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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 4853

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Oggetto:
Testo presentato:
4853 - Interrogazione a risposta orale in commissione in merito allo stato di attuazione degli interventi prodromici alla realizzazione della cd "Diga di Vetto" (RE). A firma dei Consiglieri: Occhi, Rainieri, Delmonte, Catellani

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE

 

I sottoscritti Consiglieri del Gruppo Lega Salvini Emilia-Romagna

 

 

Premesso che,

 

È vivo da tantissimo tempo e si è intensificato negli ultimi anni il dibattito sull’opportunità di costruire la c.d. “Diga di Vetto” sul torrente Enza, finalizzato a valutare la realizzazione di un invaso in grado di sfruttare le risorse idriche per usi plurimi, in particolare: la ritenzione delle acque per irrigazione dei terreni, l’uso idrico per le industrie, l’uso idropotabile e infine idroelettrico per la produzione e distribuzione di energia rinnovabile;

 

Nel 2018 si sono conclusi i lavori del “Tavolo Tecnico Enza”, promosso per indagare cause e soluzioni del deficit idrico del bacino omonimo;

 

Al fine di dare un seguito alle conclusioni del Tavolo Tecnico Regionale Enza, la Regione Emilia-Romagna ha avviato una collaborazione con l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po per realizzare uno “Studio sulla risorsa idrica in Val d’Enza” finalizzato all’individuazione di strategie atte a contemperare la disponibilità naturale di risorsa idrica, la domanda di risorsa idrica e il raggiungimento degli obiettivi ambientali;

 

Lo studio dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po si è concluso nel 2020 e ha attestato allo stato attuale un deficit idrico piuttosto grave (- 27 milioni di mc) nell’anno medio che si aggrava ulteriormente nell’anno secco (- 34 milioni di mc). Lo “Scenario 0”, che vede il mantenimento dello stato attuale, comporterebbe di conseguenza un deficit idrico molto grave per la Val d’Enza Sono pertanto state valutate diverse soluzioni articolate in 4 scenari che sono state poi sottoposte a specifiche analisi costi-benefici.

 

Lo studio indica pertanto quali soluzione per l’annullamento del deficit idrico del bacino dell’Enza le seguenti azioni sinergiche:

  1. Riduzione delle perdite per impermeabilizzazione della rete consortile
  2. Anticipo e posticipo nell’utilizzo dei pozzi delle industrie conserviere
  3. Recupero dei reflui dell’impianto di trattamento civile di Monticelli
  4. Realizzazione di laghetti consortili
  5. Realizzazione di due traverse con cui servire le opere di presa del Consorzio Vernazza e Portoferrato
  6. Manutenzione straordinaria della traversa di Cerezzola
  7. Realizzazione e recupero di alcuni pozzi in zona Tortiano
  8. Realizzazione di alcune traverse nella zona Currada/Compiano
  9. Utilizzo a scopi irrigui dei serbatoi Enel del Lago Verde, Lago Ballano e Lago Paduli;
  10. Realizzazione di un invaso nella zona collinare-montana avente un volume ad oggi stimato in 27,5 Mmc.

L’obiettivo del recupero del deficit idrico del bacino sarebbe pertanto possibile per mezzo dei vari interventi di manutenzione e potenziamento delle infrastrutture idriche esistenti e con la necessaria realizzazione di un invaso di circa 27,5 milioni di metri cubi.

 

Nella risposta scritta all’interrogazione 1596 del 29/09/2020 L’Assessore Priolo sottolineava che: la pianificazione regionale in materia di risorse idriche non ha mai posto veti alla realizzazione di invasi di medie grandi dimensioni.

 

Il PTA vigente, nell’individuare tra le misure idonee al superamento dei deficit evidenziati per il settore irriguo la realizzazione di invasi a basso impatto ambientale, indica di usufruire preferibilmente di volumi di cava preesistenti o in corso di formazione, di aree golenali o di accumuli già esistenti. Il nuovo PTA dovrà pertanto rivalutare la situazione dei bilanci idrici, individuando nuovi orientamenti strategici, tra cui anche “misure importanti ed infrastrutturali”.

 

Nella risposta orale all’interrogazione 3227 del 16/06/2021 L’Assessore Priolo indicava relativamente alle azioni “prodromiche” che:

        Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale aveva avviato il miglioramento della rete di distribuzione con il tombamento di alcuni significativi tratti di canali.

        Il Consorzio della Bonifica Parmense ha avviato progettazioni che riguardano la riqualificazione ambientale e l’impermeabilizzazione del canale dello Spelta, alimentato dall’acqua del torrente Enza tramite la traversa di Cerezzola e l’eventuale realizzazione di laghetti consortili i Consorzi. Per il reperimento delle risorse necessarie a tali opere si attende il prossimo bando del PSR per il settore irriguo;

        il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale stava valutando la fattibilità dell’utilizzo di futuri laghi di cave non accora avviate e di cave in corso; l’orizzonte temporale è pertanto a lunga scadenza; inoltre aveva ultimato lo studio di fattibilità per la costruzione di due traverse di derivazione irrigua con cui servire i consorzi Vernazza e Pozzoferrato;

        nel Piano Nazionale Infrastrutture Irrigue (PNII) 2020-2029 è stato candidato il progetto “Rifunzionalizzazione della Traversa posta sul Torrente Enza in località Cerezzola – Comune di Canossa e Neviano degli Arduini” per un importo di € 12.376.800 per il quale si è in attesa dell’esito dell’istruttoria a cura del Ministero dell’Infrastrutture e dei Trasporti.

