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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 3016

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Oggetto:
Testo presentato:
3016 - Interrogazione a risposta orale in commissione sulla possibilità di ampliare la platea dei beneficiari dei congedi parentali e del bonus baby sitter, riconoscendone la spettanza anche ai genitori dei bambini più piccoli, iscritti alle scuole dell’infanzia e alla primaria. A firma dei Consiglieri: Marchetti Francesca, Caliandro, Daffada', Tarasconi, Montalti, Rossi, Zappaterra, Sabattini, Pillati, Bulbi, Fabbri, Rontini

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE

 

La sottoscritta Consigliera

 

Premesso che

̶            La chiusura delle scuole dei tre ordini e gradi dovuta all'aumento dei contagi da Covid ha comportato, da lunedì 15 marzo, lo stop della didattica in presenza;

̶            la chiusura disposta anche per i servizi educativi e per la scuola dell’infanzia nelle zone rosse, oltre a quella di tutte le altre scuole di ogni ordine e grado, pone nuovamente il tema del sostegno alle famiglie e  all’occupazione (soprattutto) femminile;

̶            Sono evidenti le ripercussioni  che la chiusura dei servizi educativi e delle scuole stanno causando soprattutto nell’ambito della condizione delle donne e dell’occupazione femminile, stanti le difficoltà di gestione e organizzazione delle famiglie, che si trovano a dover conciliare impegni di lavoro ed esigenze di cura dei figli, specie se piccoli;

 

sottolineato che

̶            i genitori che lavorano in smart working, cioè da casa, non possono usufruire dei congedi parentali e questo fa sì che i genitori – specie quelli di bimbi piccoli e piccolissimi – si trovino in forte difficoltà a svolgere la propria attività lavorativa e, contemporaneamente, accudire i più piccoli e in alcuni casi a supportare fratelli e sorelle nella gestione della didattica a distanza e dei compiti;

 

Considerato che

̶            attualmente lo smart working pare essere erroneamente considerato dal Governo non quale modalità di lavoro, ma quale misura di conciliazione: l’art. 2, comma 1, del recente Decreto Legge 13 marzo 2021, n. 30  sancisce il “diritto allo smart working”, fino al prossimo 30 giugno, per il genitore, lavoratore dipendente, di figlio convivente minore di 16 anni, attraverso il riconoscimento della possibilità, alternativamente all’altro genitore, di lavorare in modalità agile per un periodo corrispondente in tutto o in parte alla durata della sospensione dell’attività didattica in presenza del figlio o, in alternativa, all’eventuale infezione o quarantena del figlio.

̶            Il legislatore riconosce poi la possibilità di fruire dei congedi (indennizzati e no), ma solo nelle ipotesi in cui la prestazione lavorativa non possa essere svolta in “modalità agile" (non più anche "in alternativa" al lavoro agile, come invece in precedenza previsto dal c.d. decreto Agosto)

̶            La norma che fissa l’incompatibilità tra il lavoro agile e i congedi (parzialmente indennizzati per i figli under 14 e non indennizzati per i figli da 14 anni a 16 anni) costituisce di fatto un disincentivo allo smart working: per la fruizione di questi congedi viene prevista, infatti, una forte penalizzazione qualora uno dei due genitori possa fruire dello smart working: per i giorni in cui un genitore svolge la prestazione di lavoro in modalità agile, per quelli in cui può fruire del congedo indennizzato o non indennizzato oppure per i periodi in cui non svolge alcuna attività lavorativa o è sospeso dal lavoro, l’altro genitore non può fruire del congedo (e nemmeno del bonus baby-sitting, salvo eccezioni limitate). 

