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Legislatura XI - Atto di indirizzo politico approvato ogg. n. 3328 -
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Approvato in data: 11/05/2021

Testo:

 

 

 

 

 

REGIONE EMILIA-ROMAGNA - ASSEMBLEA LEGISLATIVA

 

ATTO DI INDIRIZZO – RISOLUZIONE

 

Oggetto n. 3328 - Risoluzione proposta dal Presidente Pompignoli, su mandato della I Commissione, recante: "Sessione Europea 2021. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea". (DOC/2021/246 del 13 maggio 2021)

 


 

RISOLUZIONE

 

L’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna

 

Visti l’articolo 38, comma 2, del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa e l’articolo 5 della legge regionale n. 16 del 2008;

 

vista la legge 24 dicembre 2012, n. 234 (Norme generali sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea);

 

vista la legge regionale 28 luglio 2008, n. 16 (Norme sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione e attuazione delle politiche e del diritto dell'unione europea, sulle attività di rilievo internazionale della Regione e sui suoi rapporti interregionali. Attuazione degli articoli 12, 13 e 25 dello Statuto regionale) così come modificata dalla legge regionale 6 del 2018;

 

visti la Relazione approvata dalla I Commissione assembleare ai sensi dell’articolo 38, comma 2, del Regolamento interno ed i pareri delle Commissioni competenti per materia approvati ai sensi del medesimo articolo 38, comma 1, allegati alla Relazione;

 

visto il Programma di lavoro della Commissione europea per il 2021 “Un'Unione vitale in un mondo fragile” – COM (2020) 690 del 19 ottobre 2020;

 

viste le risultanze dell’udienza conoscitiva degli stakeholders svolta dalla I Commissione sul programma di lavoro della Commissione europea per l’anno 2021;

 

vista la Relazione della Giunta regionale sullo stato di conformità in relazione agli atti normativi e di indirizzo emanati dagli organi dell’Unione europea (anno 2020);

 

visto il Rapporto conoscitivo della Giunta regionale all’Assemblea legislativa per la Sessione europea 2021 (delibera della Giunta regionale n. 342 del 15 marzo 2021);

 

vista la Risoluzione n. 1817 del 28 ottobre 2020 "Sessione europea 2020. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione europea”;

 

considerato che la legge regionale n. 16 del 2008, all’articolo 5, disciplina la Sessione europea dell’Assemblea legislativa quale occasione istituzionale annuale per la riflessione sulla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente delle politiche e del diritto dell’Unione europea nelle materie di competenza regionale e per l’espressione di indirizzi generali alla Giunta relativamente all’attività della Regione nell’anno di riferimento;

 

considerato inoltre che la stessa legge, all’art. 3 ter, prevede che la Regione Emilia-Romagna, al fine di garantire la partecipazione degli enti locali, dei portatori di interesse e dei cittadini del territorio emiliano-romagnolo alle proprie attività di partecipazione alla formazione e attuazione delle politiche e del diritto dell'Unione europea, promuova “anche mediante strumenti informatici, consultazioni sulle singole iniziative e proposte di atti legislativi dell'Unione europea, in particolare su quelle segnalate in esito ai lavori della sessione europea dell'Assemblea legislativa” e che a questo scopo si avvalga anche della Rete europea regionale;

 

considerato l’interesse della Regione Emilia-Romagna in riferimento a determinati atti e proposte preannunciati dalla Commissione europea per il 2021 ed individuati a seguito dell’esame del Programma di lavoro della Commissione europea svolto dalle Commissioni assembleari per le parti di rispettiva competenza;

 

considerato quanto riportato nella Relazione della Giunta sullo stato di conformità dell’ordinamento regionale per il 2020, ai fini del successivo adeguamento dell’ordinamento regionale;

 

considerato, inoltre, quanto riportato nel Rapporto conoscitivo per la Sessione europea 2021 in merito alle priorità della Giunta regionale relative alla fase ascendente e discendente;

 

considerato il ruolo delle Assemblee legislative regionali nella fase di formazione delle decisioni europee ai sensi del Protocollo n. 2 sull’applicazione del principio di sussidiarietà e proporzionalità allegato al Trattato di Lisbona e della legge 234 del 2012 che regola la partecipazione dell’Italia alla formazione e all’attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione europea;

 

considerata l’importanza del rafforzamento degli strumenti di collaborazione tra le Assemblee legislative, a livello nazionale ed europeo, sul controllo della sussidiarietà e sul controllo di merito degli atti e delle proposte dell’Unione europea;

 

considerata altresì l’opportunità di contribuire a favorire la massima circolazione orizzontale e verticale delle informazioni sulle attività svolte in fase ascendente, già a partire dagli esiti dell’esame del Programma di lavoro annuale della Commissione europea;

 

vista la Comunicazione del 27 maggio 2020 “Il momento dell'Europa: riparare i danni e preparare il futuro per la prossima generazione” con cui la Commissione europea ha proposto il nuovo strumento per la ripresa “Next Generation EU”;

 

visti il Regolamento (UE) 2020/2094 del Consiglio del 14 dicembre 2020 che istituisce uno strumento dell’Unione europea per la ripresa economica con uno stanziamento di 750 miliardi di euro e il Regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 del Consiglio del 17 dicembre 2020 che approva il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027 con una dotazione complessiva di 1.074 miliardi di euro, di cui circa un terzo per i Fondi per la Coesione;

 

considerato che per l’Italia la dotazione è di 42 miliardi per i Fondi europei per la Coesione 2021-27 (FESR e FSE+) che dovranno essere programmati in sinergia con il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR), da attuare nel 2021-26, con una dotazione di 191,5 miliardi di euro e che in questo contesto la Regione è stata impegnata sia nel negoziato per l’Accordo di Partenariato ed il riparto delle risorse FESR e FSE+ tra Regioni nell’ambito della Conferenza delle Regioni, sia negli incontri con il governo per il PNRR;

 

considerato altresì che per accogliere appieno la straordinaria opportunità rappresentata dal pacchetto di risorse dei fondi europei per la coesione e del PNRR e programmarli in maniera integrata con il FEASR ed il Fondo Sviluppo e Coesione, la Giunta regionale ha approvato con la delibera n. 586 del 26 aprile 2021 la proposta del Documento Strategico regionale per la Programmazione unitaria delle politiche europee di sviluppo (DSR 2021-2027) che indirizza le scelte dei programmi operativi FSE, FESR, FEASR e FSC, al fine di massimizzare il contributo dei fondi europei e nazionali al raggiungimento degli obiettivi del Programma di mandato 2020-2025, nonché contribuire alla realizzazione del progetto di rilancio e sviluppo sostenibile dell’Emilia-Romagna delineato dal Patto per il lavoro e il clima, e che la proposta è stata trasmessa all’Assemblea Legislativa per l’approvazione ai sensi dell’articolo 28 dello Statuto regionale (oggetto assembleare n. 3255).

 

Riprendendo le considerazioni emerse nel corso del dibattito politico nelle diverse Commissioni assembleari sulle tematiche di rilevanza europea,

 

1) Con riferimento all’Obiettivo n. 1 “Pacchetto pronti per il 55%”, si evidenzia che la Commissione europea, nel quadro della più ampia strategia del Green deal, intende proporre la revisione della legislazione in materia di clima ed energia per allinearla all’obiettivo di ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Considerata la centralità della sfida per il futuro dell’Europa, si sottolinea l’importanza di mettere in campo quanto necessario per raggiungere questa meta ambiziosa e si valuta pertanto positivamente la proposta della Commissione europea di agire in modo integrato principalmente su tre fronti: energia, edilizia, mobilità al fine di attuare uno sviluppo sostenibile dal punto di vista ambientale, economico e sociale. A questo proposito si ricorda che la Regione Emilia-Romagna si è dotata già da anni di strumenti che sostengono l’economia verde, il risparmio e l’efficienza energetica e lo sviluppo di energie rinnovabili e che alla fine del 2020 ha promosso e sottoscritto con enti locali, sindacati, imprese, scuola, atenei, associazioni ambientaliste, Terzo settore e volontariato, professioni, Camere di commercio e banche, il Patto per il lavoro e per il clima. Questo nuovo progetto condiviso per il rilancio e lo sviluppo dell’Emilia-Romagna si fonda sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale e fissa tra gli obiettivi strategici la transizione ecologica verso l’azzeramento delle emissioni climalteranti per raggiungere la neutralità carbonica prima del 2050, in linea con la strategia europea, e il passaggio al 100% di energie rinnovabili entro il 2035. Si evidenzia inoltre che, anche sulla base delle sfide del Patto per il lavoro e per il clima, la Regione Emilia-Romagna nel 2020 ha intrapreso un percorso partecipato per la definizione del Piano triennale di attuazione del Piano energetico regionale 2021-2023. L’iter di definizione dei contenuti del nuovo Piano di attuazione è infatti accompagnato da una serie di eventi pubblici su temi come le reti e la produzione per la transizione energetica e il futuro sostenibile, la riqualificazione energetica degli edifici pubblici e privati, il sistema produttivo per un’economia circolare, la mobilità sostenibile ed intelligente.

L’obiettivo di raggiungere nel 2035 il 100% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili è ambizioso e sfidante; sarà pertanto necessario adoperarsi per rimuovere tutti i vincoli burocratici che fino ad oggi hanno impedito un pieno sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili (FER). Sarà inoltre determinante l’adozione di meccanismi incentivanti. La transizione ecologica dovrà essere associata alla neutralità tecnologica, evitando che posizioni dogmatiche si ripercuotano negativamente sul tessuto economico e imprenditoriale del paese. Un esempio su tutti può essere il ruolo del gas metano e del biogas, nella cui produzione il Paese può essere leader anche in virtù del nostro sistema agroindustriale. La transizione ecologica dovrà essere un motore di sviluppo e di rilancio dell’economia nel post pandemia.

Si ricorda a tal proposito che il 18 novembre 2020 l’Assemblea legislativa ha approvato una risoluzione (ogg. 1799) per impegnare la Giunta regionale a redigere, in coordinamento con le altre Regioni interessate, un nuovo Accordo che preveda un piano straordinario di azioni fortemente integrate, in grado di accelerare i risultati in materia di qualità dell’aria e attuando concretamente un modello di sviluppo green, capace di creare buona ricchezza e nuovi posti di lavoro. La Regione Emilia-Romagna ha siglato, infatti, già dal 2017, con il Ministero dell’Ambiente e le altre regioni interessate (Lombardia, Piemonte, Veneto), l'Accordo di Bacino padano, per l’attuazione di misure congiunte ed il miglioramento della qualità dell’aria, per massimizzare l’efficacia delle politiche di prevenzione e contenimento dell’inquinamento atmosferico. È noto infatti che il Bacino padano è una delle aree più inquinate d‘Europa, nonostante gli sforzi congiunti delle quattro regioni padane e l’impegno in prima linea dell’Emilia Romagna (le serie storiche evidenziano come nel corso degli ultimi decenni la qualità dell’aria sia costantemente migliorata nel caso dei principali inquinanti, ma ciò nonostante permane una situazione di criticità per il particolato fine e l’ozono). A tal proposito è stato evidenziato come la configurazione geografica e le caratteristiche meteoclimatiche tipiche della Pianura padana siano tali per cui quest’area è di fatto un unico bacino omogeneo, nel quale il PM10 e l’ozono tendono a diffondersi in modo uniforme e in condizioni di stabilità atmosferica, ad accumularsi. Inoltre, le quattro regioni sopracitate sono caratterizzate da alta densità abitativa (23 milioni di residenti), forte presenza di attività industriali, agricole e produttive in genere; assicurano più del 50% del PIL nazionale e possono costituire il motore del rilancio economico nell’ottica della reale sostenibilità e di una buona qualità dell‘aria. Nel ribadire la strategicità di tale accordo per uno sviluppo sostenibile che, in linea con l’Agenda 2030, sia in grado di accelerare i risultati in materia di qualità dell’aria e di attuare concretamente un modello di sviluppo green, capace di creare buona ricchezza e nuovi posti di lavoro, si sottolinea la necessità di prevedere adeguate risorse cogliendo altresì tutte le opportunità derivanti dalla definizione degli strumenti finanziari della nuova programmazione 2021-2027.

