Testo:
Interrogazione a risposta orale in Commissione
premesso che
con la deliberazione n. 650 del 28 aprile 2022 la Giunta regionale dell’Emilia-Romagna ha provveduto ad assegnare “ad INPS, quale ente erogatore del reddito di libertà individuato dall'art. 3 n.6) del D.P.C.M. 17 dicembre 2020”, proprie “risorse destinate alla misura nazionale reddito di libertà”;
la decisione assunta dalla Regione si inserisce nel solco delle politiche regionali tradizionalmente dirette a sostenere le donne che hanno subito violenza, accompagnandole in un percorso di autonomia per sé, e per i propri figli, e, nello specifico interviene per rendere effettivamente concreto ed esigibile il “reddito di libertà”, vale a dire l’assegno di 400 euro mensili erogato in un’unica soluzione per un massimo di 12 mensilità, fino a 4.800 euro, destinato a donne con figli minori o senza figli, seguite da un Centro antiviolenza ufficialmente riconosciuto e in condizioni di bisogno economico;
la misura prevista dall’art. 105 -bis “Fondo per il reddito di libertà per le donne vittime di violenza” del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, recante è stata finanziata dallo Stato con uno stanziamento complessivo di 3 milioni di euro, dei quali 205mila destinati all’Emilia-Romagna per fare fronte alle domande presentate al Comune di residenza a donne interessate, a fronte di un’attestazione del Centro antiviolenza relativa al percorso di emancipazione ed autonomia intrapreso, e da una certificazione dei Servizi territoriali che attesti le condizioni di difficoltà socio-economica;
le risorse statali, gestite dall’INPS, responsabile per la gestione della procedura di assegnazione della misura alle destinatarie, si sono rivelate ampiamente insufficienti rispetto all’entità del fenomeno, poiché, l’Istituto nazionale della Previdenza Sociale è stato in grado di finanziare solo 42 delle 290 domande trasmesse;
conseguentemente la Regione, con la richiamata DGR n. 650 del 2022, “a fronte della richiesta ingente da parte di donne aventi diritto alla misura e tenuto conto che l’INPS utilizzerà presumibilmente entro il 2022 tali risorse per la gestione delle domande presentate in ambito regionale e non accolte per insufficienza della quota di stanziamento statale”, ha assegnato all’INPS, ente erogatore del Reddito di libertà, il finanziamento di euro 1.300.000,00 per l’annualità 2022, prevedendo che alla liquidazione del finanziamento si provveda con atti dirigenziali all’esecutività della delibera richiamata;
con questa deliberazione la Giunta ha inoltre stabilito di richiedere semestralmente all’INPS, in aggiunta ai dati statistici sulle prestazioni erogate e sui beneficiari del “Reddito di libertà per le donne vittime di violenza”, una relazione relativa all’effettivo utilizzo delle risorse regionali,
dato atto che
le ingenti risorse messe a disposizione dalla Regione dovrebbero consentire di fare fronte positivamente a tutte le domande trasmesse all’INPS dando una risposta reale e concreta alle donne che hanno subito violenza, accompagnandole in un percorso di autonomia per sé, e per i propri figli
considerato, inoltre, che
dovrebbero essere state assegnate dallo Stato all’INPS risorse pari a 667mila euro per sostenere la misura del reddito di libertà;
interroga la Giunta regionale per sapere
per quale ragione non sia ancora stata assicurata piena copertura da parte di Inps alle domande presentate ai Comuni e trasmesse all’Istituto relative al reddito di libertà;
in quali tempi si preveda che l’INPS possa assicurare la piena copertura delle richieste presentate in Emilia-Romagna per l’accesso al reddito di libertà.