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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 5587

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Oggetto:
Testo presentato:
5587 - Interpellanza per chiedere la modifica dei meccanismi premiali del bando "Montagna 2022" e l'aumento dei fondi disponibili per le finalità ivi previste. A firma del Consigliere: Facci

Testo:

INTERPELLANZA

 

Il sottoscritto Consigliere

 

Premesso che

        Lo spopolamento dell’Appennino è un fenomeno che si è consolidato nel tempo. Dal centronord al sud Italia, le aree interne devono fare i conti con la desertificazione e con l’invecchiamento costante della popolazione.

        Queste aree,  che già per loro natura si devono confrontare con sperequazioni che si traducono, da un punto di vista micro e macro economico, in maggiori costi, negli ultimi anni hanno dovuto aggiungere due ulteriori elementi di criticità, che mettono a repentaglio il futuro di queste zone: le avversità meteorologiche con i conseguenti fenomeni di dissesto idrogeologico/boschivo, e la pandemia che ha messo a nudo alcuni limiti sistemici, su tutti il sistema sanitario e dei servizi alla persona, oltre che un preoccupante livello di digitalizzazione dal punto di vista infrastrutturale.

        Secondo i dati Uncem, “Flusso demografico Comuni Montani dal 2000 al 2019[1], in 10 anni l’appennino emiliano-romagnolo ha perso quasi 12.500 abitanti, insieme ad un altrettanto preoccupante aumento dell’indice di vecchiaia, e questo in particolare nei centri più periferici dell’alto Appennino.

        Anche il “Programma di Sviluppo Rurale dell’Emilia-Romagna 2014-2020”, nell’analisi di contesto, aveva evidenziato che nei territori montani è in atto uno spopolamento ed invecchiamento della popolazione, nonché una riduzione delle attività economiche (incluse quelle agricole) ed un aumento del tasso di disoccupazione, in particolare di quella giovanile e femminile[2].

 In particolare, il PSR ha evidenziato: “… tra erogazioni di servizi e spopolamento si innesca un circolo vizioso, nel quale un fenomeno alimenta l’altro influenzando negativamente l’effettiva capacità di presidiare (nel futuro prossimo) i territori a maggiore ruralità. Queste incertezze sono emerse con forza anche in un’analisi relativa al miglioramento della qualità della vita nelle zone rurali dell’Emilia-Romagna (Regione Emilia-Romagna e Agriconsulting, 2013). Dalle indagini svolte emerge che i servizi sono ancora sufficienti anche se non allineati con i cambiamenti del modello sociale (più anziani, più immigrati). Le aree rurali soffrono però la distanza e la difficoltà di collegamento, fisico o virtuale, che ne accrescono l’isolamento. La rete di volontariato sopperisce ai fabbisogni che il pubblico non è in grado di accogliere… Le aree con problemi di sviluppo montane dell’Emilia-Romagna si caratterizzano per indicatori insediativi e demografici negativi rispetto al resto del territorio… Rarefazione demografica e invecchiamento della popolazione (popolazione > 64 anni pari al 25% sulla popolazione totale in queste aree) rendono più onerosi i servizi alla persona che si concentrano nei poli urbani e nelle aree non rurali, definendo una densità di strutture e posti disponibili per chilometro quadrato inversamente proporzionale al grado di ruralità con conseguenze sull’accessibilità e la fruizione …”.

        Anche per questo motivo, nello scorso mese di marzo a livello ministeriale è stato approvato il DDL recante “Disposizioni per lo sviluppo e la valorizzazione delle zone montane[3], con l’obiettivo di riconoscere e promuovere le “zone montane”, “il cui sviluppo integrale costituisce un obiettivo di interesse nazionale in ragione della loro importanza strategica ai fini della tutela dell’ambiente, delle risorse naturali, del paesaggio, della salute, delle loro peculiarità storiche, culturali e linguistiche”.

 

Considerato che

        Con delibera n° 465 del 11/5/2020, la Regione Emilia-Romagna “... valutata l’opportunità, nell’ottica di favorire e sostenere la rivitalizzazione e il ripopolamento delle aree montane e al fine di rispondere ai bisogni sociali crescenti causati dalla attuale emergenza sanitaria…”, aveva promosso un bando (bando “Montagna 2020”) che prevedeva la concessione di contributi a nuclei familiari già residenti o che trasferiscono la loro residenza per l’acquisto o il recupero della prima casa in un comune montano.