 

Alla luce del quadro esposto, si ritiene di grande interesse il “Pacchetto pronti per il 55%” e si chiede alla Giunta e all’Assemblea, ognuno per le proprie competenze, di monitorare lo sviluppo delle iniziative in esso previste, valutando l’opportunità di formulare osservazioni nel seguito della Sessione europea, con specifico riferimento all'iniziativa di cui alla lettera a) "Revisione del sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (ETS)" per evidenziare le notevoli ricadute sul settore ceramico.

Sul punto occorre infatti precisare che, come noto, il sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS UE) è considerato una delle pietre angolari su cui si fonda la politica dell'Unione Europea per contrastare i cambiamenti climatici e uno strumento essenziale per ridurre in maniera economicamente efficiente le emissioni di gas a effetto serra.

Tuttavia, per come è attualmente strutturato, esso rischia di trasformarsi in uno strumento recessivo, in particolare per il settore ceramico.

Il settore ceramico è infatti incluso nell'attuale III FASE (2013-2020) ed è in procinto di entrare nella IV fase (2021-2030).

La sfida ambiziosa che i settori ceramici sono chiamati ad affrontare è legata agli obiettivi al 2030 delle emissioni, che impongono una riduzione del tetto delle emissioni pari al -43% rispetto al 2005, ma, mentre i grandi produttori di CO2, come le centrali elettriche, scaricano i costi delle quote che devono pagare sulle bollette, un'industria come quella ceramica si trova a pagare per ETS sia costi diretti che indiretti (quelli all'interno del costo della fornitura elettrica).

Pertanto, la struttura dell'ETS, pur valida come meccanismo (ancorché, essendo solo europeo, penalizza in termini di competitività i settori che esportano fuori UE), andrebbe ricalibrata rispetto ai limiti dimensionali che fanno entrare obbligatoriamente un settore nel mercato ETS, dato che la produzione di CO2 del settore ceramico corrisponde a circa l'1% delle emissioni industriali totali italiane conteggiate dal sistema.

Peraltro, come risulta dalla previsione di cui alla lettera b) dell'iniziativa 1, la Commissione varerà il “Carbon border adjustment”, un meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere, che potrebbe compensare impatto ETS.

Risulta quindi opportuna una rivisitazione dei parametri di entrata nel sistema ETS e la conseguente "ripesatura" delle quote assegnate.

È altresì importante che il settore ceramico venga compreso nella lista - prevista dalla stessa direttiva ETS - dei settori ammessi alla compensazione dei costi indiretti, per poter affrontare le sfide della transizione energetica in Europa, evitando di favorire produzioni ceramiche realizzate in altre aree.

 

2) Con particolare riferimento al tema degli effetti dell’ambiente sul clima, si ricorda la Proposta di decisione al Parlamento e al Consiglio relativa a un programma generale di azione dell'Unione per l'ambiente fino al 2030, presentata dalla Commissione europea ad ottobre 2020 (VIII Programma di azione ambientale (2021-2030) - COM/2020/652 del 14 ottobre 2020). Si segnala che attualmente l’iter della proposta è in corso di svolgimento: gli Stati membri all’inizio di marzo hanno dato mandato al Consiglio per svolgere i negoziati con il Parlamento europeo, che sta esaminando il testo nella Commissione ENVI (Commissione per l'ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare). La votazione in Commissione ENVI è prevista per il 10 maggio, mentre la plenaria voterà a giugno 2021. Allo scopo di creare uno scenario favorevole al raggiungimento dei traguardi ambientali e climatici del Green deal, la proposta individua sei obiettivi prioritari, indica le azioni da mettere in campo per raggiungerli e definisce il quadro per monitorare, misurare e comunicare i risultati. Posto che la tutela dell’ambiente è materia di legislazione esclusiva dello Stato, si invitano la Giunta e l’Assemblea a seguire gli sviluppi dell’iniziativa per l’adozione dell’VIII Programma di azione ambientale, in virtù dell’approccio olistico che caratterizza la strategia europea del Green deal e l’intersezione del tema della tutela dell’ambiente con le politiche e gli ambiti di intervento di competenza regionale.

 

3) Sempre con riferimento alle iniziative collegate all’attuazione del Green deal europeo, si ricorda anche la comunicazione “Patto europeo per il clima” presentata dalla Commissione europea a dicembre 2020, nella quale sono illustrate le iniziative che verranno messe in campo per diffondere conoscenza e consapevolezza sull’azione per il clima e la protezione dell’ambiente. Agli “ambasciatori del patto per il clima” è affidato il duplice ruolo di guida e punto di collegamento tra società civile, portatori di interessi e Commissione europea. Chiunque può candidarsi a diventare ambasciatore e le organizzazioni possono anche suggerire un rappresentante che diventi ambasciatore per loro conto. Si evidenzia che il patto, attraverso forme di promozione che garantiscono visibilità e informazione, sosterrà iniziative collegate alla diffusione di aree verdi, alla mobilità verde, agli edifici ecocompatibili, alle competenze verdi per l’occupazione nel settore delle energie rinnovabili, con l’obiettivo di incoraggiare il più ampio coinvolgimento possibile. Si invitano pertanto la Giunta e l’Assemblea a prendere in considerazione le opportunità collegate al Patto europeo per il clima.

 

4) Con riferimento alla produzione di energia da fonti rinnovabili, si ricorda che la L.R. 24/2017 “Disciplina regionale sulla tutela e l’uso del territorio” promuove la sostenibilità ed il miglioramento delle prestazioni energetico-ambientali nella pianificazione urbanistica e territoriale e affida al Piano territoriale paesaggistico regionale (PTPR), in corso di ridefinizione, l’individuazione delle aree del territorio non idonee alla localizzazione di specifiche tipologie di impianti tecnologici di produzione e trasporto di energia, e le aree sottoposte a limitazioni. A questo proposito si segnala che la direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio dell'11 dicembre 2018, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili (rifusione della direttiva 2009/28/CE) rientra tra le 39 direttive europee recepite nell’ordinamento italiano con la Legge di delegazione europea 2019-2020 recentemente approvata (Legge 22 aprile 2021, n. 53). Si invita pertanto la Giunta a predisporre il nuovo PTPR anche alla luce della direttiva (UE) 2018/2001 nella prospettiva di incentivare la realizzazione di impianti fotovoltaici (su tetti di immobili, in aree di ex discariche, in siti bonificati e in cave esaurite e ripristinate, compresi i laghi di cava), agrovoltaici, idroelettrici e geotermici rimuovendo eventuali vincoli burocratici.

 

5) In merito all’Obiettivo n. 2 “Pacchetto sull’economia circolare” si evidenzia che la Commissione europea prevede di proseguire l’attuazione del Piano d'azione per l'economia circolare per la totale revisione dell’attuale modello lineare di produzione e consumo (prendere-produrre-smaltire) per sostenere la lotta contro il cambiamento climatico e un modello di crescita sostenibile. La profondità e l'ampiezza dei lavori pianificati nell'ambito del Green Deal europeo rispecchiano la natura sistemica della transizione verde e la sua importanza come strategia di crescita. Si sottolinea che in questa fase la Commissione europea prevede di attuare iniziative a favore della progettazione ecocompatibile e della produzione di prodotti sostenibili al fine di favorire la progettazione circolare di tutti i prodotti sulla base di una metodologia e di principi comuni, dando priorità alla riduzione e al riutilizzo dei materiali e al loro riciclaggio. Essenziale dovrà essere, un piano d'azione per l'economia circolare, puntando sulla progettazione ecocompatibile e sui prodotti sostenibili, in particolare l'elettronica circolare. La Commissione focalizzerà le proprie azioni per migliorare la raccolta, la riparazione e il riutilizzo dei dispositivi elettronici (come telefoni cellulari, computer portatili e altri dispositivi) e, a questo scopo, nel 4° trimestre del 2021 proporrà la revisione della direttiva 2009/125/CE sulla progettazione ecocompatibile dei prodotti connessi all’energia. Con questa revisione la Commissione europea vuole estendere la portata della direttiva per includervi prodotti non legati all'energia e stabilire principi orizzontali di sostenibilità e norme specifiche per prodotto con riferimento alla performance, durabilità, riutilizzabilità, riparabilità, non tossicità, ambiti di miglioramento, riciclabilità, contenuto riciclato e efficienza dal punto di vista energetico e delle risorse nei prodotti immessi sul mercato europeo. La direttiva, quindi, affronterà la presenza di sostanze chimiche nocive non solo nei prodotti elettronici, ma anche nei tessuti, nei mobili, nell’acciaio, nel cemento e nei prodotti chimici. L’obiettivo è quello di determinare metodi standard che impediscano alle imprese di presentare dati non veritieri rispetto all’impatto ambientale dei loro prodotti/servizi, al fine di contrastare il cosiddetto “greenwashing”, e di aiutare i consumatori e gli investitori commerciali a prendere decisioni più sostenibili aumentando la fiducia nei marchi di qualità ecologica. In considerazione del fatto che la Regione Emilia-Romagna già dal 2015 si è dotata della L.R. 16/2015 a sostegno dell’economia circolare con cui promuove misure per la riduzione della produzione dei rifiuti e il loro recupero, riutilizzo e riciclaggio anche come fonte di energia, si valuta positivamente la revisione della Direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio con cui la Commissione europea, in coerenza con il Piano d'azione per l'economia circolare, proporrà una revisione dei requisiti essenziali degli imballaggi stessi al fine di garantirne il riutilizzo e il riciclaggio, nonché l’utilizzo del contenuto riciclato, migliorandone l’applicabilità. L’iniziativa, in considerazione del rapido aumento dei rifiuti causati dall’aumento del commercio elettronico (plastica monouso e imballaggi di cartone) prevede anche misure contro gli imballaggi eccessivi volte a ridurre i rifiuti di imballaggio. Per garantire un reale sviluppo dell’economia circolare bisogna prevedere un incentivo all’uso della materia prima seconda, cioè della materia recuperata e rigenerata, ovvero rendere quest’ultima appetibile. Sul tema rifiuti, inoltre, si evidenzia che la Commissione europea proporrà la revisione del Regolamento CE 1013/2006 relativo alla spedizione dei rifiuti verso paesi terzi al fine di ridurre le spedizioni di rifiuti problematici e aggiornare le procedure di spedizione anche in considerazione del fatto che la progettazione a partire da rifiuti e inquinamento costituisce uno dei principi dell'economia circolare. Su questo punto si sottolinea l’importanza di tenere in considerazione lo sviluppo dell’economia circolare a supporto delle imprese per la transizione dei sistemi produttivi e per la valorizzazione delle filiere in ottica circolare, per la ricerca di nuovi materiali e, in generale, per l’innovazione nella gestione dei rifiuti.

