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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 8172

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Oggetto:
Testo presentato:
8172 - Interpellanza relativa al procedimento, avanti il Tribunale regionale delle acque pubbliche di Firenze, in merito ai danni cagionati dallo sfondamento del tratto tombato del torrente Ravone in via Saffi a Bologna. A firma del Consigliere: Facci

Testo:

INTERPELLANZA

 

Il sottoscritto Consigliere

 

Premesso che

        in data 2 maggio 2023, nella via Saffi a Bologna (e precisamente nell’immobile ad uso commerciale sito ai civici 22/2E e 22/2F), avveniva lo sfondamento del solaio costituente allo stesso tempo sia la pavimentazione dell’immobile, sia la copertura del tombamento del torrente Ravone, con una sezione rettangolare di larghezza pari a circa 6 metri.

        come emerge dalla relazione dei Vigili del Fuoco di Bologna intervenuti (prog. 4578 del 3/5/2023), “si riscontrava la presenza, in corrispondenza di via Saffi, appena a valle del negozio interessato dal danneggiamento, di un restringimento parziale della sezione di deflusso per la presenza di un abbassamento di solaio legato all’attraversamento stradale e un manufatto laterale/soglia in sx idraulica e alcuni puntelli a sostegno della copertura di attraversamento stradale, al centro della sezione.

        Al momento del sopralluogo, in corrispondenza di quella sezione era riscontrabile la presenza di una significativa quantità di detriti, quali ramaglie, sterpaglie, terreno, originati dall’intenso trasporto solido dovuto alla piena”.

        sempre secondo la relazione dei VVFF, “l’ostruzione della sezione del tombamento parrebbe essere all’origine della sovrappressione che ha causato lo sfondamento del solaio di copertura in corrispondenza del negozio con conseguente danneggiamento dello stesso, nonché l’allagamento della viabilità circostante”.

        da quanto rileva l’intervento dei VVFF, quindi, il rischio idraulico proprio del torrente Ravone sarebbe stato aggravato da interventi di puntellamento a sostegno della soprastante sede stradale.

        i danni alle persone ed alle cose, oltre che agli immobili ed alle attività commerciali sono stati ingenti e ampiamente documentati dai media locali.

 

Rilevato che

        a seguito di procedimento per accertamento tecnico preventivo n° 1133/2023 avanti il Tribunale regionale delle acque pubbliche presso la Corte di Appello di Firenze, promosso da alcuni privati proprietari e finalizzato ad accertare le cause dell’accaduto (giudizio nel quale la Regione Emilia-Romagna ha preso parte con propri legali e tecnici), la relazione finale del CTU nominato, dott. Ing. (…) così concludeva (pag. 25/26):

        “… La causa che ha portato alla rottura del solaio è una: la spinta che il solaio ha ricevuto dal basso verso l’alto dovuta alla pressione dell’acqua e dei flottanti sull’intradosso del solaio stesso. I motivi che hanno portato all’entrata in pressione del tombamento sono plurimi: la grande quantità di materiale trasportato dalla corrente (costituito sia da materiale vegetale che da rifiuti da discarica), la presenza di un impedimento al libero deflusso, poco a valle la proprietà Vianelli, rappresentato dal sistema di puntelli che il Comune ha messo in atto per sostenere il piano stradale, le caratteristiche del solaio stesso, che, viste le armature presenti, non era progettato per sopportare momenti negativi, quelli cioè generati da spinte dal basso verso l’alto … A seguito del confronto avuto all’interno del Collegio Peritale si può concludere che la concomitanza della presenza dei puntelli e della grande quantità di materiale trasportato dalla corrente sia stata determinante per la rottura del solaio del Condominio di Via Saffi….”

        dagli atti processuali, inoltre, è emerso che la Regione Emilia-Romagna, con nota del 3.11.2021, indirizzata al Comune di Bologna, indicava espressamente:

 

[formato immagine non ammesso dal sistema documentale]

 

        fin dall’autunno 2021, pertanto, la Regione Emilia-Romagna era al corrente della problematica rappresentata dai puntelli posti in essere dal Comune di Bologna, ed aveva avvisato formalmente l’Amministrazione comunale dell’esigenza di rimuovere gli stessi.

        ciò nonostante, la Regione Emilia-Romagna ha omesso ogni ulteriore controllo in merito, come confermano le ulteriori conclusioni della Consulenza tecnica d’ufficio nel giudizio avanti il Tribunale delle acque (pag. 40):

        “… Per quanto detto è possibile riconoscere alla Regione Emilia Romagna la mancata prosecuzione delle azioni verso il Comune di Bologna finalizzate alla rimozione dei puntelli, una mancata prosecuzione delle azioni per la conoscenza dello stato autorizzativo in base al RD 523/1904 (sia per il Condominio che per il Comune) per una rapida verifica del problema e la manutenzione dell’alveo e delle sponde del torrente Ravone a monte del tratto tombato…”.

        Infatti (prosegue la CTU, pag. 40), “Il materiale trasportato, che è stato riconosciuto in gran parte in materiale vegetale, ma anche in materiale di rifiuto, è stato raccolto dalle acque del torrente Ravone lungo il suo corso fino all’inizio del tratto tombato che si trova in via del Ravone (in corrispondenza del civico 22), circa 2 km a monte rispetto all’area di interesse. Nella fattispecie si ravvede un difetto della manutenzione dell’alveo del torrente Ravone a monte del tombamento, vuoi dovuto ad una mancanza di asportazione del materiale di sfalcio dopo il taglio manutentivo, vuoi per la mancata ripulitura delle sponde dal materiale di rifiuto, o vuoi per l’assenza di sufficienti tagli di manutenzione…”.

        Tra l’altro, lo stesso CTU ha appurato che lo sfondamento del tratto chiuso del torrente Ravone, a causa della presenza dei puntelli e della grande quantità di materiale trasportato, è avvenuta “pur in presenza di eventi meteorici non intensi e corrispondenti livelli idrometrici non particolarmente elevati” (relazione tecnica, pag. 59).

        nonostante la presentazione di specifico atto ispettivo (cfr. interrogazione n° 7908, prot. PG / 2024 / 1249 del 18/01/2024)[1], finalizzato a conoscere le azioni da parte della Regione “per il ripristino del danno causato, nonché per evitare la ripetizione in futuro della stessa problematica”, la risposta rimaneva del tutto elusiva e generica.

 

Tutto ciò premesso, considerato e rilevato

 

il sottoscritto consigliere

 

interpella la Giunta

 

per conoscere

        alla luce delle conclusioni contenute nella Relazione del Consulente tecnico d’ufficio, relativa al procedimento per accertamento tecnico preventivo n° 1133/2023 avanti il Tribunale regionale delle acque pubbliche presso la Corte di Appello di Firenze, che ha individuato precisi atti omissivi in capo alla Regione Emilia-Romagna, in diretto rapporto causale con i danni cagionati dallo sfondamento del tratto tombato del torrente Ravone, quali siano le azioni che l’Ente ha intenzione di intraprendere, e se tra le stesse via sia, eventualmente, anche azione di rivalsa nei confronti dell’Amministrazione comunale di Bologna.

 


[1] https://wwwservizi.regione.emilia-romagna.it/oggettiiter/Vedi_Iter.aspx?Legislatura=XI&numOggetto=7908&Link=1

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