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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 6676

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Oggetto:
Testo presentato:
6676 - Interpellanza relativa alle misure da adottare per impedire che la nave rigassificatrice che lascerà il porto di Piombino venga destinata a Ravenna o comunque alle coste e ai porti della nostra regione. A firma della Consigliera: Gibertoni

Testo:

Interpellanza

 

Visti

 

        il Decreto del Presidente della Giunta regionale dell’Emilia-Romagna, in qualità di Commissario straordinario, 7 novembre 2022, n. 3, recante “Provvedimento di autorizzazione unica ai sensi dell’art. 5, comma 2, D.L. 50/2022 e dell’art. 46 del D.L. 159/2007, per la costruzione e l’esercizio del progetto “Emergenza Gas - FSRU Ravenna e Collegamento alla Rete Nazionale Gasdotti” proposto da Snam FSRU Italia S.r.l”;

        l’Ordinanza commissariale n. 18, del 17 marzo 2023, del Presidente della Giunta regionale della Toscana, in qualità di Commissario straordinario, recante “Art. 5 del D.L. n. 50/2022: proroga del termine di cui alla ordinanza commissariale n.167/2022.”;

        il Decreto legge 17 maggio 2022, n. 50, recante “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina” convertito con modificazioni dalla legge 15 luglio 2022, n. 91, in particolare, l’art. 5, “Disposizioni per la realizzazione di nuova capacità di rigassificazione”;

        l’Accordo, raggiunto in data 13  luglio 2022, presso il Ministero della Transizione ecologica e alla presenza del Ministro della Transizione Ecologica, del Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, dei rappresentanti della Presidenza del Consiglio, del Commissario straordinario per il rigassificatore e Presidente della Regione Toscana nonché dell'amministratore delegato di SNAM, in cui si stabiliva che il rigassificatore di Piombino venisse posto in opera presso la banchina del porto di Piombino e per un periodo non superiore a tre anni e nel contempo Snam avrebbe identificato un sito alternativo che ne consenta un utilizzo per un periodo più lungo;

 

premesso che

 

        le due navi rigassificatrici utilizzate per riportare allo stato gassoso il gas naturale liquefatto (GNL o LNG), importato in Italia via nave, ed installate nei porti di Ravenna e Piombino (LI) allo scopo di sostituire parte del gas naturale russo con GNL, sono del tutto insostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico;

        la filiera del GNL disperde nell’atmosfera metano, a causa di dispersioni convogliate o fuggitive, cioè un gas che ha un potere climalterante 85 volte quello dell’anidride carbonica;

        se il GNL importato proviene da un processo estrattivo, quale quello della fratturazione idraulica di rocce di scisto, usato per il gas esportato in enormi quantità dagli USA, le emissioni prodotte sono circa 4 volte quelle del gas russo che si vorrebbe sostituire;

        anche dal punto di vista economico i conti non tornano, infatti il GNL in Italia ha un costo superiore del 50% rispetto al gas naturale trasportato via gasdotti e venduto attraverso contratti a lungo termine, inoltre ad esso andrebbero aggiunti i costi delle esternalità negative che lo Stato deve sostenere in assistenza sanitaria, manutenzione di infrastrutture e piani di emergenza in seguito agli effetti combinati di inquinamento e crisi climatica, costi questi ben reali ma scaricati sulla collettività;

 

considerato che

 

        è pesante il prezzo che pagheranno via via, nel tempo, le comunità locali di Ravenna e Piombino, con i rischi per la salute umana e per l’ecosistema rappresentati dalle emissioni fuggitive e dal rilascio di sostanze pericolose in mare, fra cui l’ipoclorito di sodio, indispensabile al processo di rigassificazione, nonché, il rischio di incidente rilevante che una FSRU (Floating Storage and Regassification Unit), della stazza della BW Singapore, per Ravenna, e della Golar Tundra, per Piombino, pone se ancorata davanti alla costa, come a Ravenna, o in un porto, come a Piombino, comunque a pochi chilometri da un centro densamente popolato, ciò sia in termini di possibilità di sversamento che di incidente rilevante quale l’esplosione, ma anche per il pregiudizio arrecato allo sviluppo turistico così come anche allo sviluppo delle attività portuali ordinarie;

        il massiccio investimento in strutture portuali, terminal galleggianti offshore (a Ravenna verranno costruite dighe sommerse mediante cassoni sommersi, per difendere la nave rigassificatrice dalle mareggiate violente), mezzi di navigazione per il GNL attraverso gli oceani, strutture per il gas naturale, che imporrà tempi di ritorno per la remunerazione degli stessi, è del tutto contrario ed opposto a politiche di sostenibilità;

 

evidenziato che

 

        fra tre anni il rigassificatore di Piombino verrebbe spostato in altra sede e intanto sulla nave rigassificatrice che verrà ancorata nel porto di Piombino pende un ricorso dinanzi al TAR, rinviato all’udienza del 5 luglio 2023, per assenza di sostanziale documentazione legata alla sicurezza che Snam non avrebbe ancora prodotto, inoltre, il 24 marzo scorso era la data limite entro cui Snam avrebbe dovuto indicare il luogo scelto per posizionare l’offshore dopo i primi tre anni passati nel porto di Piombino e, quindi dire se, per esempio, la si vuole posizionare nell’Alto Adriatico (cioè a Ravenna);

        con l’Ordinanza commissariale n. 18, del 17 marzo 2023, del Presidente della Giunta regionale della Toscana, in qualità di Commissario straordinario, recante “Art. 5 del D.L. n. 50/2022: proroga del termine di cui alla ordinanza commissariale n.167/2022.” questa data limite è stata spostata dal 24 marzo 2023 al 26 giugno 2023;

        nessuna forma di partecipazione c’è stata in questo percorso che vincola ancora di più il nostro Paese ai combustibili fossili, così come nella scelta di legare il destino di Ravenna ai rigassificatori (quello dell’impianto già deciso e quello che lì verrebbe spostato da Piombino) e questa scelta, non obbligata, è stata fatta passare come una necessità emergenziale, piuttosto che l’ennesimo prezzo da pagare alla lobby degli idrocarburi, come è nella realtà.

 

Interpella la Giunta regionale per sapere:

 

        perché la Regione Toscana abbia ottenuto, già a luglio 2022, un accordo a livello governativo per lo spostamento, dopo tre anni, del rigassificatore di Piombino, e nulla del genere abbia contraddistinto la trattativa della Regione Emilia-Romagna che, oltre ad offrire la disponibilità del proprio porto più grande, Ravenna, senza limitazione alcuna, si appresta ad affiancare alla prima addirittura una seconda nave rigassificatrice, pregiudicando così pesantemente il destino di una comunità locale, e come abbia concretamente agito in tutte le opportune sedi affinché la nave rigassificatrice che lascerà il porto di Piombino non venga destinata a Ravenna o comunque alle coste ed ai porti della nostra regione.

 

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