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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 5014

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Oggetto:
Testo presentato:
5014 - Interrogazione a risposta orale in commissione in merito alle azioni in corso per migliorare e adeguare l'approvvigionamento idrico a livello regionale, con particolare riguardo allo stato di avanzamento dell'invaso in Val d'Enza e alla fattibilità di altri invasi per il territorio di Parma. A firma dei Consiglieri: Daffada', Gerace, Sabattini

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE

 

Premesso che

        le conseguenze del cambiamento climatico sono sempre più evidenti e determinano l’alternarsi di periodi caratterizzati da un’eccessiva piovosità a periodi siccitosi, come quello attuale, dove l’assenza di acqua si fa severa anche in una terra storicamente fertile come l’Emilia-Romagna,

        il deficit idrico e le temperature superiori alla media degli ultimi anni stanno mettendo a rischio la tenuta del nostro sistema agricolo, tanto che non è più pensabile parlare di “fatto eccezionale” ma piuttosto di “nuova normalità”;

        oltre agli scopi irrigui, energetici e di tutela del territorio gli invasi idrici svolgono un importante ruolo:

        per la disponibilità di acqua, nella zona di operazione o a distanza, per il buon successo degli interventi di spegnimento degli incendi;

        per contrastare l’aridità dei suoli, che favorisce il continuo incremento del numero degli incendi;

        in questi giorni nell’Appennino Parmense vi sono stati numerosi incendi che hanno occupato una massiccia presenza dei Vigili del Fuoco e delle forze del volontariato, a cui va tutta la nostra riconoscenza;

        in Regione si registra un ammanco di circa 3 miliardi di metri cubi di acqua rispetto allo scorso anno, una quantità pari al 56,8% in meno dell’ammontare medio delle riserve idriche;

        sono oltre 100 i giorni senza pioggia dall’inizio dell’anno, fatto che ha generato un’anomalia negativa di -154mm, pari a circa il 33% in meno rispetto alle attese climatiche 1991-2020.

 

Considerato che

        l’aumento dei fenomeni siccitosi e il conseguente deficit idrico ha impatti negativi sulla forte vocazione agricola del nostro territorio ed in particolare, sulle colture più idroesigenti, come le frutticole nell’area romagnola, il pomodoro nel parmense e nel piacentino, i prati stabili per la filiera del Parmigiano Reggiano tra Parma, Modena e Reggio Emilia e il mais, diffuso in tutta la pianura Padana;

        le precipitazioni, oltre che ridotte, spesso sono anche concentrate, fatto che ci impone ancora di più di aumentare rapidamente la capacità di invaso e stoccaggio, in modo da immagazzinare ampie quantità di acqua da riutilizzare in caso di bisogno.

 

Rilevato che

        come riportato dal “Monitoraggio regionale della siccità”, disponibile sul sito ARPAE, con dati aggiornati al 24 marzo 2022, le portate dei fiumi nella parte occidentale della Regione sono già al di sotto dei minimi storici, mentre nella parte orientale sono prossimi a tali valori, - tendenza idrometrica negativa che investe anche il fiume Po in tutte le sezioni da Piacenza a Pontelagoscuro (Fe);

        la scarsa risorsa idrica presente negli invasi, (Brugneto 82%, diga di Ridracoli 73%, Molato 20% e Mignano 40%), ha fatto diminuire anche la produzione idroelettrica;

        da un comunicato dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po si legge “L’incontro strategico all’Autorità del Fiume Po tra Regioni e portatori di interesse sancisce l’imperativo di tenere altissima la guardia, perché le precipitazioni previste potrebbero non essere in grado di compensare anche solo una parte del deficit idrico, in un periodo epocale di siccità, che ha impoverito falde sotterranee e riserve. E proprio in questi giorni si sommerà il grosso delle richieste per le semine”;

        per tali motivi la Regione opera con interventi chiave per fronteggiare la cronica mancanza d’acqua con attività volte all'ammodernamento e la razionalizzazione dei sistemi irrigui e la creazione di nuovi invasi;

        il Piano di tutela delle acque della Regione Emilia-Romagna è lo strumento regionale volto a raggiungere gli obiettivi di qualità ambientale nelle acque interne e costiere della Regione ed a garantire un approvvigionamento idrico sostenibile nel lungo periodo, formulato sulla base delle norme nazionali che costituiscono il recepimento della Direttiva Quadro in materia di acque Dir 2000/60/CE;

        per ciascun distretto idrografico è prevista la predisposizione di un Piano di Gestione (PdG), cioè di uno strumento conoscitivo, strategico e operativo attraverso cui pianificare, attuare, e monitorare le misure per la protezione, risanamento e miglioramento dei corpi idrici superficiali e sotterranei, favorendo il raggiungimento degli obiettivi ambientali previsti dalla Direttiva.

