Testo:
INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE IN COMMISSIONE
Premesso ed evidenziato che
il recente Convegno “Reggio Emilia ad amianto zero. Informazione, mappature, bonifiche e buone pratiche per un risultato possibile” promosso dalla CGIL e da AFeVA Emilia-Romagna, ha meritoriamente rilanciato il tema al fine di sensibilizzare cittadinanza e istituzioni sulla necessità di un cambio di passo per eliminare l’amianto dall’ambiente;
sia il Sindacato che l’Associazione regionale che riunisce i Famigliari e le stesse persone Vittime dell’esposizione ad amianto, hanno richiamato le istituzioni competenti all’impegno, congiunto e integrato, di accelerare il processo di rimozione dagli edifici, siti e strutture che ancora lo contengono in quanto tale materiale manifesta i suoi nefasti effetti ancora oggi, ad oltre 30 anni dalla legge 257/1992 che lo rese illegale in Italia;
il mesotelioma, in particolare, resta una malattia gravissima e con scarse possibilità di sopravvivenza che nel quinquennio 2017/2021 ha registrato in regione una media di 152,6 casi annui di mesotelioma pleurico e ancora nel 2023 nuove diagnosi (57) da esposizione pregressa, anche di molti anni antecedente alla comparsa dei sintomi;
su questo versante le parti civili e sociali sollecitano massima attenzione per realizzare gli obiettivi di prevenzione e salute del Piano amianto regionale vigente, quali la sorveglianza epidemiologica con il costante aggiornamento del Registro Mesoteliomi (COR ReNaM E-R), la sorveglianza sanitaria dei lavoratori ex-esposti e l’efficace presa in carico dei soggetti con patologie correlate all’amianto, l’implementazione di assistenza e sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti o potenzialmente esposti;
Considerato che
la Regione Emilia-Romagna è stata la prima in Italia a censire sin dal 1996 i luoghi con MCA (materiale contenente amianto) e a varare un Piano di interventi al fine di metterlo in sicurezza (cd incapsulamento o confinamento), rimuoverlo in parte o in toto dall’ambiente, sia nella forma compatta più diffusa (eternit) che nella forma friabile e/o volatile derivante da deterioramento del materiale;
tale iniziativa ha conseguito nel tempo risultati significativi in termini di bonifica/rimozione in strutture edilizie sia private sia di fruizione collettiva, ha inoltre messo in campo un sistema di segnalazione, cantieri di bonifica, vigilanza e controllo, ha ottenuto una prima conoscenza complessiva del rischio amianto esistente, successivamente integrata con il Progetto Mappatura Amianto adottato con Delibera della Giunta Regionale n. 1302 del 5/7/2004;
31.321 edifici (di cui 1.889 con MCA friabile) e 30.023 aziende (di cui 2.540 con MCA friabile) sono stati bonificati dall’amianto in applicazione al primo censimento e Piano regionale, mentre sulla base del Progetto 2004, dei 1.198 siti di pubblico utilizzo mappati, ne risultano bonificati con rimozione completa oltre l’80%;
al 31.12.2021 risultano ancora non bonificati 220 edifici, tra tutti quelli di utilizzo pubblico con MCA mappati come ad esempio scuole, impianti sportivi, ospedali;
in seguito al Piano Amianto varato nel 2017 nonché all’inserimento della materia nel Piano Regionale della Prevenzione 2021-2025 in un’ottica integrata delle varie problematiche, istituzioni e competenze, sono attivi sia un coordinamento tecnico che una Cabina di regia regionale, quest’ultima con funzioni di indirizzo e monitoraggio dell’applicazione del Piano e composta dagli Assessorati che si occupano di Salute e Ambiente, dalle Organizzazioni Sindacali, dall’Associazione Comuni (ANCI) Emilia-Romagna, dalle AUSL della Regione e dall’Agenzia regionale per la Prevenzione, l’Ambiente e l’Energia (ARPAE);
per quanto riguarda le risorse economiche, da inizio Legislatura la nostra Regione ha investito e messo a bando oltre 8 milioni di euro (risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione 2014-2020) utili per 99 interventi di rimozione e smaltimento dell’amianto che permettono di rimuovere circa 93.000 mq di MCA da 77 scuole e 22 edifici sanitari;
Evidenziato che
la mappatura del reale e il suo completamento, possibile a detta degli esperti solo attraverso un sistema efficiente di segnalazione e attivazione, conoscenza dei rischi, formazione degli operatori e diffusa, integrazione fra competenze e scambio di buone pratiche, costituisce il presupposto di un ambiente libero dall’amianto;
tra gli obiettivi implementati dal Piano Amianto 2017, al fine di migliorare quanto finora perseguito, vi è un investimento maggiore sulla comunicazione in materia e sulla formazione, rivolta anche agli amministratori locali con delega all’ambiente e al personale tecnico ed un impegno di collaborazione sempre più stretta tra competenze assegnate alla prevenzione sanitaria e attribuite alla sicurezza ambientale;
in particolare, appare di grande utilità per un’accelerazione dei processi descritti e delle buone pratiche invalse, anche alla luce delle relazioni e testimonianze rese nel Convegno succitato, la Cabina di regia di indirizzo e monitoraggio ove sono rappresentate le principali competenze istituzionali e istanze sociali;
Tutto ciò premesso e considerato,
Interroga la Giunta regionale per sapere
se e come, avvalendosi delle sedi di condivisione già attive, ritiene di rafforzare la formazione sulle norme e buone pratiche in materia di prevenzione del rischio e di sicurezza nonché di rimozione dell’amianto, rivolta tra gli altri agli assessori comunali all'ambiente e al personale tecnico dedicato;
a che punto siamo in Emilia-Romagna rispetto al completamento della mappatura dei siti contaminati, sia pubblici che privati, ai fini della rimozione completa e smaltimento dei materiali contenenti amianto e se intende stanziare risorse aggiuntive in sede di Bilancio per avvicinare l’esito “amianto zero” su tutto il territorio regionale.