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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 4615

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Oggetto:
Testo presentato:
4615 - Interpellanza sugli interventi effettuati nel 2019 e nel 2021 per garantire la messa in sicurezza di via Ardigò a Bologna e del relativo contesto abitativo. A firma della Consigliera: Castaldini

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA

 

Oggetto: Sicurezza geologica di Via Ardigò a Bologna e del relativo contesto abitativo

 

Il sottoscritto Consigliere

 

premesso che:

        Via Ardigò a Bologna sorge sulla sponda in sinistra idraulica del Torrente Savena, a monte della briglia di San Ruffillo;

        il torrente Savena è l’affluente principale del torrente Idice, nasce in Toscana dal fianco settentrionale del Sasso di Castro, è immissario ed emissario del lago di frana di Castel dell’Alpi, solca ad ovest la base della dorsale di Monghidoro e Loiano e scende a Pianoro, segnando il confine, all’altezza della Via Emilia, tra i comuni di Bologna e San Lazzaro di Savena;

        il torrente Savena, nel tratto che costeggia Via Ardigò nel comune di Bologna è classificato nelle opere idrauliche di II categoria, in quanto è il risultato della deviazione del torrente realizzata agli inizi del secolo scorso;

 

visto che:

        in seguito agli eventi meteorologici avversi del 17 novembre 2019 si è aggravata l’erosione spondale in sinistra idraulica, circa 50 m a monte della briglia di San Ruffillo in cui è presente un percorso pedonale ed è stato effettuato un intervento (progetto codice 14896) per ripristinare la morfologia della scarpata, impedire erosioni al piede della frana che potrebbero causare movimenti del versante e per ripristinare il percorso pedonale realizzando una difesa spondale in massi di lunghezza di circa 60 metri, con lavori di scavo in destra idraulica per prelevare il terreno necessario alla ricostruzione della scarpata in sinistra;

        a maggio 2021, essendosi verificata nello stesso punto interessato dall’intervento del 2019 un’incisione dell’alveo con innesco di erosioni spondali e movimenti franosi che causano scivolamento del materiale e restringimento della sezione del corso d’acqua, è stata progettata e nei mesi successivi realizzata (progetto codice 16351), al fine di consolidare il piede del versante in frana ed evitare l’innesco di nuovi movimenti franosi che causerebbero l’occlusione dell’alveo del corso d’acqua, una difesa spondale in massi ciclopici di lunghezza di 37 metri e altezza di 2 metri posando i massi “a muro” ed è stato ricostruito il profilo della scarpata, al di sopra della difesa in massi, utilizzando il terreno ed il materiale ghiaioso depositato in alveo a seguito degli eventi di piena;

 

sottolineato che:

        sul versante interessato da questa interrogazione passa anche il sentiero 913 del CAI, interessato dalla frana del 2019 e ricostruito dell’intervento effettuato nel 2021 più a monte rispetto alla sede originaria;

 

rilevato che:

        i residenti di Via Ardigò hanno segnalato che negli ultimi anni si sono verificati movimenti del terreno, comparse di crepe sia sulla sede stradale che sui muri delle abitazioni che in alcuni casi hanno reso necessario il ricorso ad interventi di consolidamento attraverso l’installazione di micropali mentre su altre abitazioni sono in corso studi e perizie sugli interventi da mettere in atto per salvaguardare la stabilità;

        da ispezioni e confronti con fotografie precedenti appare evidente che sulla parte di terreno che separa Via Ardigò dall’argine del torrente Savena vi sia stato un abbassamento anche di oltre 1 metro;

        il manto stradale di Via Ardigò presenta alcune fessurazioni parallele l’alveo del fiume che sembrano seguire l’andamento franoso;

 

specificato che:

        tra i due interventi, quello del 2019 e quello del 2021, sono intercorsi solamente 18 mesi;

 

chiede alla Giunta di sapere

 

        perché l’intervento del 2019 non sia stato risolutivo e si sia dovuti intervenire nella medesima area a causa del reinnesco della frana nel 2021;

        se l’intervento del 2021 sia finalmente risolutivo e se l’area sia stata posta in sicurezza;

        se vi siano rischi di cedimenti strutturali delle abitazioni di Via Ardigò, della sede stradale di Via Ardigò o del sentiero 913 del CAI.

 

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