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Legislatura XI- Atto di indirizzo politico ogg. n. 2693

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Oggetto:
Testo presentato:
Risoluzione per impegnare la Giunta regionale a valutare un percorso di integrazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) all'interno del sistema sanitario dell'Emilia-Romagna. (17 02 21) A firma della Consigliera: Zamboni

Testo:

RISOLUZIONE

 

L’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna

 

PREMESSO CHE

 

̶            l'assistenza a domicilio è un servizio di assistenza sanitaria e socio-sanitaria organizzato per permettere alle persone ammalate e non autosufficienti di vivere il più possibile nel proprio ambiente, tra le persone care;

̶            l'assistenza domiciliare prevede piani personalizzati di cura adeguati alle singole esigenze ed è collegata in rete con gli altri servizi sanitari sia ospedalieri che territoriali per garantire la continuità delle cure;

̶            le prestazioni sanitarie attraverso la telemedicina, entrate nelle opportunità offerte dal Servizio sanitario nazionale, rappresentano un elemento concreto di innovazione organizzativa e culturale nel processo assistenziale;

̶            l’emergenza sanitaria legata alla pandemia da Covid-19 ha evidenziato in questi mesi la strategicità dell’assistenza sanitaria territoriale e ha imposto come prioritaria la necessità di rafforzare la rete dell’assistenza domiciliare. 

 

CONSIDERATO CHE

 

̶            l’art. 8 del Decreto-Legge 9 marzo 2020, n. 14, Disposizioni urgenti per il potenziamento del Servizio sanitario nazionale in relazione all’emergenza COVID-19, disponeva l’istituzione di Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA): “al fine di consentire al medico di medicina generale o al pediatra di libera scelta o al medico di continuità assistenziale di garantire l’attività assistenziale ordinaria, le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano istituiscono, entro dieci giorni dall’entrata in vigore - del decreto legge -, presso una sede di continuità assistenziale già esistente una unità speciale ogni 50.000 abitanti per la gestione domiciliare dei pazienti affetti da COVID-19 che non necessitano di ricovero ospedaliero”;

̶            nelle Linee di indirizzo per l'istituzione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale, la Regione Emilia-Romagna specifica che l'USCA è attiva sette giorni su sette, dalle ore 8.00 alle ore 20.00, e che possono far parte dell'Unità Speciale:

̶            - i medici titolari e i sostituti di continuità assistenziale 

̶            - i medici che frequentano il corso di formazione specifica in medicina generale regionale 

̶            - i laureati in medicina abilitati e iscritti all'ordine di competenza; 

̶            in merito ai compiti del medico dell'USCA, le Linee di indirizzo specificano che egli lavorerà sempre in concerto con i medici del Dipartimento di Sanità Pubblica e potrà, prima di effettuare l'intervento, contattare telefonicamente il paziente da visitare per verificarne le condizioni di salute e programmare l'intervento. 

 

SOTTOLINEATO CHE

 

̶            le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA) si sono rivelate uno strumento prezioso per la cura tempestiva ed efficace dei malati;

̶            dal settore sanitario sono giunte richieste di rafforzare le USCA al fine di alleggerire il lavoro dei medici di famiglia che possono così assistere al meglio anche i pazienti non-Covid, e soprattutto al fine di ridurre la pressione sugli ospedali (pronto soccorso, reparti di degenza e di terapia intensiva). 

 

PRESO ATTO CHE

 

̶            l'assessore alla sanità Raffaele Donini, intervenendo lo scorso 9 febbraio alla Commissione assembleare Politiche per la salute e Politiche sociali, ha ribadito l'importanza delle USCA definendole "un tesoro da tenere anche dopo il Covid". 

 

IMPEGNA LA GIUNTA REGIONALE

 

̶            a valutare, a un anno dalla loro istituzione, un percorso di integrazione delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale all'interno del sistema sanitario regionale dell'Emilia-Romagna al fine di estendere stabilmente a un maggior numero di categorie di pazienti non-Covid l'assistenza domiciliare che in futuro dovrà assumere un ruolo sempre più strategico poiché è in grado di ridurre il tasso di ospedalizzazione con indubbi vantaggi anche in termini di rapporto costo-efficacia e non solo di qualità delle cure prestate. 

 

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