 

Evidenziato che

        nell’ottobre 2017 è stato costituito il Tavolo Tecnico Regionale Enza (TTE), coordinato dalla Regione, al fine di condividere le esigenze del territorio ed individuare le possibili soluzioni per contrastare le situazioni di carenza idrica per usi irrigui nel bacino del fiume Enza, i cui lavori si sono conclusi a giugno 2018;

        a seguito delle conclusioni del Tavolo Tecnico Regionale Enza, la Regione Emilia-Romagna, ha affidato all’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po, che fa riferimento al ministero dell’Ambiente, la realizzazione di uno Studio sulla risorsa idrica in Val d’Enza, finalizzato all’individuazione di strategie atte a contemperare disponibilità naturale di risorsa idrica, domanda di risorsa idrica e il raggiungimento degli obiettivi ambientali;

        lo studio, concluso formalmente a marzo 2020, partendo dall’analisi dei dati a disposizione del TTE ha eseguito approfondimenti principalmente per l’uso irriguo, esaminando, ai fini dell’analisi dei bisogni irrigui i comprensori gestiti dai Consorzi di Bonifica presenti in destra e sinistra Enza;

        alla luce della crisi idrica in corso è tornata d’attualità la proposta di realizzare una diga in Val Baganza all’altezza di Armorano, un progetto avanzato già in passato, fin dagli anni ’40, che prevede la realizzazione di un bacino “ad uso plurimo”, per il quale è stato anche realizzato uno specifico studio di fattibilità. I benefici che potrebbero scaturare dalla realizzazione di questa opera sono rappresentati dalla messa in sicurezza delle aree territoriali di Calestano, Felino, Sala Baganza e Parma da improvvise esondazioni dovute a precipitazioni concentrate, e dalla creazione di una importante riserva idrica utile per scongiurare i danni da siccità, oltre che garantire approvvigionamenti idrici per uso sanitario e per aiutare la prospettiva di trovare energia da fonti rinnovabili.

 

Valutato positivamente che

        sono stati finanziati 400 milioni di risorse Pnrr per il piano idrico del territorio della Regione Emilia-Romagna, un intervento corposo che rappresenta il più elevato finanziamento per questo settore tra Regioni italiane;

        in attesa delle risorse Pnrr per infrastrutture irrigue la Regione ha emanato il bando del Programma di sviluppo rurale (misura 4.1.03), aperto fino al 20 giugno 2022, rivolto ai consorzi irrigui costituiti da imprese agricole, gli investimenti (7 milioni di euro) riguardano la realizzazione o l’ampliamento di invasi ad uso irriguo, anche utilizzando ex cave, opere accessorie come recinzioni, scalette di risalita o cartelli, sistemi per la gestione della rete idrica per la distribuzione dell’acqua da invasi;

        il presidente della Regione recentemente si è espresso in merito alla crisi idrica e della necessità di un invaso in Val d’Enza, dichiarando che “Abbiamo un piano di invasi, un centinaio da realizzare, e per quanto riguarda la provincia di Reggio, quello a Vetto, si sta valutando, ma ormai è certo che si farà, vista la sua necessità, stiamo valutando la capienza, per trovare un equilibrio tra la necessità e il tema ambientale e del territorio”;

        sempre in merito allo stato di progettazione dell'invaso in Val d'Enza l’Assessore regionale all’agricoltura recentemente ha dichiarato pubblicamente che “l'invaso fa parte di una strategia indicata dall'Autorità distrettuale del Po e articolata in vari interventi che vanno portati avanti tutti insieme: l'efficienza delle reti, il riutilizzo dei "laghi Enel", la realizzazione di altre opere minori”.

 

Interroga la Giunta regionale per sapere

 

        le attività in corso di miglioramento e adeguamento dell’approvvigionamento idrico a livello regionale, in particolare qual è lo stato di avanzamento dell'invaso in Val d'Enza, se è stato disposto il finanziamento progettuale da parte del Ministero competente e la fattibilità di altri invasi per il territorio di Parma, quali ad esempio l’invaso in località Armorano.

 

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