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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 3361

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Oggetto:
Testo presentato:
3361 - Interpellanza in merito al proliferare, su tutto il territorio regionale, di strutture destinate alla logistica, con particolare riguardo all’Hub di Altedo – San Pietro in Casale. A firma della Consigliera: Gibertoni

Testo:

Interpellanza

 

 

Visti

 

̶            l’atto di sindacato ispettivo oggetto 2959 recante “Interrogazione a risposta scritta circa il nuovo polo logistico “Hub Metropolitano” di Altedo – San Pietro in Casale (BO). A firma della Consigliera: Gibertoni” del 19 marzo 2021 e la relativa risposta dell’assessore regionale a “Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, Protezione Civile” del 29 aprile 2021;

̶            l’atto di sindacato ispettivo oggetto 2388 recante “Interrogazione a risposta scritta circa le cc.dd. piattaforme logistiche e la normativa regionale in materia di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA). A firma della Consigliera: Gibertoni” del 14 gennaio 2021 e la relativa risposta dell’assessore regionale a “Ambiente, Difesa del Suolo e della Costa, Protezione Civile” del 17 marzo 2021;

̶            il Comunicato dell’Unione Reno-Galliera (Bologna) pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia-Romagna - Parte seconda - n. 442 del 23 dicembre 2020 recante “Accordo di Programma in variante alla Pianificazione territoriale urbanistica ex art. 60 della L.R. n. 24/2017 in attuazione dell’accordo territoriale “Polo funzionale di Altedo – San Pietro in Casale area Ex zuccherificio” - Soc. Agroalima Spa” e la delibera del Consiglio comunale di Malalbergo, del 5 novembre 2020, recante “Modifica all’articolo 4 dell’Accordo territoriale per gli ambiti produttivi sovracomunali dell’Unione Terre di Pianura sottoscritto il 14/05/2007 per: la declinazione delle politiche del PUMS e PTM sulla logistica di grandi dimensioni maggiori di 10.000 mq di sf nell’ “Hub Metropolitano” di Altedo (San Pietro in Casale, Bentivoglio e Malalbergo); L’inserimento dell’art. 4 bis per la condivisione di una proposta di insediamento di un Polo logistico di grandi dimensioni nel Comune di Malalbergo fra la Città Metropolitana di Bologna, il Comune di Malalbergo, il Comune di Baricella, il Comune di Budrio, il Comune di Granarolo dell’Emilia, il Comune di Minerbio, il Comune di Molinella e l’Unione Reno Galliera ai sensi dell’ art. 58 l.r. 24/2017, dell'art. 9.1 del PTCP, cap. 4.2 del PUMS, e del PTM assunto in data 15 luglio 2020 - Approvazione.”;

̶            la delibera di Giunta regionale, 16 settembre 2019, n. 1498, recante “Parere motivato, ai sensi dell'art. 15 del D.Lgs. n. 152/2006, in merito alla valutazione ambientale del “Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) della Città Metropolitana di Bologna - adottato con atto del Sindaco metropolitano n. 248, del 27 novembre 2018”;

 

premesso che

 

̶            benché la Regione Emilia-Romagna, per bocca dell’Assessore regionale a “Montagna, aree interne, programmazione territoriale, pari opportunità”, alla fine di febbraio 2021, abbia esplicitamente ammesso che l’Accordo territoriale e, quindi, anche il relativo progetto di un nuovo Hub della logistica ad Altedo-San Pietro in Casale “non riveste un interesse strategico regionale” (escludendo esplicitamente che il relativo consumo di suolo possa rientrare nella deroga di cui alla lettera c) comma 5 dell’art. 6 della L.R. 24/2017) e malgrado le proteste delle associazioni ambientaliste e delle comunità locali per l’ennesima cementificazione che porterà alla definitiva distruzione di quelle che erano le ultime risaie esistenti della provincia di Bologna e all’ennesimo aumento di traffico su gomma e quindi di inquinamento dell’aria, il progetto non sembra essere stato accantonato;

̶            la Regione Emilia-Romagna, riferisce di non poter interferire sulle competenze urbanistiche degli enti locali Comuni e Città Metropolitana di Bologna e si nasconde dietro “la tutela molto più stringente sul consumo del suolo con la L.R. 24/2017”, i cui effetti però non si vedono mentre si vede concretamente avanzare il cemento legato alla proliferazione di medie e grandi strutture al servizio della logistica, di cui l’Hub di Altedo è solo l’esempio massimamente eclatante, data anche l’assurdità di costruire un ennesimo hub non collegato in alcun modo alla rete ferroviaria quando a pochi chilometri esiste un interporto per lo scambio gomma-ferro con ancora possibilità di sviluppo e di cui, tra l’altro proprio in questi giorni viene chiesto un ennesimo ampliamento per 800 mila metri quadrati;