 

6) Sempre sul tema dei rifiuti si segnala anche che nel 2020 sono stati portati a termine i lavori dei gruppi coordinati dal Ministero dell’Ambiente finalizzati al recepimento nell’ordinamento nazionale delle direttive in materie di rifiuti del c.d. “pacchetto economia circolare” e che hanno portato all’adozione dei seguenti decreti legislativi: D. Lgs. 3 settembre 2020, n. 116 (attuazione delle Direttive 2018/851 e 2018/852 in materia di rifiuti e imballaggi), D. Lgs. 3 settembre 2020, n. 119 (attuazione dell’art. 1 della Direttiva 2018/849 sui veicoli fuori uso), Dlgs 3 settembre 2020, n. 118 (attuazione degli artt. 2 e 3 Direttiva 2018/849 sui rifiuti di pile e accumulatori e apparecchiature elettriche ed elettroniche) e D. Lgs. 3 settembre 2020, n. 121 (attuazione della Direttiva 2018/850 sulle discariche). Si evidenzia che tali direttive introducono importanti novità tra cui la spinta alla prevenzione della produzione dei rifiuti; la creazione di nuove filiere virtuose per il recupero di particolari residui mettendo quindi in atto i principi cardine e fondanti dell’economia circolare (contenuti che saranno recepiti e attuati in sede di aggiornamento del vigente Piano regionale rifiuti). Inoltre, con riferimento alla “Strategia regionale per la riduzione dell'incidenza delle plastiche sull'ambiente”, approvata con DGR 2000/2019, con la quale la Regione si propone di avviare un percorso di transizione verso un utilizzo più sostenibile della plastica, si evidenzia che a novembre 2020 è stata attivata la cabina di regia con il compito di individuare modalità e tempistiche per l’attuazione delle azioni, ponendo particolare attenzione alle condizioni di accettabilità sociale e alle ricadute economico-occupazionali, ed effettuando un’analisi tecnico-economica del quadro di riferimento corredata della valutazione dei possibili impatti attesi. Obiettivo principale della cabina di regia è supportare lo sviluppo della strategia regionale attraverso il raccordo con altri enti e altri settori regionali, coinvolgendo i rappresentanti dei settori economici, del mondo della ricerca e delle associazioni ambientaliste. In considerazione del fatto che il piano per l’economia circolare guiderà la transizione ambientale in tutti i settori, si invitano Giunta e Assemblea, nell’ambito delle rispettive competenze, a monitorare le future iniziative al fine di dare attuazione nel contesto delle diverse politiche regionali alle normative e alle strategie adottate a livello europeo e nazionale. Si invita inoltre la Giunta ad intervenire con relative disposizioni al principio del riciclato in quei settori in cui è maggiore l’uso di risorse e in cui il potenziale di circolarità è elevato (come ad esempio tessile, plastica, alimentare, edilizia, pile e veicoli destinati alla discarica); il fine ultimo deve essere quello di rendere appetibile al mercato la materia prima seconda.

 

7) Con riferimento all’Obiettivo n. 3 “Pacchetto su biodiversità e ambiente privo di sostanze tossiche”, si evidenzia che le iniziative rientrano tra le proposte per l’attuazione della strategia “dal produttore al consumatore” (farm to fork) presentata dalla Commissione europea a maggio 2020. Si ribadisce il proprio favore rispetto alla proposta di ripensare il quadro complessivo a sostegno di un “sistema alimentare” più sostenibile e sano, confermando quanto già espresso dall’Assemblea legislativa nella Risoluzione oggetto 1817/2020 “Sessione europea 2020”. Si evidenzia tuttavia che le valutazioni che si stanno sviluppando sulla strategia “farm to fork” sono di grande preoccupazione, in considerazione del fatto che la strategia appare improntata a concetti troppo generali che non tengono conto dei processi produttivi con il rischio di far prevalere analisi ideologiche prive di valutazione tecnica e d’impatto. Sono sicuramente condivisibili gli obiettivi generali di riduzione dell’impatto ambientale dell’attività agricola, di miglioramento del benessere animale, della riduzione dell’uso dei farmaci ecc, ma lo stabilire tempi e numeri senza aver valutato come possono essere perseguiti questi obiettivi rischia di avere un impatto molto forte sulla capacità produttiva europea. Sul tema della sostenibilità ambientale nel mondo agricolo, si evidenzia lo sforzo già in corso per mettere in campo azioni di sensibilizzazione sulla riduzione delle emissioni di gas climalteranti e del consumo di acqua irrigua, l’impiego di sistemi per l’efficienza energetica, il ricorso all’economia circolare e la gestione dei sottoprodotti e dei rifiuti nell’ottica del riciclo, temi sui quali la Regione ha finora contribuito ad elaborare alcune prese di posizione all’interno delle reti europee a cui aderisce, in particole AREFLH e Agriregions. In questo senso si richiamano le azioni collegate all’asse 3 del Piano d'azione per lo sviluppo della produzione biologica: verso il 2030 “Migliorare la sostenibilità” finalizzate a migliorare il benessere degli animali, garantire la disponibilità di sementi biologiche, ridurre l'impronta di carbonio del settore e minimizzare l'uso di plastica, acqua ed energia. Alla luce di queste considerazioni, si sottolinea l’importanza di svolgere un attento presidio sulle proposte legislative che verranno adottate dalla Commissione europea in attuazione della strategia “farm to fork” e si chiede pertanto alla Giunta e all’Assemblea di attivarsi in questo senso esaminando di volta in volta le singole iniziative e valutando l’opportunità di formulare osservazioni in fase ascendente ai sensi degli art. 24 comma 3 della legge 234/2012. Con riferimento alla qualità di aria, acqua e suolo, si ritengono particolarmente rilevanti anche le iniziative b) Ridurre al minimo il rischio di deforestazione e il degrado forestale associato ai prodotti immessi sul mercato dell'UE, c) Piano d'azione per l'inquinamento zero di aria, acqua e suolo e d) Nuovo quadro giuridico per il ripristino di ecosistemi sani. Lo stress idrico è un problema che interessa sempre più regioni, anche a causa dei cambiamenti climatici: in questo senso, viene evidenziata la necessità di un’azione più decisa a favore di un uso più efficiente dell’acqua. La ricerca scientifica, il monitoraggio e la rendicontazione degli sviluppi ambientali sono la prova del continuo aumento delle nostre conoscenze relative all’ambiente. Queste basi di conoscenza dovrebbero essere rese più accessibili per assicurare una migliore politica e una solida consapevolezza riguardo allo stato dell’ambiente. È necessario incentivare gli investimenti sulle condutture dell’acqua per eliminare gli sprechi ed implementare la rete idrica migliorandone cosi anche l’efficienza.

 

8) Con riferimento al futuro della Politica agricola comune (PAC), si richiamano la Comunicazione “Il futuro dell'alimentazione e dell'agricoltura” adottata dalla Commissione europea il 29 novembre 2017 e le collegate proposte legislative che la Commissione europea nel 2018 ha presentato per il periodo 2021-2027. Si ricorda che l’Assemblea legislativa con la Risoluzione n. 8117 del 2019 aveva espresso la propria preoccupazione sulla riduzione delle risorse e sull’emarginazione del ruolo delle Regioni a favore di un Piano Strategico Nazionale per la gestione dei fondi FEASR sullo sviluppo rurale. Considerazioni confermate anche nella Risoluzione dell’Assemblea legislativa n. 1817 del 2020. Si evidenzia inoltre che la Commissione europea, poiché a causa della crisi sociosanitaria dovuta al COVID-19 il negoziato sull’approvazione del nuovo QFP ha subito ulteriori rallentamenti, ha adottato nel corso del 2020 un regolamento di transizione  per assicurare il proseguimento delle attuali norme della PAC e la continuità dei pagamenti agli agricoltori per il 2021 e il 2022, fino alla data di applicazione del nuovo quadro giuridico che avrà decorrenza dal 1° gennaio 2023 (Regolamento (UE) n. 2020/2220). Si sottolinea che nei primi mesi del 2021 la Direzione generale Agricoltura, caccia e pesca è stata impegnata nella revisione del Programma di sviluppo rurale. Sull’assegnazione delle risorse destinate a livello regionale, si evidenzia il confronto in atto nell’ambito del coordinamento degli Assessori Agricoltura e della Conferenza delle Regioni per il superamento degli attuali parametri di riparto e la definizione di criteri più attuali affinché le risorse vengano distribuite a livello nazionale sulla base della fotografia reale dell’agricoltura dei territori e si invita la Giunta a proseguire in tutte le sedi opportune il lavoro per superare l’attuale anacronistico parametro storico di riparto.

 

9) Con riferimento all’Obiettivo n. 4 “Mobilità sostenibile e intelligente”, ed in particolare all’iniziativa a) Revisione della direttiva sui sistemi di trasporto intelligenti compresa un'iniziativa per biglietti multimodali, si richiama la Direttiva 2010/40/UE sul quadro generale per la diffusione dei sistemi di trasporto intelligenti nel settore del trasporto stradale e nelle interfacce con altri modi di trasporto e si evidenzia che le competenze principali dal punto di vista della standardizzazione, sviluppo e commercializzazione risiedono a livello europeo e nazionale. Si sottolinea che la Regione, tuttavia, è impegnata da tempo nella promozione delle opportunità date dall’evoluzione dei sistemi di trasporto intelligenti (ITS) e infomobilità perseguendo obiettivi di miglioramento della circolazione e della sicurezza e obiettivi di monitoraggi, coordinamento e integrazione fra i sistemi. Rispetto all’iniziativa b) Revisione del regolamento sulla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T), si richiama il Regolamento (UE) n. 1315/2013 sugli orientamenti dell'Unione per lo sviluppo della rete transeuropea dei trasporti (regolamento TEN-T attualmente in vigore) e si ricorda che in esso sono definite una rete globale (comprehensive network) e una rete centrale (core network),  individuati i progetti di interesse comune, specificate le priorità per il suo sviluppo e previste infine le misure per la loro realizzazione. In questo quadro si evidenzia che il Piano regionale integrato dei trasporti (PRIT) - il principale strumento di pianificazione delle politiche regionali sulla mobilità – prevede un assetto infrastrutturale incardinato nel disegno nazionale, definito nel Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT), ed europeo (Rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Nella mobilità sostenibile non va dimenticato il ruolo dei privati; la sostituzione del parco automezzi dovrà avvenire mediante meccanismi di incentivazione, tenendo sempre presente il principio della neutralità tecnologica. In particolare in questa prima fase di transizione si ritiene fondamentale accompagnare l’evoluzione tecnologica relativa alla mobilità elettrica anche con incentivi per la riconversione elettrica su veicoli delle categorie internazionali M1, M1G, M2, M2G, M3, M3G, N1 e N1G, N2 e N3, originariamente nati con motore termico o per la trasformazione a metano o GPL, come concreta misura di riconversione del parco veicolare e in integrazione con eventuali contributi previsti a tale riguardo dallo Stato. Alla luce di quanto sopra esposto, si invitano la Giunta e l’Assemblea a monitorare le iniziative legislative europee citate al fine di valutare l’opportunità di esprimere osservazioni sulle proposte presentate dalla Commissione europea. Si ritiene inoltre importante proseguire la valorizzazione, ai fini della mobilità sostenibile, delle infrastrutture strategiche, già in programma con l’elaborazione del PRIT, valorizzare linee ferroviarie che favoriscono i pendolari e l’intermodalità con tempi di percorrenza più rapidi. Sarebbe interessante affrontare, anche in chiave di transizione ecologica, la mobilità intra-regionale, con le regioni vicine sugli assi ferroviari principali e considerando prioritario, più in generale, il contenimento dei fattori inquinanti in atmosfera attraverso lo sviluppo di più incisive misure di abbattimento dei carichi emissivi.

