Espandi Indice

Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 4239

Share
Oggetto:
Testo presentato:
4239 - Interpellanza in merito alle azioni da intraprendere affinché il sistema di certificazione e di etichettatura dei prodotti di origine animale si basi sull'effettivo rispetto del benessere degli animali nella filiera produttiva. A firma della Consigliera: Gibertoni

Testo:

Interpellanza

 

 

Visti

 

        il decreto-legge 19 maggio 2020 e la relativa legge di conversione 17 luglio 2020, n. 77, recante “Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19”, in particolare, l’art. 224 bis recante “Sistema di qualità nazionale per il benessere animale” con cui è stato demandato al Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, di concerto con il Ministero della Salute, l’istituzione e la regolamentazione di un organismo tecnico scientifico con il compito di definire il regime e le modalità di gestione del Sistema di qualità nazionale per il benessere animale (SQNBA) costituito dall’insieme dei requisiti di salute e di benessere animale superiori a quelli delle pertinenti norme europee e nazionali, in conformità a regole tecniche relative all'intero sistema di gestione del processo di allevamento degli animali destinati alla produzione alimentare;

        la proposta di decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e del Ministero della Salute con il quale vengono attuate le regole e i requisiti per il funzionamento del “Sistema di qualità nazionale benessere animale in allevamento” (SQNBA), istituito con l’art. 224-bis contenuto nella Legge 17 luglio 2020, n. 77 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. decreto "Rilancio");

        l’atto di sindacato ispettivo oggetto n.1332, del 12 agosto 2020, recante “Interrogazione a risposta scritta in merito al documento inviato da diverse associazioni (CIWF, Greenpeace e Legambiente) che si battono per il benessere animale e per migliorare le condizioni della vita degli animali negli allevamenti al Ministero delle Politiche Agricole, per proporre un’etichettatura più chiara sulle carni che provengono da allevamenti. A firma della Consigliera: Gibertoni” e la relativa risposta dell’Assessore regionale a “Agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca”, del 28 ottobre 2020;

 

premesso che

 

        i criteri che sarebbero stati stabiliti a livello nazionale per il rilascio della certificazione SQNBA, che dovrebbe attestare il rispetto da parte delle aziende del benessere animale nella filiera produttiva, garantendo sostanzialmente un trattamento dei capi secondo standard superiori a quelli minimi di legge sarebbero talmente a maglie larghe da consentire che vi rientrino anche prodotti provenienti, per esempio, da scrofe tenute costantemente in gabbia o da suini a cui è stato praticato il taglio della coda;

        il nuovo sistema di etichettatura dovrebbe essere su base volontaria e sarà certamente utilizzato come elemento di marketing e di comunicazione, di fatto, ingannevole e non trasparente, perché non darà indicazioni chiare sui metodi di allevamento e comporterà addirittura una palese contraddizione perché un inesistente benessere animale, porterà con sé anche un aumento dei prezzi in virtù dello status di prodotto superiore che dovrebbe accreditare e finirà per garantire anche priorità di accesso ai fondi Pac e Pnrr, favorendo, ancora una volta, gli allevamenti di tipo intensivo anziché stimolare la transizione verso sistemi di allevamento più sostenibili;

        secondo i criteri previsti, per ottenere la certificazione di “benessere animale” basterebbe allevare un suino di 170 kg in poco più di un metro quadrato di spazio (il minimo stabilito dalle norme attuali), o che tra le misure ammissibili rientrerebbero anche interventi come la costruzione di biodigestori per i liquami zootecnici, cioè una misura, quest’ultima, che non solo non ha nulla a che vedere intrinsecamente con il benessere animale, ma che spesso richiede contesti di allevamento con densità molto elevate, in cui il benessere animale e la sostenibilità ambientale difficilmente possono essere pienamente garantiti;

        questa operazione di applicazione di una nuova etichettatura relativa ad un presunto “benessere animale” rischia di trasformarsi in una ennesima operazione di animal/greenwashing con un bollino per allevamenti intensivi che ormai da decenni inquinano aria ed acqua e rendono insopportabili le condizioni di vita degli animali;

 

considerato che

 

        i criteri scelti dal Ministero delle Politiche agricole e dal Ministero della Salute sarebbero assolutamente insufficienti a garantire un reale miglioramento del benessere animale e le nuove etichette rischiano così di essere fuorvianti, illudendo le persone di acquistare prodotti più rispettosi del benessere animale, nonché, ulteriormente penalizzanti per gli allevatori realmente virtuosi, già impegnati in una vera transizione dei sistemi di allevamento, i cui prodotti verrebbero equiparati a quelli provenienti dagli allevamenti intensivi;

        appare ovvio che per perseguire un reale “benessere animale” dovrebbero essere adottati criteri ben più ambiziosi, per arrivare a definire una certificazione con diversi livelli progressivi nel tempo di benessere animale, sia al chiuso che all’all’aperto, per incoraggiare gli allevatori a migliorare gradualmente i metodi di allevamento, puntando ad una progressiva riduzione delle densità e al superamento dei metodi di allevamento intensivi, a partire dall’uso di gabbie;

        una strada del genere sarebbe, tra l’altro, ben più coerente con l’indirizzo intrapreso dalle istituzioni europee dopo la risoluzione, adottata a larghissima maggioranza dal Parlamento europeo e accolta dalla Commissione Ue lo scorso 30 giugno, in cui si stabilisce il divieto dell’uso delle gabbie negli allevamenti entro l’anno 2027;

 

evidenziato che

 

        sul testo del decreto interministeriale del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del Ministro della salute, con il quale vengono attuate le regole e i requisiti per il funzionamento del “Sistema di qualità nazionale benessere animale in allevamento” (SQNBA), istituito con l’art. 224-bis contenuto nella legge 17 luglio 2020, n. 77 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. decreto “Rilancio”), deve essere raggiunto l’accordo in sede di Conferenza Stato – Regioni.

 

Interpella la Giunta regionale per sapere:

 

        se non ritenga necessaria, per una vera qualificazione anche del nostro sistema agroalimentare regionale, impegnarsi per criteri che rispondano ad un reale “benessere animale” che non si trasformi in una operazione di facciata, che tra l’altro rischia di danneggiare gli allevatori realmente virtuosi, già impegnati in una vera transizione dei sistemi di allevamento, i cui prodotti verrebbero equiparati a quelli provenienti dagli allevamenti intensivi e se non ritenga opportuno, già a cominciare dalla Conferenza Stato – Regioni, sede in cui deve essere raggiunto l’accordo sul testo del decreto interministeriale del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali e del Ministro della salute, con il quale vengono attuate le regole e i requisiti per il funzionamento del “Sistema di qualità nazionale benessere animale in allevamento” (SQNBA), istituito con l’art. 224-bis contenuto nella legge 17 luglio 2020, n. 77 di conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 19 maggio 2020, n. 34 (c.d. decreto “Rilancio”), agire decisamente in tal senso.

 

Espandi Indice