivanti connesse alle fonti energetiche rinnovabili e le innovazioni presenti nel campo dei sistemi architettonici, hanno reso attualmente sempre più appetibile e conveniente l'energia idroelettrica grazie all'introduzione di centrali capaci di sfruttare la forza dell'acqua;

 

Rilevato che

-          In Emilia-Romagna, rispetto ad altre Regioni del centro nord Italia, sono poche le dighe di grandi dimensioni e vi è maggiore carenza di acqua per gli usi del settore agroalimentare: abbiamo solo 9 invasi, contro i 31 della Lombardia, i 32 del Trentino Alto Adige (solo due Province), i 24 del Piemonte, i 20 della Toscana e i 15 del Veneto;

-          nelle province di Parma e Reggio Emilia sono due le ipotesi progettuali di invasi montani di dimensioni medio grandi (Armorano e Vetto), già oggetto di studi e valutazioni di fattibilità, che porterebbero rilevanti benefici in termini di preservazione delle acque consentendo di limitare le frequenti emergenze idriche, per gli usi produttivi, riducendo il prelievo di acqua da falda;

-          la diga di Armorano, consentirebbe di mettere in sicurezza l’alta val Baganza e potrebbe ripagare gli investimenti fatti con benefici economici per 32 milioni di euro all’anno per i primi 25 anni:

-          la diga di Vetto, sul torrente Enza, sarebbe in grado di garantire forniture adeguate e costanti di acqua per usi plurimi per un’area ampia e caratterizzata da un sistema agroalimentare molto sviluppato, che ultimamente ha sofferto, a causa dei cambiamenti climatici in atto, di gravi carenze idriche;

-          risale invece al 1911 il progetto di realizzazione dell’invaso di Castrola, per il quale, il Ministero dell’Ambiente di concerto con il Ministero per i Beni Culturali e Ambientali, il 6 aprile 1996 diede “giudizio positivo circa la compatibilità ambientale del progetto”;  da allora le popolazioni dei comuni della valle del Reno sono in attesa che tale invaso sia realizzato, in modo da vedere soddisfatto il bisogno idrico di tutta la valle del Reno fino ad arrivare ai terreni coltivati della pianura;

-          l’approvvigionamento idrico della Valnure, sia per i cittadini che per le imprese, potrebbe finalmente raggiungere livelli adeguati, con un invaso apposito sul Rio Restana, tra Olmo e Farini, che garantirebbe, tra l’altro, ai produttori di pomodoro del Piacentino adeguate risorse idriche e di ottima qualità;

 

Atteso che  

-          ad oggi, diverse di queste infrastrutture sono rimaste incompiute, con blocchi di cemento armato coi fili di ferro in bella vista a causa del passare del tempo, a testimoniare l’avvio della loro costruzione fermato dalla burocrazia oltre che da ripensamenti politici;

-          esistono invasi particolarmente importanti per il territorio, quali la diga di lago Verde e la diga di lago Ballano, che da tempo versano in pessimo stato di conservazione e attualmente sono inutilizzati, nonostante abbiano grandi potenzialità anche relativamente ad un generale notevole miglioramento dello sfruttamento della risorsa idrica nei territori in cui insistono anche al fine della produzione di energia pulita;

-          le risultanze dello studio di fattibilità realizzato dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po con il contributo istituzionale della Regione Emilia-Romagna, che individua la soluzione meglio percorribile per affrontare l’aggravarsi della carenza idrica nella Val d’Enza, nella costruzione di un invaso di medie e grandi dimensioni sul torrente Enza, recuperando l’idea della realizzazione della diga di Vetto, sono state esposte ed approvate dal Consorzio della Bonifica Centrale il 22 settembre u.s. alla presenza dei rappresentanti delle amministrazioni comunali interessate a quella problematica nella provincia di Reggio Emilia; 

-          successivamente, a metà ottobre i sindaci dei comuni della sponda parmense dell’Enza (Monchio delle Corti, Palanzano, Neviano degli Arduini, Traversetolo, Montechiarugolo e Sorbolo Mezzani) hanno sollecitato un incontro, con gli Assessori regionali competenti in materia e i consiglieri regionali, al fine di conoscere lo stato dell’arte del progetto della realizzazione di un invaso sul corso di tale torrente ed impostare una progettualità futura nei loro territori;

-          la realizzazione delle dighe metterebbe al contempo in sicurezza la pianura, evitando prelievi di acqua dal Po e riducendo quelli da falda in pianura, con tutti benefici geologici e ambientali connessi;

 

Impegna il Presidente e la Giunta Regionale

 

-          a proseguire senza indugi verso una “ripartenza” indirizzata all’avvio della conversione ecologica della nostra Regione, per un rilancio economico e sociale, all’insegna della sostenibilità ambientale e all’impiego delle fonti di energia rinnovabili quali appunto anche l’energia idroelettrica

-          ad attivare un tavolo di confronto sul territorio con tutti i soggetti interessati, al fine di poter dare al più presto seguito alle risultanze dello studio di fattibilità per la realizzazione di un invaso sul torrente Enza che recupera l’idea della realizzazione della diga di Vetto, sciogliendo ogni riserva riguardo alla realizzazione dello stesso e di avviarne nel breve l’iter per la sua realizzazione.

-          ad attivarsi tempestivamente, con tutte le azioni necessarie, per sospendere i termini riguardanti la dismissione delle dighe di Lago Verde e di Lago Ballano, in quanto trattasi di dighe legate alla tradizione e alla storia delle nostre montagne che ancora rappresentano un‘occasione di sviluppo occupazionale in zone montane oltre che soluzioni per incrementare la produzione di energia pulita.

-          a promuovere la realizzazione di invasi medio grandi nelle zone montane del territorio regionale che ancora non ne sono dotate, affinché si possa preservare la risorsa idrica per far fronte adeguatamente ad eventuali, oltre che probabili, future emergenze idriche.

 

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