 

10) Con riferimento all’Obiettivo n. 5 Il decennio digitale europeo, si sottolinea l’importanza della comunicazione “Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale” del 9 marzo scorso nella quale la Commissione europea illustra il modello, gli obiettivi e le modalità per conseguire la trasformazione digitale dell'Europa entro il 2030. Si evidenzia che la proposta si basa sulla strategia “Plasmare il futuro digitale dell'Europa” di febbraio 2020, sulla quale l’Assemblea legislativa si era espressa con la risoluzione oggetto1817/2020 sulla Sessione europea 2020, ed è concepita attorno ai seguenti quattro punti cardinali: 1) cittadini dotati di competenze digitali e professionisti altamente qualificati nel settore digitale; 2) infrastrutture digitali sostenibili, sicure e performanti; 3) trasformazione digitale delle imprese; 4) digitalizzazione dei servizi pubblici. Inoltre si sottolinea che, al fine di garantire che all'interno dello spazio digitale si possano esercitare gli stessi diritti che si applicano offline, la Commissione europea propone anche una cittadinanza digitale basata su una serie di principi e diritti, (libertà di espressione, compreso l'accesso a informazioni diversificate, affidabili e trasparenti; libertà di avviare e svolgere un'attività online; protezione dei dati personali e della vita privata e diritto all'oblio; protezione della creazione intellettuale delle persone fisiche nello spazio online; accesso universale ai servizi Internet; un ambiente online sicuro e affidabile; istruzione e competenze digitali universali affinché le persone possano partecipare attivamente alla società e ai processi democratici; accesso a sistemi e dispositivi digitali rispettosi dell'ambiente; servizi pubblici e amministrazione digitali accessibili e antropocentrici; principi etici per gli algoritmi antropocentrici; conferimento di maggiore autonomia e responsabilità ai minori e loro tutela nello spazio online; accesso ai servizi sanitari digitali) da includere in una dichiarazione solenne interistituzionale tra la Commissione europea, il Parlamento europeo e il Consiglio, ad integrazione del Pilastro europeo dei diritti sociali. Si segnala anche che la Commissione europea prevede un sistema di monitoraggio articolato e approfondito per valutare i progressi raggiunti rispetto alle mete per il 2030. A questo proposito si pone l’accento anche sulla struttura di governance e si evidenzia che la Commissione europea propone che la Bussola per il digitale sia adottata in codecisione dal Parlamento europeo e dal Consiglio, sotto forma di un programma di politica digitale che ponga l'accento sulla realizzazione e sull'impegno a favore degli obiettivi comuni. Sulla base dell'analisi effettuata sui dati del monitoraggio, la Commissione pubblicherà ogni anno la relazione sullo stato del decennio digitale europeo per fare il punto sui progressi compiuti verso la visione per il 2030, avvalendosi di un sistema di valutazione a "semafori". La relazione servirà a sensibilizzare in merito agli scostamenti dagli obiettivi e dai principi digitali comuni dell'UE per il 2030, confluirà anche nel semestre europeo e sarà allineata al processo del dispositivo per la ripresa e la resilienza. In riferimento agli obiettivi che la Commissione europea intende perseguire con la “Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale”, si ricorda che l’Assemblea legislativa ha recentemente approvato con la delibera n. 38 del 23/02/2021 la nuova Agenda Digitale regionale 2020-2025 – Data Valley bene comune (ADER), che definisce la strategia con cui la Regione Emilia-Romagna vuole supportare lo sviluppo digitale del territorio e della società. Si sottolinea che questo nuovo strumento è pienamente in linea con la strategia dell’UE, a partire dall’importanza riconosciuta alle competenze digitali e alle infrastrutture, quali premesse necessarie per trasformare le amministrazioni e le imprese del territorio e si evidenzia inoltre che “Uno degli obiettivi primari della piena realizzazione della Data Valley Bene Comune è la definizione di una legge sulla cittadinanza digitale che affermi e tuteli i diritti digitali dei cittadini emiliano-romagnoli” e che andrà ad affiancarsi alla Legge Regionale 11/2004 per lo sviluppo della Società dell’informazione, in linea con quanto proposto a livello europeo.

 

11) Sul tema in particolare del divario digitale, si evidenzia che la Commissione europea mette in luce il problema della nuova "povertà digitale", collegata al divario digitale tra le zone urbane ben collegate e i territori rurali e isolati, e tra coloro che possono beneficiare appieno di uno spazio digitale arricchito, accessibile e sicuro, dotato di una gamma completa di servizi, e coloro che invece non possono. A questo proposito si desidera porre l’accento anche su altre forme di povertà, che riguardano prevalentemente i giovani e che le restrizioni dovute al Covid-19 hanno profondamente aggravato. La povertà educativa e relazionale si sta infatti abbattendo in modo particolare sulla fascia degli adolescenti che risulta la più colpita dalle conseguenze delle misure restrittive e che manifesta aumento di situazioni di ansia, di stress, di aggressività, di isolamento e anche di apatia. Contro questa pericolosa tendenza, che rischia di avere conseguenze negative anche ben oltre la pandemia, si evidenzia che la Regione Emilia-Romagna ha messo in campo nel 2020 numerose azioni per contrastare le disuguaglianze, il fenomeno del ritiro sociale, la povertà educativa di adolescenti e preadolescenti, anche sfruttando, laddove possibile, la flessibilità introdotta dalla Commissione europea nell’utilizzo dei fondi europei. Gli interventi della Regione hanno anche riguardato la regolamentazione delle attività formative da erogarsi a distanza, il contrasto al digital divide e il diritto allo studio. É di recente approvazione il programma finalizzato della Regione Emilia-Romagna “Azioni di contrasto alla povertà minorile, educativa, relazionale” e a contrasto del fenomeno del ritiro sociale, il cosiddetto Hikikomori, per preadolescenti e adolescenti. Alla luce di quanto sopra esposto si ritiene la “Bussola per il digitale 2030: il modello europeo per il decennio digitale” particolarmente rilevante per il contesto regionale e si chiede pertanto alla Giunta e all’Assemblea di monitorare gli sviluppi di questa iniziativa.

 

12) Con riferimento all’obiettivo n. 6 Pacchetto "Dati" e all’obiettivo n. 32 Spazio europeo dei dati sanitari, si sottolinea il particolare interesse per le iniziative legislative collegate a questi obiettivi e si ribadisce che a fronte delle opportunità che si apriranno per il miglioramento della qualità dell’assistenza, sarà necessario bilanciare gli interessi del singolo con quelli della collettività attraverso la regolamentazione di un tema non facile, qual è quello della protezione dei dati personali. Si richiamano a questo proposito le considerazioni già espresse in occasione dell’esame del Piano europeo di lotta contro il cancro (Risoluzione ogg. 2999 approvata dalla I Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali nella seduta del 22 marzo 2021): “[...] si ritiene fondamentale imprimere un necessario sviluppo della salute e medicina di genere, affinché le differenze biologiche e socioculturali tra uomini e donne si traducano in differenti approcci nella prevenzione, nella diagnostica, nella terapia e nella riabilitazione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) indica il genere come determinante di salute attraverso il quale è necessario promuovere un’attività scientifica e di ricerca genere-specifica, includere uomini e donne nei trials clinici, sviluppare percorsi di diagnosi e cura gender oriented, formare il personale sanitario. A tal proposito si evidenzia che la Regione Emilia-Romagna già nel 2014, ben prima del Piano nazionale per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere in attuazione dell’articolo 3, comma 1, Legge 3/2018, introdusse per via legislativa la necessaria e doverosa dimensione interdisciplinare della medicina che vuole studiare l’influenza del sesso e del genere su fisiologia, fisiopatologia e patologia umana.” Alla luce di queste considerazioni, si invita la Giunta a mantenere alta l’attenzione rispetto all’applicazione di metodologie di raccolta e gestione dei dati rispettose delle differenze di genere e si chiede alla Giunta e all’Assemblea di valutare le iniziative europee collegate al Pacchetto dati con una particolare attenzione anche a questo aspetto.

 

13) Con riferimento all’Obiettivo n. 9 Miglioramento delle condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali, si evidenzia che a febbraio la Commissione europea ha avviato la prima fase di consultazione delle parti sociali in vista della presentazione a fine 2021 di una iniziativa legislativa in merito.  Considerato il rapido sviluppo del settore, accentuato dalla pandemia in corso, e il fatto che alcuni tipi di lavoro tramite piattaforme possono essere associati a condizioni di lavoro precarie, assenza di trasparenza e assenza di prevedibilità degli accordi contrattuali, problemi di salute e sicurezza e insufficiente tutela sociale, si condivide l’attenzione a questa problematica e si auspica che le parti sociali avviino negoziati tra loro per raggiungere presto un accordo condiviso, superando così la necessità di intervenire con una proposta legislativa. Si invitano pertanto Giunta e Assemblea a tenere monitorata questa iniziativa.

