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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 4799

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Oggetto:
Testo presentato:
4799 - Interrogazione a risposta orale in commissione sulla sostenibilità ambientale del progetto di nuovo insediamento di grande logistica a Crespellano, Comune di Valsamoggia, sui terreni dell'ex stabilimento "Sos Beghelli" e sulle procedure scelte per modificare la pianificazione territoriale vigente. A firma della Consigliera: Zamboni

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE

 

Premesso che

 

        l’8 febbraio scorso il Consiglio comunale di Valsamoggia ha approvato l’atto di assenso preliminare alla proposta di accordo di programma in variante alla pianificazione urbanistica, ai sensi dell’art. 60 della legge regionale 24 del 2017, per la realizzazione di un nuovo parco logistico in località Crespellano. La proposta di variante urbanistica prefigura la trasformazione dell’ex stabilimento “Sos Beghelli” di Crespellano, dismesso da circa 15 anni, in un grande polo logistico al servizio della mobilità delle merci;

        il progetto, visibile sul sito del Comune di Valsamoggia, descrive una piattaforma logistica di 91.500 metri quadri di superficie coperta da destinare integralmente all’attività logistica, all’interno di un’area di circa 190.000 metri quadri adiacente all’autostrada e in prossimità del nuovo casello autostradale Valsamoggia;

        il progetto prevede la riqualificazione di due diverse lotti di proprietà delle società Beghelli S.P.A. e Sifim Srl classificate ad uso produttivo. Tuttavia, buona parte dell’area interessata dal progetto, ovvero 86.700 metri quadri, è costituita da un terreno attualmente ad uso agricolo.

 

Rilevato che

 

        il Piano Urbano della Mobilita Sostenibile della Città Metropolitana di Bologna (PUMS) approvato il 27 novembre 2019 si pone tra gli obiettivi strategici:

        contribuire alla tutela del clima riducendo le emissioni di gas serra;

        ridurre l’apporto alla congestione stradale del trasporto delle merci;

        ridurre lo sprawl logistico (l’espansione della logistica a bassa densità e ad alto consumo di territorio, ovvero l’insediamento parcellizzato e diffuso sul territorio di nuove imprese logistico-produttive), al fine di realizzare un sistema sostenibile di trasporto delle merci, sviluppando al contempo gli attuali ambiti logistici esistenti in chiave di loro specializzazione coerente con la vocazione del territorio;

        più in dettaglio, il PUMS identifica dei contesti geografici (ambiti) dove incentivare la localizzazione di nuovi insediamenti logistici e produttivi. Gli ambiti individuati per la logistica di medio-grandi dimensioni corrispondono alle aree produttive di: Martignone, San Carlo, Imola e Altedo, che sorgono in prossimità dei caselli della rete autostradale e del sistema ferroviario;

        a sua volta, il Piano Territoriale Metropolitano (PTM), approvato il 21 maggio 2021 dal Consiglio Metropolitano di Bologna, indica tra gli obiettivi strategici quello di razionalizzare e concentrare gli insediamenti logistico-produttivi principali negli HUB METROPOLITANI, identificati in quello di Martignone, Altedo, San Carlo e Imola.

 

Rilevato inoltre che

 

        come previsto a livello di Unione Europea, la legge regionale 24 del 2017 “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio” pone in capo alla Regione, in quanto ente competente per il governo del territorio, l’obiettivo di raggiungere il consumo di suolo a saldo zero entro il 2050;

        in base agli articoli 59 e 60 della legge 24/2017, la facoltà di promuovere accordi di programma che possano comportare variante agli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica è limitata alla definizione e all'attuazione di opere, interventi e programmi di rilevante interesse pubblico;

        l’articolo 60 specifica inoltre che l'accordo di programma in variante alla pianificazione è stipulato, tra gli altri, dal rappresentante della Regione, per esprimere la valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale nel caso di modifiche a piani territoriali;

        infine, in base all’articolo 77, la Giunta regionale provvede, assieme agli enti locali, al monitoraggio dell'applicazione della medesima legge e alla verifica degli effetti della stessa sulla qualità paesaggistica, ambientale e insediativa del territorio e sul consumo di suolo.

 

Considerato che

 

        l’area interessata dal progetto presentato al Comune di Valsamoggia non rientra tra gli ambiti vocati alla logistica di dimensioni medio o grandi indicati dal PUMS e dal PTM metropolitani;

        la creazione del polo logistico andrebbe a gravare sulla viabilità e sulla già scarsa qualità dell’aria, ed avrebbe un grave impatto in termini di consumo di suolo. Come ricordato in premessa, l’insediamento è previsto su un’area attualmente per quasi metà ad uso agricolo.

 

Ricordato che

 

        come più volte denunciato dalle associazioni ambientaliste e come riportato in atti ispettivi rivolti alla Giunta da Europa Verde, da diversi anni su tutto il territorio regionale si assiste ad una incessante espansione delle attività logistiche che ha portato alla nascita di numerosi nuovi poli logistici, e all’incombere di imponenti previsioni di nuovi centri logistici con relativo consumo di suolo;

        in base ai dati in possesso degli Uffici metropolitani, nel solo territorio della Città Metropolitana di Bologna risultano avviate pratiche relative a 316 ettari di superficie territoriale e a 1.316.000 metri quadri di superficie utile;

        al di là delle necessità indotte dall’esplosione del commercio elettronico, gran parte della domanda di nuova logistica appare ispirata da intenti speculativi e finanziari, avulsi da esigenze produttive, legittimando seri dubbi sulle reali ricadute occupazionali del settore;

        il settore della logistica è quello in cui il rapporto tra lavoratori e metri quadri è il più basso in assoluto. Se nell’industria oggi c’è un lavoratore ogni 100mq di fabbrica, nella logistica si conta in media un lavoratore ogni 5-600mq. Dal punto di vista della creazione di lavoro la logistica fa un pessimo uso del territorio;

        inoltre, la logistica appare un pessimo datore di lavoro anche sotto il profilo della qualità e della sicurezza dei lavoratori. Come emerso da inchieste giornalistiche e recenti fatti di cronaca, la segmentazione del lavoro e i sub appalti che caratterizzano questo settore rendono il lavoro per lo più poco qualificato e precario. Dinamiche che la proliferazione dei centri logistici sembra contribuire a rinforzare.

 

TUTTO CIÒ PREMESSO E CONSIDERATO

INTERROGA LA GIUNTA REGIONALE PER SAPERE

 

        se non ritenga che la creazione del polo della grande logistica nell’area dell’ex stabilimento “Sos Beghelli” di Crespellano non possa configurarsi come un intervento “di rilevante interesse pubblico” tale da giustificare l’adozione della procedura ex-articolo 60 della legge regionale 24 del 2017 e godere pertanto di un iter semplificato nella modifica delle pianificazioni approvate a livello comunale e metropolitano;

        se non ritenga che il succitato progetto del polo logistico debba essere sottoposto a procedura di Valutazione di Impatto Ambientale;

        se non ritenga inoltre opportuno valutare gli impatti ambientali cumulativi di diverse piattaforme logistiche previste nel territorio della città metropolitana di Bologna;

        se non ritenga che la nascita di grandi centri logistici al di fuori degli ambiti previsti dal PUMS e dal PTM metropolitani contrasti con gli obiettivi di riduzione del consumo di suolo previsti nella legge urbanistica regionale 24/2017 e con gli obiettivi di riduzione dello sprawl logistico previsti dal succitato PUMS metropolitano.

 

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