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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 6275

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Oggetto:
Testo presentato:
6275 - Interrogazione a risposta orale in commissione sull'autorizzazione a rilasciare un permesso al progetto di ricerca mineraria "Corchia" in una vasta area dell'Appennino parmense occidentale, rientrante nei Comuni di Berceto e Borgo Val di Taro. A firma del Consigliere: Rainieri

Testo:

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE

ex art. 113 comma 1 REgolamento interno

 

Il sottoscritto Consigliere regionale del Gruppo Lega Salvini Emilia-Romagna,

 

Premesso che, a seguito del giudizio positivo di compatibilità ambientale espresso con il DM 20 del 19.01.2022 dal Ministro per la Transizione ecologica di concerto con il Ministro della Cultura, per l’autorizzazione al progetto “Nuovo Permesso di Ricerca Mineraria “Corchia” per Rame Piombo, Zinco, Argento, Oro, Cobalto, Nickel e minerali associati”, presentato da Energia Minerals S.r.l.”, occorrerebbe un ulteriore passaggio da parte della Regione Emilia-Romagna.

 

Ricordato che

        Energia minerals S.r.l. è una società controllata dalla multinazionale Altamin limited avente sede in Australia, quotata in borsa e specializzata nelle estrazioni minerarie in tutto il mondo;

        il progetto è finalizzato ad approfondire e valutare le risorse minerarie legate al rame e minerali associati su una vasta area di 3534 ettari compresa nei territori dei comuni di Borgo Val di Taro e Berceto nell’Appennino parmense occidentale;

        l’ambito proposto per la ricerca mineraria è sottoposto a forti vincoli e tutele in base agli strumenti di pianificazione territoriale ed urbanistica vigenti che ne evidenziano la particolare sensibilità e vocazione ambientale, paesaggistica e storica;

        la maggior parte dell’area del permesso di ricerca è ricompresa all’interno di due siti Rete Natura 2000 (ZSC Groppo di Goro – IT4020011 e ZSC Belforte, Corchia, Alta Val Manubiola – IT4020013) con caratteristiche di tutela e salvaguardia fortemente incentrate sugli aspetti geologici e sulle specie vegetazionali uniche presenti in tali ambienti ofiolitici;

 

Evidenziato che la normativa regionale per le “Misure generali di conservazione dei siti di Natura 2000 (SIC e ZPS) dell’Emilia-Romagna” di cui alla DGR 79/2018 e s.m.i. stabilisce che all’interno di tali siti protetti:

        è vietato aprire nuove cave o ampliare quelle esistenti, ad eccezione di quelle previste negli strumenti di pianificazione generali e di settore, comunali, provinciali e dei parchi nazionali e regionali, in corso di approvazione alla data del 7 ottobre 2013, per quanto concerne i SIC, e vigenti alla data del 7 novembre 2006, per quanto riguarda le ZPS ed i SIC-ZPS;

        è vietato asportare materiale mineralogico e paleontologico, salvo autorizzazione dell’Ente gestore, con particolare riferimento alle cristallizzazioni nelle grotte e al travertino nelle aree caratterizzate dalla presenza di sorgenti pietrificanti (habitat 7220* Sorgenti pietrificanti con formazione di tufi – Cratoneurion).

 

Precisato che la delega assessorile alla Tutela e valorizzazione della biodiversità, governo e valorizzazione del sistema regionale delle aree protette, dei siti delle aree rete natura 2000, delle Riserve della Biosfera UNESCO è attribuita all’Assessore regionale Barbara Lori, la quale ha espresso già più volte ufficialmente la sua ferma contrarietà all’autorizzazione alla riapertura dell’attività mineraria in quell’area appenninica.

 

Rilevato che la Regione Emilia-Romagna con il parere espresso dal proprio “Servizio valutazione impatto e promozione sostenibilità ambientale” in data 18.05.2021 in riferimento alla procedura di valutazione di impatto ambientale relativa a detto progetto ha specificato che:

        premesse tali forti perplessità per la futura ed eventuale concessione mineraria, i vincoli e le limitazioni che derivano dal quadro programmatico vigente, ad esclusione di quelli definite dall’art. 54 del PTCP, non sembrano comunque preclusive per l’attività di ricerca oggetto del permesso richiesto, anche in quanto non si prevedono” perforazioni, opere edili, movimenti terra e produzioni di rifiuti”, fermo restando l’utilizzo dichiarato di tecniche poco o per nulla invasive;

        la complessità e stratificazione delle tutele e sensibilità ambientali, geologiche, idrogeologiche e paesaggistiche presenti nell’area individuata per il permesso di ricerca e per l’eventuale successiva attività mineraria che non indica ricadute positive e di valorizzazione del territorio dei due Comuni interessati e non pare compatibile con le esigenze di protezione ambientale dell’area;

        la vocazione ambientale e per un turismo sostenibile di tali aree montane dove si è diffusa, anche a seguito della pandemia, una “fruizione dolce” del territorio, con significative presenze escursionistiche e ciclo-escursionistiche (sono presenti nelle vicinanze la via Francigena e la via degli Abati) che mal si coniugano con la futura attività estrattiva e mineraria prospettata;

        nelle zone indicate dall’art. 54 del PTCP (zone ed elementi di interesse storico-archeologico, zone di tutela naturalistica e nei terreni siti a quote superiori ai 1.200 m s.l.m.), all’eventuale attività di ricerca mineraria non potrà seguire il rilascio di una concessione mineraria.

 

Considerato che parrebbe inopportuno concedere ad una multinazionale che non ha la finalità disinteressata di ricercare nei sottosuoli ma quella di ricavare profitti da escavazioni minerarie, l’autorizzazione ad una ricerca mineraria che, in caso di reperimento di materiale interessante, porterebbe da parte della stessa ad un progetto di coltivazione mineraria sulla quale le istituzioni e le popolazioni locali hanno espresso la più ferma contrarietà e la Regione Emilia-Romagna ha già dichiarato di essere contraria all’autorizzazione, consapevole dei danni ambientali, economici e sociali che tale attività comporterebbe sull’area interessata e su quelle a valle di essa in riferimento ai gravi e molto probabili rischi di inquinamento per l’approvvigionamento idrico e di danni di immagine alle produzioni agroalimentari.

 

Interroga la Giunta regionale per sapere

 

Se risponde al vero che per l’autorizzazione definitiva al progetto “Nuovo Permesso di Ricerca Mineraria “Corchia” per Rame Piombo, Zinco, Argento, Oro, Cobalto, Nickel e minerali associati”, presentato da Energia Minerals S.r.l.”, occorre un ulteriore passaggio da parte della Regione Emilia-Romagna, di quale atto si tratta e quali ne sono i tempi.

 

Se nel termine “Cave” di cui la normativa regionale per le “Misure generali di conservazione dei siti di Natura 2000 (SIC e ZPS) dell’Emilia-Romagna” vieta l’apertura o l’ampliamento in detti siti protetti rientrano anche le miniere e le attività estrattive e non esistono comunque nell’area interessata dal progetto di ricerca strumenti anteriori di pianificazione generali e di settore che ne consentano l’apertura.

 

Se ritiene comunque opportuno quale ente gestore dei siti Natura 2000 interessati vietarne l’asportazione di materiale mineralogico e paleontologico, così come consentito dalla stessa normativa regionale per le “Misure generali di conservazione dei siti di Natura 2000 (SIC e ZPS) dell’Emilia-Romagna” indicando le motivazioni della propria decisione sia nel caso di diniego che in quello di autorizzazione.  

 

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