 

14) Con riferimento all’Obiettivo n. 10 “Strategia industriale per l’Europa”, si evidenzia che si tratta di un aggiornamento della recente Strategia industriale europea che, essendo stata lanciata a marzo 2020, non tiene conto né dell’impatto della pandemia da Covid-19 sul sistema industriale europeo, né, di conseguenza, delle opportunità di ripresa derivanti dal Piano Next Generation EU. Si rileva che sulla nuova Strategia, prevista per il secondo trimestre del 2021, il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione (2020/2076(INI)) in cui sottolinea che, a prescindere dalla crisi del COVID-19, la lotta ai cambiamenti climatici rimane una delle maggiori sfide, ma che le industrie europee prima di poter affrontare la transizione ambientale e digitale necessarie, hanno bisogno di riprendersi dalla pandemia. La nuova strategia dovrebbe per questo articolarsi in due fasi: in primo luogo, dovrebbe affrontare la questione della ripresa industriale e della competitività mondiale a lungo termine, in particolare nei settori in espansione e in quelli più duramente colpiti dalle misure di contenimento del Covid-10, favorendo la ricapitalizzazione delle imprese e salvando posti di lavoro. La seconda fase dovrebbe poi focalizzarsi sulla ricostruzione e trasformazione dell’industria europea con un approccio sociale ed ecosostenibile per realizzare la transizione verde e digitale e l’inclusione sociale dando piena attuazione al Pilastro europeo dei diritti sociali. Nella risoluzione inoltre il Parlamento europeo evidenzia la necessità di porre l'accento sulla coesione regionale e sociale allo scopo di rilanciare l'economia delle regioni più colpite, di sostenere programmi di istruzione e formazione volti a soddisfare le necessità dell'economia, di finanziare la ricerca per accrescere l’autonomia soprattutto nelle produzioni connesse alla salute (farmacia, biomedicale, protesica , tecnologie sanitarie ecc ) e, nel contesto dell'assistenza emergenziale, di fornire sostegno alle imprese che non sono registrate nei paradisi fiscali e rispettano i contratti collettivi. Si evidenzia anche che il Parlamento europeo con successiva Risoluzione (2020/2131(INI)) ha sollecitato la Commissione europea a presentare una versione aggiornata anche della strategia per le PMI europee che costituiscono la spina dorsale dell'economia europea e dovrebbero essere adeguatamente sostenute da strumenti finanziari mirati visto che, rispetto alle imprese di dimensioni maggiori, incontrano maggiori difficoltà nell'accesso ai finanziamenti. A questo proposito si evidenzia che è necessario attivarsi presso l’EBA per estendere almeno a fine anno il regime di flessibilità sulle regole per i prestiti delle banche che scadrebbero a giugno 2021. Bisogna inoltre estendere la garanzia pubblica dell’EBA alle banche europee dagli attuali 6 anni ad almeno 15 anni, consentendo alle PMI di diluire i propri impegni finanziari su un arco di tempo più lungo.

Con particolare riferimento alla produzione e distribuzione dei vaccini anti Covid-19, si evidenzia che nella attuale fase è fondamentale, come emerge anche dalla risoluzione assembleare recentemente approvata (oggetto 2922), impegnare la Giunta a sollecitare il Governo italiano affinché, d'intesa con gli altri Paesi dell'Unione Europea, prema sulla Commissione Europea e sugli Organismi sovranazionali per attuare la soluzione più adeguata, facendosene portavoce durante la presidenza del G20, per incrementare la produzione e la distribuzione dei vaccini anti Covid-19, oltre alla ricerca. In tale atto di indirizzo si sottolinea come la diffusione e somministrazione dei vaccini anticovid possa influenzare in modo determinante la ripresa della normalità. A tal fine si richiama l’articolo 31 del Trade - Related Aspects of Intellectual Property Rights (TRIPs), il quale prevede il diritto, per gli Stati membri del World Trade Organization (WTO), di disporre, per legge, in condizioni di emergenza, l’uso del brevetto senza autorizzazione del titolare, pagando una congrua royalty e che l’attivazione di tale procedura permetterebbe di produrre un maggior numero di vaccini e anche di esportarli in Paesi che non hanno le strutture per fabbricarli in proprio. Oltre a tale possibile procedura, altra strada percorribile sarebbe quella di sostenere con adeguate misure le aziende a consorziarsi con altre aziende, che hanno le strutture adeguate e le necessarie specializzazioni, per implementare, oggi, la produzione dei vaccini anti Covid – 19 e fronteggiare in tal modo la difficoltà di produrre i quantitativi richiesti e, domani, avere strutture industriali adeguate alla produzione di vaccini, vecchi e nuovi.

Sul tema della strategia industriale per l’Europa si evidenzia inoltre che il Patto per il lavoro e per il clima sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna il 15 dicembre 2020 si inserisce perfettamente all’interno delle strategie dell’Unione Europea per il raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 e il rilancio e la transizione verso un’economia più sostenibile dal punto di vista ambientale e sociale. Si sottolinea inoltre che è fondamentale il coordinamento tra programmi, progetti ed interventi e che l’integrazione di strumenti di attuazione a carattere settoriale nella visione territoriale trova la sua più rilevante espressione nella Smart Specialization Strategy (S3) regionale, introdotta dalla Commissione Europea con il Regolamento UE 1303/2013, ovvero una strategia di specializzazione intelligente che ogni regione deve delineare e perseguire facendo leva sui propri vantaggi competitivi, così da “specializzarsi” in un numero ridotto di ambiti che possano raggiungere standard di eccellenza e fare da traino al sistema regionale nel suo complesso, con particolare attenzione alle Scienze della Vita e alle ricadute economiche e sociali. Pur essendo una condizionalità legata all’approvazione del POR-FESR, la S3 in realtà rappresenta l’ossatura del disegno di innalzamento competitivo e attrattivo della regione, utile a ricondurre le diverse politiche settoriali lungo una visione unitaria e di insieme del sistema regionale. La nuova S3 per il periodo 2021-2027 dovrà tenere conto non solo dei risultati del precedente settennato, ma anche dell’evoluzione della tecnologia, dei sistemi produttivi, dell’ecosistema regionale della ricerca e, in particolare, delle nuove sfide di carattere globale, così come evidenziato dagli obiettivi politici dell’Unione europea e dell’Agenda 2030 per massimizzare l’accesso a fondi nazionali ed europei per la R&I e dirottare consistenti risorse sui processi di innovazione tecnologica con particolare riferimento al 5G, all’Intelligenza Artificiale e alla Cybersicurezza.

 

15) Sullo stesso punto si sottolinea altresì che sarà fondamentale accrescere l’efficacia dell’azione pubblica, favorire la semplificazione delle procedure e la qualificazione del sistema dell’istruzione e formazione al fine di consentire la diffusione dell’innovazione e della digitalizzazione per ridisegnare le catene logistiche, le filiere di subfornitura e il modo stesso di fare impresa, aiutando soprattutto le PMI ad attuare le trasformazioni necessarie per rimanere competitive sui mercati nazionali e internazionali. Rimane altresì necessario salvaguardare le aziende del settore terziario, messe fortemente a rischio dalle misure adottate per fronteggiare la pandemia. Si tratta di un patrimonio di piccole e microimprese che garantiscono non solo qualità e originalità di determinati prodotti ma che pure salvaguardano il tessuto sociale dalla disgregazione, fungendo da punto di riferimento di fronte all’isolamento individuale tipico di una società sempre più digitale e contraddistinta da relazioni virtuali. Si evidenzia infine come nell’attuale momento di crisi economica, si rende necessario richiamare l’attenzione sull’adozione di misure finanziarie ad hoc per il settore della moda, che impiega soprattutto manodopera femminile. Sul tema dell’imprenditoria femminile si ricorda la recente approvazione della L.R. 11/2020, art. 26 - Modifica all’articolo 31 della legge regionale n. 6 del 2014, (Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere) con cui la Regione Emilia-Romagna ha costituito un apposito fondo a sostegno dell’imprenditoria femminile denominato “Fondo regionale per l’imprenditoria femminile e Women New Deal”. Infine, si richiama anche la L.R. 11/2020, che modifica la L.R. 1/2010, per il sostegno alla digitalizzazione delle imprese artigiane e alla formazione di competenze propedeutiche al ricambio generazionale. Alla luce di quanto sopra esposto si chiede alla Giunta e l’Assemblea legislativa di monitorare gli sviluppi dell’iniziativa non legislativa “Aggiornamento della nuova strategia industriale per l’Europa” e di seguire l’iter di approvazione del pacchetto legislativo sui fondi strutturali 2021-2027 al fine di poter contribuire alla definizione delle politiche industriali che incideranno sulla ripresa economica del territorio regionale.

 

16) Con riferimento all’obiettivo 15 “Governance societaria sostenibile”, si ritiene necessario sviluppare il concetto di sostenibilità non solo in riferimento al Green Deal europeo, ma significativamente in rapporto alla declinazione delle pari opportunità in azienda anche attraverso una organizzazione antidiscriminatoria ispirata ad un Women New Deal europeo che realizzi gli indirizzi della Strategia per la Parità di genere 2020-2025, in linea con l’Obiettivo 5 dell’Agenda ONU 2030. In tal senso si ricorda che l’Assemblea legislativa ha approvato il 5 novembre 2020 una Risoluzione che impegna la Giunta regionale e la stessa Assemblea per quanto di competenza a “(…) monitorare, in collaborazione con la Consigliera regionale di parità, organizzazioni sindacali, direzioni del lavoro e tutti i soggetti coinvolti, le discriminazioni e le molestie sul lavoro (…) individuare agevolazioni e premialità per le aziende che praticano le pari opportunità nella propria organizzazione e promuovono l’inserimento lavorativo di donne in carico a percorsi assistiti di usciti dalla violenza”. A ciò si aggiunge l’Ordine del giorno collegato al Bilancio di previsione della Regione Emilia-Romagna 2021-2023 in cui si impegna la Giunta “a dare ampio spazio nella futura programmazione europea 2021-2027 a temi ed obiettivi trategici quali il Women New Deal (…)”. Si ritiene altresì necessario rafforzare il sistema di protezione e contrasto della violenza e delle molestie nel mondo del lavoro come da ratifica del Parlamento italiano della Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) n. 190 del 2000, in quanto violenza e molestie sono incompatibili con lo sviluppo di imprese sostenibili e hanno impatto negativo su organizzazione del lavoro, rapporti di lavoro, reputazione delle imprese e produttività. Propositi che si invita a perseguire nell’ambito regionale con azioni integrate e trasversali, anche mediante valutazioni di impatto di genere ex ante. 

