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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 3557

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Oggetto:
Testo presentato:
3557 - Interrogazione a risposta orale in commissione circa lo svuotamento della diga di Boschi, il rispetto dei parametri ambientali previsti dal Piano di Operativo di Svaso e i possibili danni su ambiente ed economia locale. A firma della Consigliera: Zamboni

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE

 

Premesso che

 

        a partire dal 25 maggio scorso, e per la durata di una settimana circa, Enel Green Power, nel territorio del Comune di Ferriere sull’Appennino piacentino, ha proceduto allo svuotamento del bacino della diga di Boschi, sul fiume Aveto, affluente del Trebbia, impianto che deve essere sottoposto ad importanti interventi di manutenzione, tra cui la sostituzione di una paratia sul fondo;

        gli interventi che hanno reso necessario lo svuotamento dell’invaso sono stati richiesti dall’Ufficio tecnico dighe nel 2017, e successivamente approvati dalla Regione Emilia-Romagna nel 2019, dopo essere stati trattati in tre Conferenze dei servizi, e proseguiranno fino a settembre 2021;

        nel corso delle operazioni di svuotamento Enel ha assicurato che: “è stato sempre attivo il monitoraggio del corso d’acqua da parte della stessa azienda elettrica che ha provveduto ad inviare giornalmente i relativi dati alle autorità preposte al controllo. Non sono state rilevate anomalie o situazioni critiche, pertanto le attività condotte hanno portato a buon fine gli obiettivi primari della salvaguardia dell’ambiente e della tutela della fauna ittica.”;

        al contrario, le cronache di stampa e i servizi diffusi dai telegiornali locali hanno riportato che, in conseguenza dello svuotamento, le acque dell’Aveto, e ancora più a valle quelle del Trebbia hanno iniziato a intorbidirsi, riempiendosi di schiume e fanghiglia.

 

Osservato che

 

        l’operato di Enel è stato contestato da più parti, compresa la presentazione di due diversi esposti da parte di privati cittadini che chiedono sia che sia fatta chiarezza sui possibili danni ambientali, lamentando la scomparsa di alcuni laghetti sommersi da fango e ghiaia, sia di attivarsi per salvare ciò che rimane della fauna ittica dell’Aveto;

        i sindaci Roberto Pasquali di Bobbio, e Mauro Guarnieri di Cortebrugnatella, rispettivamente anche Presidente e Vicepresidente dell’Unione montana, hanno annunciato che stanno valutando se presentare, nelle sedi opportune, denuncia formale per danno turistico e ambientale nel caso in cui persistesse la colorazione marrone delle acque del Trebbia;

        anche Legambiente ricorda l'allarme lanciato - prima dell’inizio dello svuotamento della diga - da parte dei sindaci della valle e delle associazioni territoriali, dei pescatori e degli ambientalisti sui possibili danni derivanti dalle operazioni, e annuncia “un esposto all'autorità giudiziaria, al Ministero della Transizione Ecologica e alla Comunità europea perché si accertino i danni, si individuino le responsabilità e soprattutto si impedisca che Aveto e il Trebbia per tutta l'estate corrano il rischio di trasformarsi in grigi fiumi di fango e limo”;

        il Presidente della sezione piacentina della Federazione Italiana Pesca Sportiva e Attività Subacquee, Angelo Bugada, ha anticipato che terminata questa fase di intervento sarà nominato un ittiologo per capire quali siano stati gli effetti dell’onda di fanghiglia marrone sulla fauna ittica e soprattutto sulle uova depositate.

 

Ricordato che

 

        già nelle settimane che hanno preceduto l’inizio delle operazioni di svaso, sindaci e rappresentanti di associazioni avevano manifestato forti preoccupazioni sul cantiere, temendo un danno ambientale dallo svuotamento, per cui ne avevano chiesto il rinvio all’autunno (per bypassare la stagione turistica) o quantomeno di limitare i danni stabilendo e facendo rispettare determinati limiti di torbidità e interrompendo le operazioni di notte vista l’impossibilità o la difficoltà di svolgere controlli diretti sul fiume;

        in sede di Conferenza dei servizi, che ha autorizzato le operazioni di svuotamento della diga e definito i contorni del Piano Operativo di Svaso, i rappresentanti della Regione sono intervenuti sottolineando l'importanza di contemperare, per quanto possibile, sia alle esigenze di sicurezza dell'infrastruttura sia a quelle di tutela del territorio e dell'economia locale;

        nella stessa sede, Arpae si è impegnata a produrre e seguire un piano di monitoraggio ambientale che prevede un controllo delle attività condotte dal gestore della diga prima, durante e dopo le attività di svaso. In questi giorni, Arpae ha dichiarato di aver condotto monitoraggi sia prima degli inizi dei lavori, il 5 maggio, per fotografare lo stato ambientale precedente l’avvio di ogni attività connessa allo svaso, sia a partire dal 25 maggio, giorno di inizio dell’attività di svaso, effettuando controlli su cinque stazioni dal torrente Aveto al Trebbia fino alla confluenza con il fiume Po.

 

Considerato che

 

        la valle del Trebbia è una apprezzata meta turistica caratterizzata dalla bellezza della natura e dalla limpidezza delle acque. L’intorbidimento delle acque può causare un grave danno all’economia della valle che negli anni si è conquistata una meritata fama per gli itinerari naturalistici, le bellezze artistiche e le spiagge che offre ai turisti;

        il turismo costituisce una delle preziose risorse di una valle montana che soffre, come gran parte dell’Appennino, di cronici problemi di spopolamento, e in cui le amministrazioni locali, in collaborazione con associazioni e realtà economiche, sono state in grado costruire un positivo esempio di valorizzazione delle bellezze naturalistiche e dei borghi storici;

        nell’aprile del 2014 è partito il percorso per la definizione e la sottoscrizione di un Contratto di Fiume del Trebbia, percorso che - nonostante i numerosi incontri e le risorse pubbliche e private coinvolte - a sette anni dall’avvio non è arrivato a conclusione.

 

TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO

INTERROGA LA GIUNTA REGIONALE PER SAPERE

 

        se i dati del monitoraggio effettuato da Arpae confermino o meno quanto affermato da Enel, ovvero che sono stati rispettati tutti i parametri ambientali previsti dal Piano Operativo di Svaso;

        se la Giunta intenda raccogliere e contribuire a dare risposta alle preoccupazioni espresse dai rappresentanti delle amministrazioni locali della val Trebbia e dai rappresentanti dei pescatori e delle associazioni ambientaliste sui danni ambientali, economici e di immagine prodotti dalle operazioni di svaso, e sulle ricadute negative sull’andamento della stagione turistica.

 

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