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Legislatura XI - Atto ispettivo ogg. n. 3114

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Oggetto:
Testo presentato:
3114 - Interpellanza circa la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e dei fenomeni corruttivi (art. 3 della L.R. 18/2016) compreso il contrasto al radicamento nel nostro territorio del reato di finanziamento del terrorismo internazionale. A firma dei Consiglieri: Bargi, Pelloni, Facci, Catellani, Rainieri, Liverani, Occhi, Marchetti Daniele, Stragliati, Bergamini, Rancan, Montevecchi, Delmonte, Pompignoli

Testo:

INTERPELLANZA

(ex articolo 115 Regolamento interno dell'Assemblea Legislativa dell'Emilia-Romagna)

 

Premesso che

 

la L.R. 18/2016 ha come obiettivo il dare impulso sul territorio regionale ad iniziative di promozione della cultura della legalità e di prevenzione del crimine organizzato e mafioso, rafforzando in primo luogo i legami con gli enti e le istituzioni locali che già operano attivamente su questi temi.

 

Fra le novità più significative dello scenario delineato dalla Clausola Valutativa sulla L.R. 18/2016, esposta nella Commissione assembleare competente lo scorso dicembre, occorre ricordare la progressione delle attività mafiose nell’economia legale - specie nel settore edile e commerciale - e, parallelamente, lo strutturarsi di un’area grigia formata da attori eterogenei, anche locali, con cui i gruppi criminali hanno stretto relazioni al fine di sfruttare opportunità e risorse del territorio (appalti, concessioni, acquisizioni di immobili o di aziende, ecc.). A rendere tale quadro più complesso ricorre, inoltre, la presenza di gruppi criminali stranieri, i quali generalmente sono impegnati nella gestione di alcuni grandi traffici illeciti, sia in modo autonomo che in collaborazione con la criminalità autoctona (fra tutti, si ricorda il traffico degli stupefacenti e lo sfruttamento della prostituzione). Non vanno trascurati, da ultimo, il comparire della violenza e i tentativi di controllo mafioso del territorio, i cui segni più evidenti sono rappresentati dalle minacce ricevute da alcuni operatori economici, esponenti politici, amministratori locali o professionisti dell’informazione, oltre che dalla preoccupante consistenza numerica raggiunta dalle estorsioni. Modena, in particolare, risultava la prima città in regione per numero di interdittive antimafia.

 

Considerato che

 

Lo scorso 31 marzo è stato pubblicato il testo completo sul sito UIF-Banca d'Italia dei dati raccolti in merito alle "segnalazioni sospette di riciclaggio" economico, relativi al 2° semestre 2020. Nel numero dei casi segnalati ogni 100.000 abitanti e per ogni provincia: l'Emilia Romagna è la 1° regione rossa, seguita da Sicilia e Calabria.

 

Per quanto riguarda le segnalazioni riguardanti le operazioni finanziarie di sospetto "finanziamento del terrorismo" internazionale, la nostra regione vede tre province rosse: Modena, Ravenna, Forlì Cesena e due arancione: Parma e Bologna.

 

Sconcertanti i dati sul Money Transfer e cioè gli affari sporchi con i "paradisi fiscali": nel 2020 sono aumentate le segnalazioni nazionali del 6,6% rispetto l'anno precedente, ma con una crescita pesantissima di ben il 72,3% delle operazioni effettuate, raggiungendo l'elevato numero di 219.089.

 

Per i traffici con i paradisi fiscali, l’Emilia Romagna risulta la 1° regione sul podio nero, con le città più rosse Parma, Modena, Bologna, Ferrara e Ravenna.

 

Per i bonifici verso Paesi a fiscalità privilegiata o non cooperante, cioè i paradisi fiscali più raffinati, Piacenza, Reggio e Modena sono in zona rossa.

 

Rilevato che

 

Già nel 2012, quindi molto prima che le forze investigative portassero a compimento l’operazione “Aemilia”, due cittadini su tre non avevano nessuna difficoltà ad ammettere la presenza delle mafie nella nostra regione e quattro su dieci nel proprio comune, indicando la ‘ndrangheta e la camorra fra le organizzazioni più attive.

 

Lo stesso rapporto semestrale 2015 della Banca d’Italia - UIF, raccogliendo le segnalazioni sulle operazioni finanziarie sospette di riciclaggio malavitoso e terroristico, vedeva sempre la provincia di Modena tra i primi posti. 

 

Nel 2016 la Direzione Nazionale Antimafia ha espresso un giudizio particolarmente severo sull’Emilia-Romagna, rappresentandola infatti come una regione che addirittura avrebbe maturato “i tratti tipici dei territori infestati dalla cultura mafiosa […], dove il silenzio e l’omertà [oramai] caratterizzano l’atteggiamento della società civile”.

 

Interpellano la Giunta Regionale per sapere

 

Se quanto sopra esposto corrisponda al vero.

 

Quali siano le valutazioni rispetto ai dati emersi dall’indagine pubblicata sul sito UIF-Banca d’Italia e quali iniziative intenda porre in essere per affrontare una situazione che in Emilia Romagna alla luce di tale rapporto appare decisamente preoccupante.

 

Se, in particolare, viste le segnalazioni sopra esposte, intenda includere nel piano integrato delle azioni regionali per la promozione della cultura della legalità e della cittadinanza responsabile e la prevenzione del crimine organizzato e mafioso e dei fenomeni corruttivi (art. 3 della L.R. 18/2016) anche il contrasto al radicamento nel nostro territorio del reato di finanziamento del terrorismo internazionale.

 

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