 

17) Con riferimento all’Obiettivo 18 Pacchetto economia equa, si concorda con l’importanza di dare piena attuazione al Pilastro europeo dei diritti sociali affinché la ripresa non lasci indietro nessuno, ma anzi rappresenti l’opportunità per rafforzare l’equità sociale nella duplice transizione digitale e verde. Si evidenzia che la Commissione europea il 4 marzo 2021 ha presentato il Piano d’azione UE per l’attuazione del Pilastro europeo diritti sociali che definisce nuovi e ambiziosi target per l’Unione europea in materia di occupazione, competenze e protezione sociale per accelerare l’attuazione dei 20 principi del Pilastro, punto di riferimento per la costruzione di un’Europa sociale forte. A questo proposito si richiamano le azioni già presentate o annunciate dalla Commissione europea collegate al Pilastro: l'agenda per le competenze per l'Europa (principio 1), la strategia per la parità di genere (principio 2), il piano d'azione dell'UE contro il razzismo (principio 3), il pacchetto a sostegno dell'occupazione giovanile (principio 4), la proposta di direttiva relativa a salari minimi adeguati (principio 6), una proposta di direttiva sulla trasparenza retributiva (principio 2), una nuova strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 (principio 17), la garanzia europea per l'infanzia (principio 11), un nuovo quadro strategico in materia di salute e sicurezza sul lavoro (principio 10), un'iniziativa per migliorare le condizioni di lavoro delle persone che lavorano attraverso le piattaforme digitali (principi 5 e 12) e un piano d'azione per il settore dell'economia sociale. Si concorda sul fatto che il Piano è oggi più che mai determinante per favorire una ripresa post Covid equa ed inclusiva e si valutano positivamente i tre obiettivi principali da raggiungere entro il 2030: garantire che almeno il 78% della popolazione tra i 20 e i 64 anni abbia un lavoro, assicurare che almeno il 60% di tutti gli adulti partecipi ogni anno ad attività di formazione, ridurre il numero di persone a rischio di povertà o di esclusione sociale di almeno 15 milioni, di cui almeno 5 milioni dovrebbero essere bambini. La Commissione europea invita gli Stati membri, comprese le regioni, gli enti locali, le parti sociali e altri attori pertinenti, ad un impegno condiviso per la realizzazione del Piano, evidenziando come tali obiettivi debbano contribuire ad orientare le politiche e le riforme nazionali, anche nel contesto dei piani nazionali per la ripresa e la resilienza, e regionali con riferimento anche alla programmazione dei fondi previsti dalla politica di coesione per il periodo 2021-2027. Si evidenzia che il Piano costituisce il contributo della Commissione al Vertice sociale di Porto organizzato dalla Presidenza portoghese del Consiglio dell'UE e in programma a maggio 2021. Questo appuntamento sarà incentrato sulle modalità per rafforzare la dimensione sociale dell'Europa per far fronte alle sfide connesse a una ripresa equa, inclusiva e resiliente e alla transizione verde e digitale. Sarà infatti l’occasione per rinnovare, al più alto livello politico, l'impegno ad attuare il Pilastro dei diritti sociali. Si rileva che la proposta della Commissione europea è in linea con la risoluzione del 17 dicembre 2020 con cui il Parlamento europeo, oltre a sottolineare le sfide più importanti da affrontare nel prossimo decennio per una transizione equa che non lasci indietro nessuno, chiedeva l'adozione di un'agenda sociale per concretizzare i principi del Pilastro europeo dei diritti sociali mediante l'adozione di un piano d'azione e la definizione di obiettivi ambiziosi e obbligatori relativi a temi sfidanti quali: condizioni di lavoro dignitose per tutti, inclusi coloro che lavorano per le piattaforme digitali; mercati del lavoro sostenibili e inclusivi; giustizia sociale e pari opportunità; sistemi di protezione sociale forti e mobilità equa.

Si sottolinea che nella “Relazione sul semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche: aspetti occupazionali e sociali della strategia annuale per la crescita sostenibile 2021” l’Unione europea afferma che sosterrà lo sforzo con tutti gli strumenti disponibili: sostegno finanziario, promozione dell'impegno di tutti gli attori, orientamento e coordinamento delle politiche economiche e sociali nazionali attraverso il semestre europeo, attuazione della legislazione UE, ruolo di leader globale. La sostenibilità competitiva è uno dei pilastri su cui poggia l'economia sociale di mercato europea, che tende a un modello di crescita sostenibile e inclusivo capace di garantire le migliori condizioni per le persone e il pianeta. Nell’ambito dunque dell’obiettivo di accompagnare la transizione ecologica nel settore della pesca nell’Alto Adriatico, con misure che non pregiudichino la sopravvivenza delle imprese del settore, occorre sottolineare l’attenzione della Regione al tema del massimo rendimento sostenibile, con una valutazione attenta in merito alle conseguenze delle progressive riduzioni dei giorni di pesca e della capacità delle flotte, anche attraverso una valutazione puntuale sugli esiti prodotti dalle giornate di fermo aggiuntivo previste dal decreto ministeriale, al fine di giungere ad una definizione equilibrata delle regole, che tenga nel dovuto equilibrio l’obiettivo della sostenibilità delle risorse marine con quello della tenuta economica degli operatori del settore.

Con riferimento all’obiettivo della Commissione europea di sostenere la ripresa economica per costruire un’Europa sociale forte e non lasciare indietro nessuno, si richiamano le regole europee recentemente entrate in vigore relative al tema del default bancario e si sottolinea che dalle audizioni degli stakeholders svolte nelle Commissioni assembleari nel corso del mese di marzo è emerso come l’entrata in vigore, a decorrere dal 1° gennaio 2021, di tali previsioni, nate in altra epoca storica e in tutt’altro contesto economico, rischi di tradursi in un irrigidimento pericoloso dei meccanismi di credito, nel senso che l’eccessiva rigidità della nuova normativa europea non permette al sistema del credito l’opportuna flessibilità e rischia di costituire un vero problema immediato per imprese e privati e per tutta l’economia del nostro Paese, caratterizzata da migliaia di piccole e medie imprese, attività artigianali e commerciali, già messa a dura prova dalle conseguenze della pandemia. Le nuove regole europee in materia di classificazione dei debitori in default e, in particolare, il Regolamento delegato n. 171 del 19 ottobre 2017, hanno infatti fissato nuovi parametri della soglia di rilevanza per il sistema bancario, rendendoli ancora più stringenti rispetto a quelli adottati in questi anni dalle banche italiane. Pur mantenendo invariata la situazione debitoria, dunque, con queste nuove regole più rigide, le imprese potrebbero improvvisamente ritrovarsi in una condizione di default (dal 1 gennaio diventano inadempienti verso le banche imprese e privati che presenteranno arretrati di pagamento per oltre 90 giorni, rispettivamente a partire da 500 e da 100 euro). Dai dati presentati nel corso delle audizioni nelle Commissioni assembleari, per citarne uno per tutti, oltre 450 mila imprese in Emilia-Romagna sono interessate dal provvedimento e diventa importantissimo sia agire sul fronte della comunicazione e dell’educazione finanziaria a tutti i livelli, per aumentare la consapevolezza negli utenti delle nuove regole e delle possibili conseguenze della loro applicazione da parte delle banche, sia raccomandare agli istituti di credito un’attenta e ponderata applicazione delle medesime, facendo una valutazione qualitativa, caso per caso; individuare e sollecitare modalità applicative che evitino di aggravare la condizione del tessuto produttivo già duramente provato dalle conseguenze economiche e sociali della pandemia, nel senso di prevedere termini più ampi per la gestione dei crediti non preformanti, da parte degli istituti di credito e per evitare una possibile contrazione del credito in una fase economica particolarmente delicata.

 

18) Con riferimento alla nuova garanzia europea per l'infanzia, si auspica che questa possa contribuire a ridurre la povertà infantile e le disuguaglianze garantendo a tutti i bambini l’accesso a servizi di base come sanità, istruzione, abitazioni adeguate e alimentazione sana, in attuazione della Strategia dell’Unione sui diritti dei minori (obiettivo 38) approfondita più avanti. A questo proposito, richiamate la L.R. 2/2003 “Norme per la promozione della cittadinanza sociale e per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” e la L.R. 14/08 “Norme in materia di politiche per le giovani generazioni” e il Piano sociale e sanitario ad esse collegato, si evidenzia la particolare attenzione che la Regione Emilia-Romagna pone alla tutela dei minori e delle loro famiglie e si valutano positivamente le azioni di prevenzione e protezione messe in campo dai competenti servizi regionali per ridurre le situazioni di disagio e svantaggio socio-culturale e per migliorare e potenziare le risposte integrate della rete dei Servizi socio-sanitari. Tra queste si menzionano in particolare per il 2020, l’istituzione di un tavolo tecnico regionale per l’avvio di un percorso di qualificazione del sistema di cure ed accoglienza dei minori (DGR n. 1444/2020), l’avvio di un programma formativo per il sistema integrato (DGR n. 1742/2020) e l’aggiornamento, in corso di definizione, delle raccomandazioni per l’accoglienza delle vittime di violenza in Pronto soccorso alla luce delle più recenti indicazioni nazionali e sulla base dell’esperienza maturata negli anni nei servizi della Regione.

In questo quadro, si concorda sull’importanza delle iniziative della Commissione europea collegate all’attuazione del Pilastro europeo dei diritti sociali e si chiede pertanto a Giunta e Assemblea, nell’ambito delle rispettive competenze, di seguire l’evoluzione di tali iniziative al fine di valutare l’opportunità di esprimere osservazioni sulle proposte presentate dalla Commissione europea.

 

19) Con riferimento all’Obiettivo 26 Vicinato meridionale, si rileva che la Commissione europea e l’Alto rappresentante dell’UE per gli Affari Esteri e la Politica di sicurezza hanno pubblicato, il 9 febbraio 2021, la comunicazione congiunta dal titolo Partenariato rinnovato con il vicinato meridionale che propone un’innovativa e ambiziosa Agenda per il Mediterraneo per rilanciare la cooperazione e realizzare il potenziale inespresso dell’area in una prospettiva di ripresa economica post-Covid19 che punti alla duplice transizione verde e digitale e alla costruzione di società inclusive attraverso il perseguimento dei seguenti obiettivi: sviluppo umano, buongoverno e Stato di diritto; rafforzare la resilienza, costruire prosperità e realizzare transizione digitale; pace e sicurezza; migrazione e mobilità; transizione verde: resilienza al cambiamento climatico, energia e ambiente. La nuova Agenda per il Mediterraneo guiderà la politica dell’Unione nei confronti della regione e la programmazione pluriennale nell’ambito del nuovo strumento di vicinato, cooperazione allo sviluppo e cooperazione internazionale dell'UE (NDICI) a livello regionale e bilaterale. L’UE effettuerà un riesame intermedio della comunicazione congiunta nel 2024. Nel richiamare la L.R 12/2002 che disciplina le politiche di cooperazione internazionale attuate dalla RER, si sottolinea che la Regione Emilia-Romagna ha continuato a consolidare il proprio ruolo in questo ambito rilanciando la necessità di uno sviluppo condiviso e di una cooperazione che oltrepassi barriere e confini nazionali, ritenendo fondamentale adottare una nuova visione, che permetta di individuare risposte adeguate alle sfide che investano tutti i settori, da quello sanitario a quello economico, sociale e anche valoriale. A questo proposito, si rileva che nel 2020 sono state realizzate le seguenti tipologie di intervento:

a) Programmazione e gestione dei fondi regionali: è stato emanato un bando che, tenuto conto delle nuove priorità dettate dalla necessità di combattere il Covid-19, ha posto maggiore attenzione a programmi più mirati nel settore della sanità e della prevenzione. La priorità sanitaria legata all’Obiettivo sostenibile 3 “Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età” è stata inserita come trasversale in tutti i paesi ed ha caratterizzato la strategicità del bando 2020 su cui sono confluiti tutti i fondi regionali destinati al bando ordinario, progetti strategici e progetti di emergenza. I paesi oggetto degli interventi sono stati: Burundi, Burkina Faso, Camerun, Campi Profughi Saharawi e Territori liberati, Costa D’Avorio, Etiopia, Kenya, Marocco, Mozambico, Senegal, Tunisia; Territori Autonomia Palestinese, Bielorussia, Ucraina. Sul bando regionale sono stati presentati 55 progetti da associazioni ed enti locali del territorio regionale e ne sono stati approvati 40, la maggior parte dei quali riguardanti la tutela della salute. L’emergenza Coronavirus ha causato una crisi socio-economica senza precedenti che sta colpendo tutte le famiglie del mondo ed in particolare le fasce più vulnerabili. Per le famiglie più vulnerabili la mancanza di servizi socio-educativi o di misure compensative limita ulteriormente la loro capacità di adottare misure di contenimento del virus, o di distanziamento fisico aumentando quindi la loro esposizione all’infezione. Per questo la RER intende continuare e consolidare il proprio ruolo in ambito di cooperazione internazionale rilanciando la necessità di uno sviluppo condiviso e di una cooperazione che oltrepassi barriere e confini nazionali. E’ fondamentale adottare una nuova visione, che permetta di individuare risposte adeguate alle sfide, a tutto campo, che investano tutti i settori, da quello sanitario a quello economico, sociale, e anche valoriale.