 

Evidenziato che

̶            L’attuale disciplina legislativa contiene dunque una serie di vincoli davvero poco comprensibili, che denotano un pregiudizio del legislatore, il quale sembra voler dire che se uno dei due genitori svolge la prestazione da casa, per definizione può occuparsi contestualmente anche dei figli;

̶            Vi è invece la necessità che la legislazione di sostegno configuri strumenti che consentano alle famiglie – e soprattutto alle donne- di conciliare lo smart working con la cura dei bambini più piccoli o con l’affiancamento dei bimbi dei primi anni della scuola primaria nella didattica a distanza (che certamente non sono sufficientemente autonomi da poter essere lasciati in DAD da soli per ore);

 

Dato atto che

̶            In Regione Emilia-Romagna, l’introduzione dello Smart Working , in via sperimentale nel 2018 e in forma stabile dal mese di giugno 2019, ha costituito uno dei driver principali per promuovere il cambiamento nell’organizzazione del lavoro e la trasformazione digitale dell’ente.

̶            La Regione, che nel corso dell’esercizio 2020 ha accompagnato la crescita del ricorso al lavoro agile imposta dall’emergenza Covid-19, ha varato recentemente- con deliberazione del 1 febbraio 2021-  il POLA, Piano organizzativo del lavoro agile e l’adeguamento del disciplinare per l’utilizzo dell’istituto dello smart working nell’amministrazione regionale, volti ad affrontare nel triennio 2021/23 le sfide dell’amministrazione pubblica, e quali punti di raccordo di tutte le iniziative di trasformazione digitale, sviluppo delle risorse umane e adeguamento dei processi e dell’organizzazione, con l’obiettivo di migliorare le modalità di lavoro e le performance dell’Ente;

̶            il piano della Regione si fonda sulla presa d’atto che le tecnologie ICT ormai disponibili permettono di lavorare in modo più flessibile, utilizzando meccanismi di coordinamento diversi dal tradizionale controllo a vista basato sulla presenza fisica e delinea una modalità lavorativa che consente di alternare in modo flessibile la prestazione lavorativa in sede e al di fuori di essa, per un ottimale bilanciamento delle esigenze di vita e di lavoro, consentendo di riprogettare e ottimizzare gli spazi di lavoro e, conseguentemente, contribuendo allo sviluppo sostenibile del territorio regionale, grazie alla riduzione della mobilita e dei consumi dei suoi dipendenti;

̶            Superata la fase pandemica il Piano prevede che oltre il 60% dei lavoratori e delle lavoratrici dell’ente possa svolgere l’attività in smart working;

 

Sottolineato che

̶            Il riconoscimento della possibilità di svolgere la prestazione lavorativa da remoto, ponendo l’enfasi sugli obiettivi e i risultati della medesima più che sulle modalità, il luogo e l’orario del suo svolgimento (c.d. smart working o lavoro agile) rientra tra le misure volte a limitare la circolazione delle persone alle necessità essenziali e quindi a contenere la circolazione del virus;

̶            occorre oggi, e soprattutto nelle fasi di emergenza quale è l’attuale, un approccio più moderno che riconosca concretamente che il lavoro agile è una forma di lavoro a tutti gli effetti, che come tale non può e non deve essere prevista quale alternativa ai permessi, anche per non tradurre l’utilizzo di tale istituto nell’ennesima penalizzazione per le donne e nell’ennesimo colpo all’occupazione femminile, già pesantemente provate dalla crisi sanitaria e sociale

 

Tutto ciò premesso e considerato,

 

INTERROGA LA GIUNTA PER SAPERE

 

se si sia attivata presso il Governo per chiedere espressamente che, nei prossimi provvedimenti per la gestione della pandemia e del suo protrarsi, venga ampliata la platea dei beneficiari dei congedi parentali e del bonus baby sitter,  riconoscendone la spettanza anche ai genitori dei bambini più piccoli - iscritti alle scuole dell’infanzia e alla primaria- che utilizzano lo smart working, per consentire ai medesimi di svolgere adeguatamente la prestazione lavorativa cui sono tenuti, senza sacrificare il lavoro di cura, e viceversa.

 

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