        A tal fine, la Regione aveva stanziato la somma complessiva di 10 milioni di euro: il contributo minimo richiedibile era stato fissato in 10.000 €, mentre l’entità massima del contributo erogabile non poteva essere in nessun caso superiore a € 30.000,00, ed era pari:

        n caso di acquisto, al 50% delle spese sostenute per i costi di acquisto dell’immobile;

        in caso di recupero del patrimonio esistente: all’importo a carico del beneficiario non portato in detrazione fiscale, comunque non superiore al 50% delle spese effettivamente sostenute per i lavori eseguiti.

        Le risorse complessivamente stanziate, tuttavia, non permettevano il soddisfacimento delle richieste di contribuzione pervenute, tanto che ben 1969 domande restavano inevase, per un importo corrispondente di € 55.991.770.

        Con DGR 523 del 19.4.2021, la Giunta regionale stanziava ulteriori 10 milioni per detta finalità, così da permettere lo scorrimento della graduatoria formata in relazione al “Bando Montagna 2020”.

 

Rilevato che

        Di particolare importanza risultava il meccanismo premiale per la classificazione finale delle domande, in quanto oltre agli altri coefficienti contemplati per la formulazione del punteggio finale - i Comuni montani interessati erano stati classificati in tre fasce: una prima fascia da 20 punti, una seconda da 10 punti, ed una terza che non prevedeva alcun punteggio.

        Come già rilevato in precedente atto ispettivo (Fascicolo: 2020.2.4.2.3 AL/2020/7977 del 11/05/2020), i Comuni montani della provincia di Bologna - dopo quelli del ravennate, seppure in numero decisamente inferiore - erano stati fortemente penalizzati dal meccanismo premiale previsto nel bando, in quanto non vi era nessun               Comune in prima fascia (20 punti).

        Con DGR 1333 del 1 agosto 2022, la Giunta regionale ha approvato il Bando Montagna 2022, con queste sostanziali differenze rispetto al precedente bando:

a) il contributo è concesso esclusivamente per l’acquisto di un alloggio da destinare a propria residenza abituale, in un comune montano;

b) la somma complessivamente stanziata è pari a 5 milioni, ¼ rispetto a quella stanziata per il Bando 2020;

c)il meccanismo premiale per la localizzazione dell’immobile, rispetto ai Comuni montani dell’Appennino bolognese, continua ad essere assolutamente penalizzante, in quanto non contempla alcun Comune nella fascia premiale da 20 punti, e solo 8 Comuni su 23 si trovano nella fascia da 10 punti. I restanti 15 Comuni montani non attribuiscono quindi alcun punteggio, salvo Alto Reno Terme (5 punti) in quanto Comune originato da procedimento di fusione.

 

Rilevato quindi che

        Questa evidente disparità di punteggio premiale tra Comuni montani è idonea a penalizzare in partenza domande di contribuzione localizzate in determinati territori montani, come appunto quelli della provincia di Bologna.

Inoltre, poiché i Comuni complessivamente interessati dal bando Montagna 2020 sono 116, e le risorse massime ottenibili per singola domanda sono di € 30.000, qualora in astratto tutti i Comuni venissero interessati dalle domande, non potrebbero che essere accolte 2,8 domande per Comune montano, misura decisamente insufficiente a garantire il risultato che la delibera istitutiva del bando intende invece perseguire.

        Ad avviso dello scrivente consigliere, pertanto, si rende necessaria una modifica dei meccanismi premiali per l’attribuzione dei punteggi legati alla localizzazione territoriale, oltre ad implementare le risorse complessivamente destinate alle finalità del bando.

 

Tutto ciò premesso e considerato,

 

il sottoscritto consigliere

 

interroga

 

la Giunta regionale

 

per conoscere

 

        se non ritenga oltremodo penalizzante per alcuni territori provinciali (come l’area metropolitana di Bologna) l’esclusione della maggior parte dei propri Comuni classificati montani dai meccanismi premiali del bando “Montagna 2022”;

        e non ritenga quindi di dovere modificare i criteri per l’assegnazione dei punteggi in base alla fascia di appartenenza;

        se non ritenga inoltre di dovere aumentare i fondi disponibili per le finalità del bando, nel senso di potere permettere l’accoglimento di un maggior numero di domande rispetto a quelle attualmente preventivabili in base all’attuale complessivo stanziamento.

 


[1]https://www.uncem.emilia-romagna.it/documenti-e-indagini/indagini/flusso-demografico-comuni-montani-dal-2000-al-2019

[2] https://opencoesione.gov.it/media/uploads/documenti/po_approvati/psr/psr_emilia_romagna.pdf.

[3]http://www.regioni.it/newsletter/n-4253/del-10-03-2022/consiglio-dei-ministri-approvato-il-ddl-per-sviluppo-e-valorizzazione-zone-montane-23904/

 

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