b) Coordinamento con politiche nazionali e partecipazione a Gruppi interregionali: la Regione ha partecipato attivamente ai tavoli nazionali ed internazionali attraverso i gruppi di lavoro del Consiglio Nazionale della Cooperazione allo Sviluppo. In particolare, si è giunti alla definizione del documento triennale del MAECI (Ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale) ed alla discussione relativa alla presentazione della DAC Peer Review della cooperazione italiana. Inoltre, sono proseguite le attività sui progetti AICS (Agenzia Italiana della Cooperazione allo Sviluppo) di cui la Regione è partner.

c) Coordinamento con politiche europee, progettazione e gestione di fondi europei: sono proseguite le attività legate al progetto Shaping fair cities ideato e coordinato dalla Regione Emilia-Romagna. Il progetto, che coinvolge 16 partner di 7 paesi europei e 2 non UE, ha l’obiettivo di promuovere il ruolo dei governi locali nell'attuazione degli obiettivi dell’Agenda 2030, attraverso il coinvolgimento attivo di decisori locali, funzionari pubblici, organizzazioni e cittadini nella localizzazione degli SDGs (Sustainable Development Goals). Sono stati coinvolti in questo progetto europeo 23 comuni del territorio regionale, i comuni capoluogo Bologna, Modena, Ravenna, Ferrara, Forlì-Cesena e tanti altri piccoli comuni ed unioni di comuni con cui si è lavorato e si sta lavorando sulla localizzazione dell’agenda 2030. Sempre in questo ambito si evidenziano il progetto PEMA (Progetto Emilia-Romagna per l’Albania), di cui la Regione Emilia-Romagna è capofila, coadiuvata da una ATI di enti di formazione (Ifoa, Aca  e Serinar) e ART-ER, orientato a sostenere il Ministero dell’Economia e delle Finanze-MEF nella consulenza politica e nella creazione di un centro di istruzione e formazione professionale multifunzionale agro-alimentare nella regione di Fier in Albania, allo scopo di aumentare l'occupabilità dei diplomati IeFP e contribuire al miglioramento della competitività del paese nei settori agricolo e della trasformazione agroalimentare. Infine, il progetto Byllis, capofilato dall’Agenzia Italia Cooperazione allo Sviluppo (AICS) di Tirana, nell’ambito del Programma “Instrument for pre-accession Assistance (IPA II) 2014- 2020” per la valorizzazione del sito archeologico di Byllis in Albania, la cui realizzazione è stata avviata nel corso del 2020. AICS Tirana ha proposto alla Regione Emilia-Romagna di operare in partenariato coinvolgendo il proprio territorio attraverso l’Istituto per i Beni Artistici, Culturali e naturali (IBC) e le sue partecipate ART-ER e LEPIDA (risorse complessive assegnate RER 984.000,00 euro), nonché l’Università di Bologna (risorse assegnate 825.000,00), alla quale sono state demandate le azioni di formazione del personale e la predisposizione del Dossier per la candidatura di Byllis a sito UNESCO.

 

20) Con riferimento alla Cooperazione territoriale europea (CTE), si sottolinea che per il periodo 2021-2027 la Regione Emilia-Romagna intende promuovere la partecipazione attiva del territorio regionale e del suo sistema alle opportunità che verranno messe a disposizione con la futura programmazione, ribadendo il suo impegno nei diversi programmi con l’assunzione di ruoli di rappresentanza e coordinamento delle altre Regioni italiane. In particolare, con riferimento al Programma di cooperazione territoriale transnazionale Adrion, si evidenzia che la RER è stata riconfermata Autorità di gestione anche per il prossimo periodo di programmazione dei Fondi europei per la Politica di Coesione 2021-2027. La Regione sarà quindi un punto di riferimento essenziale per nove Stati (quattro appartenenti all’Unione - Italia, Croazia, Grecia e Slovenia - e cinque in fase di preadesione - Albania, Bosnia Erzegovina, Montenegro, Nord Macedonia e Serbia) e dovrà gestire un ammontare complessivo di risorse pari a 120 milioni di euro per finanziare progetti realizzati da un partenariato multinazionale, che vede collaborare soggetti pubblici e privati con l’intento di ampliare le occasioni di investimento in tutti i territori coinvolti. La presenza in questa programmazione di paesi come la Serbia e Macedonia del nord che non hanno un affaccio sul mare proietta questo programma in una dimensione più votata alla coesione e integrazione e a favorire l’allargamento. Inoltre, si rileva come il ruolo di autorità di gestione, costituisce per la Regione un’opportunità per incrementare e rafforzare le relazioni istituzionali, commerciali e turistiche in un’area strategica per il futuro dell’Europa ed apre grandi possibilità di sviluppo al sistema territoriale emiliano-romagnolo in tutte le sue componenti, pubbliche e private. I principali settori di intervento cui saranno destinati i fondi del programma sono: turismo, economia blu, processi di trasformazione verde e circolare dei sistemi produttivi, tecnologie innovative per il contrasto ai cambiamenti climatici e sviluppo di mobilità urbane sostenibili. A seguito degli accordi presi dalla Presidenza con la Repubblica di San Marino, la Regione ha assistito la Repubblica nel processo di adesione alla Strategia macroregionale EUSAIR che è entrato nella fase finale e che si prevede si concluderà positivamente, ed ora sta fornendo assistenza tecnica nella richiesta di ingresso nel programma ADRION. In continuità con la precedente programmazione, la Regione Emilia-Romagna intende consolidare il sistema di relazioni internazionali con i paesi balcanici e mediterranei ed il posizionamento nell'area del Mediterraneo Occidentale, attraverso la partecipazione alle macro strategie regionali (EUSAIR – area dei Balcani occidentali e la candidatura all’ingresso in EUSALP – area Alpina) e attraverso i ruoli di indirizzo e di gestione che punterà ad assumere nei Programmi di cooperazione territoriale transazionali e transfrontalieri quali MED Europe, Italia Croazia, Espon, Urbact, Central Europe, Interreg Europe. Lo sviluppo della CTE nella nuova programmazione richiederà una forte integrazione di tutte le risorse europee stanziate sia nell’ambito del QFP 2021-27, sia nell’ambito del Piano di ripresa “Next Generation EU” che concentra gli interventi 2021-24 che dovranno strategicamente essere integrati con le risorse nazionali e regionali. Alla luce di quanto sopra esposto si conferma l’interesse per l’obiettivo n. 26 Vicinato meridionale e si chiede alla Giunta e all’Assemblea di continuare a monitorare l’iter di approvazione del pacchetto legislativo sui fondi strutturali 2021-2027 con particolare attenzione alle risorse che verranno destinate alle attività di cooperazione territoriale europea.

 

21) Con riferimento all’obiettivo 28 Ricerca, innovazione, istruzione e gioventù, si sottolinea la necessità di perseguire un approccio di formazione, orientamento e inclusione delle competenze femminili nelle materie STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) come sostenuto dalla Strategia europea per la parità di genere secondo cui “le donne e gli uomini, le ragazze e i ragazzi, in tutta la loro diversità, dovrebbero essere liberi di esprimere le loro idee e le loro emozioni e di perseguire le loro scelte formative e professionali senza sentirsi vincolati da ruoli di genere stereotipati”, al fine di colmare il profondo divario esistente nel coinvolgimento di donne e uomini in settori di importanza strategica. A questo proposito si richiama la risoluzione dell’Assemblea legislativa del 5 novembre 2020 in cui impegna la Giunta “a sostenere e investire sulle iniziative e sulle progettualità di contrasto agli stereotipi di genere, avvicinamento delle ragazze alle materie STEM, anche attraverso bandi”, che si invita la Giunta regionale a tradurre in azioni concrete.

 

22) Con riferimento all’obiettivo 31 Ricerca e sviluppo europei in campo biomedico, e in risposta alla situazione di emergenza venutasi a creare con la pandemia da Covid-19, si evidenzia che nel corso del quarto trimestre 2021 la Commissione intende lanciare una proposta legislativa per istituire un'Agenzia europea per la ricerca e lo sviluppo avanzati in campo biomedico, sul modello della statunitense Biomedical Advanced Research and Development Authority – BARDA, allo scopo di rafforzare la capacità dell’Unione europea di far fronte alle minacce e emergenze transfrontaliere, che siano di origine naturale o provocate dall'uomo, e ovviare alla dipendenza dalla catena di approvvigionamento, in particolare per i prodotti farmaceutici. Si ritiene il tema di grande interesse in quanto la Regione Emilia-Romagna è sede di uno dei più grandi distretti biomedicali su cui ha investito moltissimo per sostenere la ricerca nel campo dei dispositivi medici, con attenzione anche alla biocompatibilità, pertanto si chiede alla Giunta e all’Assemblea, nell’ambito delle rispettive competenze, di seguire l’evoluzione di tale iniziativa al fine di valutare l’eventuale impatto sul territorio regionale.

 

23) Nell’ambito delle iniziative della Commissione europea per assicurare una risposta coordinata nelle misure di contenimento della pandemia di COVID-19, si segnala la Proposta di regolamento su un quadro per il rilascio, la verifica e l'accettazione di certificati interoperabili relativi alla vaccinazione, ai test e alla guarigione per agevolare la libera circolazione durante la pandemia di COVID-19 (certificato verde digitale) COM(2021) 130 del 17 marzo 2021. Considerato il ruolo che i servizi sanitari regionali svolgono nelle attività di vaccinazione e le particolari condizioni della campagna vaccinale in corso per il COVID-19, si invita la Giunta a prendere in esame la proposta, con particolare attenzione alle possibili ricadute sui servizi erogati dalla sanità pubblica emiliano-romagnola.