        Il Consorzio della Bonifica Parmense sta approfondendo la fattibilità di alcuni pozzi fra Montechiarugolo e la via Emilia, al fine di sopperire alla endemica carenza idrica del territorio Enza-Spelta negli areali più distanti dalla derivazione di Cerezzola. Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale sta subentrando a vario titolo nella gestione di circa una decina di impianti (pozzi irrigui) che erano sottoutilizzati.

 

Evidenziato che, la realizzazione di invaso (scenario 4) è giustificata nello Studio dal fatto che le azioni previste fino allo scenario 3 non soddisfano il fabbisogno idrico tenendo conto dello scenario di cambiamento climatico che prevede una riduzione delle precipitazioni. Dall’analisi costi benefici risulta che lo scenario 4 (con invaso di circa 20-25 milioni di mc) è potenzialmente migliore nel medio – lungo periodo se destinato ad usi plurimi.

 

Considerato che, l’ Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po (prot. Adb n. 6126 del 31 luglio 2020) ha dato come indicazione generale che, per i grandi progetti (tra cui rientra a pieno titolo la realizzazione di grandi invasi), debba essere prioritariamente richiesto il finanziamento della fattibilità tecnico – economica dell’intervento, che in particolare dovrà contenere le analisi costi benefici e gli approfondimenti indicati nelle Linee guida – parte seconda del MIT inerenti il PNII (legge 27 dicembre 2017, n. 205 programmazione 2020 - 2029). Facendo seguito a tale indicazione, il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale ha candidato il finanziamento della progettazione di fattibilità tecnico - economica il già citato intervento “Realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano ed altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d’Enza nelle provincie di Reggio Emilia e Parma”. A seguito dell’avvio da parte del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti della programmazione per il periodo 2020 – 2029 delle risorse previste dalla Legge di Bilancio 145 del 2018 per il Piano nazionale degli interventi nel settore idrico - sezione “Invasi”, l’amministrazione regionale ha trasmesso all’Autorità distrettuale del Fiume Po l’elenco degli interventi candidati dai soggetti attuatori che operano nel settore in ambito regionale. Tra questi è presente la proposta del Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale recante come titolo “Realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano ed altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d’Enza nelle provincie di Reggio Emilia e Parma Progettazione di fattibilità tecnico economica di cui all’art. 23 del D.lgs 50/2016 e s.m.i.”. Dopo la fase di istruttoria da parte dell’Autorità di Distretto e del Ministero l’importo della progettazione di fattibilità tecnico-economica è stato determinato in € 3.500.000. Questa prima ipotesi progettuale (fattibilità tecnico economica) verrà successivamente sottoposta ai procedimenti di VIA e alla verifica di compatibilità con le prescrizioni della Direttiva 2000/60/CE e con i contenuti del Piano di Gestione del distretto idrografico vigente, oltre che alla partecipazione pubblica prevista dalla Direttiva citata, in particolare per interventi di questa complessità.

 

Posto che, attraverso il progetto preliminare sarà possibile aggiornare l’entità del costo dell’infrastruttura e soprattutto effettuare valutazioni di fattibilità geologica e geotecnica;

 

Rilevato che, ad oggi pare che il Ministero delle Infrastrutture non abbia ancora stanziato i fondi per la progettazione.

Osservato che,

        in conseguenza del cambiamento della modalità delle precipitazioni degli ultimi anni, con eventi intensi e concentrati, seguiti da lunghi periodi siccitosi, la ritenzione di acque mediante invasi pare essere la più idonea a garantire il DMV nei torrenti appenninici.

        negli ultimi mesi il tema della differenziazione dell’approvvigionamento delle fonti energetiche è divenuto stringente, tanto che il premier Mario Draghi in un discorso alle Camere ha parlato chiaramente della necessità di un’accelerazione sulla progettazione e utilizzo delle fonti rinnovabili anche a seguito dei conflitti attualmente in corso nell’Est dell’Europa e a seguito di un aumento continuo dei prezzi di gas, elettricità e materie prime;

 

Interrogano la giunta regionale per sapere

 

Qual è lo stato di attuazione dei c.d. interventi prodromici alla realizzazione dell’invaso;

 

Se a seguito del mutato e peggiorato contesto energetico e geopolitico internazionale si ritiene ancora più strategica l’opera per l’Emilia- Romagna, e per le province di Parma e di Reggio Emilia; e se si ritiene quindi dover accelerare i tempi per la progettazione dell’invaso;

 

Qual è lo stato dei finanziamenti ministeriali per il progetto preliminare;

 

Se in caso di rallentamento dei tempi per l’erogazione dei fondi ministeriali di progettazione si ritenga di trovare forme di anticipazione per mezzo di fondi regionali o di altri enti, relativamente almeno al finanziamento delle prove geologiche e geotecniche come base per l’inizio delle attività progettuali.

 

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