 

considerato che

 

̶            il consumo di suolo nel territorio della ex Provincia di Bologna, oggi città Metropolitana di Bologna, dimostra che si sono consumati, dal 1990 al 2020, 250 ettari all’anno per un totale di 7.500 ettari, cioè in 30 anni si è perso, per consumo di suolo, il 2% dell’intero territorio della Città metropolitana di Bologna;

̶            non appare credibile l’obiettivo di consumare, nell’intero territorio della Città metropolitana di Bologna, 25 ettari di suolo all’anno quando già un solo intervento, quello appunto dell’Hub di Altedo – San Pietro in Casale consuma, da solo, 3 volte tanto;

̶            nell’Audizione in Parlamento, il 27 ottobre 2020, nell’ambito dell’esame di una proposta di legge quadro in materia di interporti così si esprimeva il rappresentante di Assoporti “si avverte la necessità di evitare la proliferazione di piattaforme logistiche in aree limitrofe agli interporti (sia quelli già operativi sia quelli che nel tempo saranno costruiti), per non generare quella demoltiplicazione logistica che costituisce una delle ragioni per le quali in Italia la modalità del trasporto tutto gomma è ancora largamente prevalente rispetto alla intermodalità”;

̶            anche la Regione Emilia-Romagna, almeno a parole, è contro la proliferazione delle piattaforme logistiche, infatti, “nel Piano Integrato dei Trasporti (PRIT 2025), in corso di approvazione, sono presenti le indicazioni relative alla localizzazione delle Piattaforme Logistiche volte principalmente a contrastarne la proliferazione e a ridurne gli impatti”;

̶            l’allora Provincia di Bologna con delibera n. 65, approvata il 19 settembre 2006 dal Consiglio Provinciale, recante “Organizzazione e sviluppo del sistema della logistica di medie e grandi dimensioni del territorio provinciale bolognese” intendeva: “- limitare la proliferazione diffusa delle funzioni logistiche negli ambiti specializzati per attività produttive e razionalizzarne la localizzazione territoriale; - favorire, ove possibile, il potenziamento della modalità ferroviaria e dell’intermodalità anche in connessione con il cabotaggio marittimo;” obiettivo che 15 anni dopo veniva concretizzato in maniera del tutto difforme e senza alcuna reale strategia, infatti, il PUMS della Città Metropolitana di Bologna, di fatto, prevede lo sviluppo di quattro grandi HUB logistici, uno per ciascuna delle quattro uscite autostradali presenti nel territorio di pianura bolognese, fuori dall’ambito strettamente urbano, con un consumo di suolo per circa 300-400 ettari e, di fatto, abbandonando ogni relazione con l’intermodalità presente e, quindi, con la possibilità di sviluppo di modalità sostenibili di trasporto;

̶            non convince nemmeno la tesi della Regione Emilia-Romagna che i quattro poli logistici individuati dal Piano Urbano della Logistica Sostenibile (PULS) nell’ambito del Piano Urbano Mobilità Sostenibile (PUMS) della Città Metropolitana di Bologna raggiunga un impatto sulla qualità dell’aria dei nuovi interventi “ridotto al minimo” e che avrebbe consentito l’approvazione, con la delibera di Giunta regionale, 16 settembre 2019, n. 1498, recante “Parere motivato, ai sensi dell'art. 15 del D.Lgs. n. 152/2006, in merito alla valutazione ambientale del “Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) della Città Metropolitana di Bologna - adottato con atto del Sindaco metropolitano n. 248, del 27 novembre 2018” della valutazione ambientale strategica - VAS positiva;

 

evidenziato che

 

̶            la scelta di non seguire l’esempio della Regione Lombardia di introdurre, nella valutazione di impatto ambientale, ulteriori categorie di esame legate alla logistica è, di fatto, una forma di dumping al ribasso che non si giustifica nemmeno nell’ipotesi di riuscire a diminuire significativamente il consumo di suolo, cosa che, tra l’altro, non appare probabile considerato che solo lo sviluppo delle piattaforme logistiche nel territorio della Città Metropolitana di Bologna, secondo le previsioni del PUMS, corrisponderebbe al consumo di suolo totale di 15-16 anni nello stesso territorio.

 

Interpella la Giunta regionale per sapere:

 

̶            se intenda continuare ad assistere come semplice spettatrice al proliferare, su tutto il territorio regionale, di strutture destinate alla logistica e di cui l’Hub di Altedo – San Pietro in Casale è solo il più eclatante esempio in negativo, oppure, se intenda avere un ruolo nell’evitare la continua e massiccia proliferazione di piattaforme logistiche, soprattutto in aree limitrofe agli interporti già esistenti e con quali atti e modalità.

 

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