 

24) Con riferimento all’Obiettivo n. 36 Seguito dato allo spazio europeo dell’istruzione e all’aggiornamento dell’agenda per le competenze, si sottolinea l’importanza di sostenere e favorire il diritto all’apprendimento permanente per la piena attuazione del primo Pilastro europeo dei diritti sociali che sancisce il diritto a un'istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi. Considerato che i mercati europei del lavoro stanno evolvendo rapidamente sotto la spinta della duplice transizione verde e digitale, si ritiene che questo obiettivo vada perseguito con ancora maggiore forza, anche alla luce dello scenario che il covid-19 ha determinato in questi ultimi due anni. Si ritengono pertanto particolarmente interessanti le iniziative, legislative e non legislative, che la Commissione europea intende presentare a fine 2021 sulle microcredenziali e i conti individuali di apprendimento al fine di costituire un quadro europeo condiviso e omogeneo sul territorio. Si evidenzia che a questo scopo la Commissione europea sta svolgendo ampie consultazioni su tutti i settori dell'istruzione e della formazione ai fini dell'elaborazione, entro la fine del 2021, di una raccomandazione del Consiglio sulle microcredenziali per l'apprendimento permanente e le prospettive professionali da adottare. In base a queste considerazioni, si ribadisce l’interesse, già espresso dall’Assemblea legislativa nella risoluzione 1817/2020 in occasione della precedente Sessione europea, per le iniziative collegate allo spazio europeo dell’istruzione e  all’agenda per le competenze e al piano d'azione per l'istruzione digitale e si invitano la Giunta e l’Assemblea legislativa, ognuna per le rispettive competenze, a monitorare le iniziative dell’obiettivo n. 36, per valutare nel momento dell’effettiva adozione delle proposte, l’opportunità di formulare osservazioni.

 

25) Con riferimento all’obiettivo 38 Diritti dei minori, si evidenzia che la Commissione europea, contestualmente alla proposta di raccomandazione del Consiglio che istituisce la Garanzia europea per l’infanzia citata sopra in riferimento all’obiettivo 18 Pacchetto economia equa, ha adottato la prima Strategia dell’UE sui diritti dei minori. Si rileva che si tratta della prima strategia europea dedicata ai minori la cui peculiarità risiede nell’ampio processo partecipativo attraverso cui è stata costruita e che ha visto protagonisti oltre 10.000 minori che hanno contribuito anche alla realizzazione della versione facilitata della Strategia comprensibile ai bambini (Child-friendly strategy version). Al fine di promuovere pari opportunità per i minori a rischio di povertà o di esclusione sociale, condizioni che purtroppo la pandemia da Covid-19 ha acutizzato, la strategia, con un approccio metodologico trasversale, racchiude in un unico strumento le azioni attraverso cui promuovere i diritti dei minori affinché, liberi da qualsiasi forma di violenza, possano realizzarsi pienamente, usufruire in piena libertà e sicurezza delle potenzialità dell’ambiente digitale e prepararsi a partecipare alla vita politica e democratica. A questo proposito si sottolinea che il welfare è sempre stato un tratto distintivo del sistema regionale emiliano-romagnolo e le numerose politiche attuate dalla Regione Emilia-Romagna sui minori si sono rivelate nel tempo efficaci (a partire dal 2013, anno di approvazione della Delibera di indirizzo DGR 1677/2013 per migliorare l’accoglienza e la cura di minori vittime di maltrattamenti e abusi, si è infatti strutturato un modello di governance pubblico integrato che, nel mettere al centro i bisogni dei minori, dà vita ad importanti sinergie con i soggetti della rete coinvolti nelle azioni di tutela), tuttavia, affinché il passaggio dalle politiche di emergenza a quelle per la ripresa sia equo e non lasci indietro nessuno, si ritiene  importante assegnare una nuova centralità al welfare come strumento di equità sociale. Si evidenzia che va in questa direzione quanto sottoscritto nel Patto per il lavoro e per il clima in cui è ribadito l’impegno ad alzare la qualità dell’offerta dell’intero sistema integrato, garantendo e rafforzando la rete dei servizi educativi e delle scuole dell'infanzia che dovranno essere accessibili a tutti e diffusi su tutto il territorio regionale, al fine di rimuovere gli ostacoli determinati dalle diverse condizioni sociali di partenza.

 

26) Sul tema dei diritti dei minori, si evidenzia anche che una parte importante dell'apprendimento, compresa l'acquisizione delle competenze sociali, avviene all’interno dei contesti sportivi e ricreativi. E’ dimostrato infatti che le attività ludico-sportive hanno effetti positivi, soprattutto per i minori provenienti da contesti svantaggiati, ma alcuni gruppi di minori non possono tuttavia permettersi tali attività o la loro partecipazione è ostacolata dalla mancanza di infrastrutture adeguate, dalla scarsa accessibilità o da problemi linguistici. Si ritiene particolarmente importante l’obiettivo di favorire l’accesso alle attività sportive e ricreative per i bambini svantaggiati, con una particolare attenzione alle bambine. Con specifico riferimento al tema dello sport, si ricorda che il 1° dicembre 2020 il Consiglio dei Ministri europei dello sport ha adottato il quarto piano di lavoro dell'UE per lo sport (2021-2024). Si evidenzia che il Piano prevede investimenti nello sport e nell'attività fisica salutare ed individua tra i principali obiettivi anche quelli di “rafforzare la partecipazione allo sport e all’attività fisica salutare al fine di promuovere uno stile di vita attivo e rispettoso dell’ambiente, la coesione sociale e la cittadinanza attiva” e “rafforzare la ripresa e la resilienza alle crisi del settore dello sport durante e dopo la pandemia di COVID-19”. In questo quadro, si concorda sull’importanza delle iniziative della Commissione europea collegate alla tutela dei minori e si chiede pertanto a Giunta e Assemblea, nell’ambito delle rispettive competenze, di seguire l’evoluzione di tali iniziative e di impegnarsi a dare attuazione nel contesto delle diverse politiche regionali alle normative e alle strategie adottate a livello europeo e nazionale.

 

27) Con riferimento al tema della parità di genere, si sottolinea lo sforzo della Regione di focalizzare nel 2020 l’attenzione sull’importanza di garantire alle donne la parità di partecipazione e di opportunità nel mercato del lavoro, attraverso la promozione di politiche finalizzate anche ad evitare che le conseguenze negative del COVID aggravino i divari di genere esistenti, a discapito dei risultati raggiunti. A questo proposito si ricorda che il  nuovo Patto per il lavoro e per il clima, sottoscritto dalla Regione Emilia-Romagna con tutte le parti sociali a dicembre 2020, coinvolge il Tavolo regionale permanente per le politiche di genere con l’obiettivo di “progettare politiche innovative che promuovano: la qualità e la stabilità del lavoro femminile; l’eliminazione dei divari salariali di genere; i percorsi di carriera; la formazione in tutte le discipline; l’imprenditoria femminile; la conciliazione tra tempi di vita e di lavoro anche attraverso un rafforzamento della rete dei servizi; la migliore distribuzione del carico di cura; interventi in materia di orari e tempi delle città; il contrasto a tutte le discriminazioni e alla violenza di genere e omobitransfobica”, rafforzando l’impegno verso la parità di genere e la promozione di un vero e proprio women new deal, per contrastare le diseguaglianze che impediscono lo sviluppo equo e sostenibile, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030  in particolare con l’obiettivo n. 5. Va in questo senso la recente approvazione della L.R. 11/2020, art. 26 - Modifica all’articolo 31 della legge regionale n. 6 del 2014, 1. Dopo il comma 2 dell’articolo 31 della legge regionale n. 6 del 2014 (Legge Quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere) ai sensi della quale la Regione costituisce un apposito fondo a sostegno dell’imprenditoria femminile denominato “Fondo regionale per l’imprenditoria femminile e Women New Deal”. Si invitano pertanto la Giunta e l’Assemblea a continuare a collaborare per concretizzare gli obiettivi sopra evidenziati e a dare piena attuazione nel contesto delle diverse politiche regionali alle normative e alle strategie adottate a livello europeo e nazionale.

 

28) Sul tema della parità di retribuzione in particolare, si segnala la Proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio volta a rafforzare l'applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro o per un lavoro di pari valore attraverso la trasparenza delle retribuzioni e meccanismi esecutivi – COM (2021)93 final adottata dalla Commissione europea il 4 marzo. Questa iniziativa legislativa ha l’obiettivo di realizzare l’effettiva attuazione del principio della parità retributiva prevista nella direttiva 2006/54/CE, integrata nel 2014 da una raccomandazione della Commissione sulla trasparenza retributiva, principio che nonostante il quadro giuridico citato resta ancora una sfida per l’UE, divenuta ancora più urgente per le conseguenze economiche e sociali della pandemia. Se da un lato i dati UE evidenziano come il divario retributivo di genere medio in Italia sia del 5,5%, contro una media europea del 16,3% (Eurostat, 2015), dall’altro va evidenziato come le donne tendono a trascorrere più spesso periodi di tempo fuori dal mercato del lavoro rispetto agli uomini, ed il reinserimento, soprattutto nel nostro Paese, presenti spesso forti difficoltà. Serve, invece, un’attenta riflessione circa il fatto che le posizioni lavorative di gestione e supervisione siano ricoperte in larga maggioranza da uomini. Questa tendenza raggiunge il culmine ai livelli più alti della scala lavorativa: meno del 6% dei dirigenti è, infatti, una donna. Alla luce delle considerazioni espresse sopra sulla parità di genere, si chiede a Giunta e Assemblea di seguire l’evoluzione della proposta e di impegnarsi a dare attuazione per quanto di competenza alla normativa europea approvata.

 

29) Con riferimento all’obiettivo 39 “Prevenire e combattere forme specifiche di violenza di genere, si rileva che la Commissione europea lancerà nel 4° trimestre 2021 una strategia specifica di carattere legislativo. Nel valutare positivamente le azioni messe in campo dalla Regione Emilia-Romagna attraverso la L.R. 6/2014 “Legge quadro per la parità e contro le discriminazioni di genere”, si evidenzia che di fronte all’acuirsi del rischio di violenza nei contesti domestici, dovuto all’impossibilità di uscire nel rispetto delle norme di contenimento della diffusione del Covid-19, la Regione si è tempestivamente attivata per dare risposte concrete sostenendo e rafforzando la rete territoriale di prevenzione e assistenza alle donne vittime di violenza e ai loro figli e i servizi esistenti per uscire dalla violenza, nonché finanziando azioni per la promozione dell’autonomia abitativa delle vittime di violenza per accompagnarle nel loro percorso indipendenza (DGR 1764/2020) e, parallelamente, sostenendo i Centri pubblici per uomini autori di violenza. Parimenti si ritiene fondamentale perseguire azioni di prevenzione e contrasto alla violenza di genere in linea con l’attuazione della Convenzione dell’Organizzazione internazionale del lavoro (OIL) n. 190 sull’eliminazione della violenza e molestie nel mondo del lavoro. Si inserisce in questo contesto la collaborazione integrata e funzionale di vigilanza e rilevazione delle discriminazioni sul lavoro affidata alla Consigliera di parità regionale. Si evidenzia inoltre che è stato avviato il percorso di attuazione della L.R. 15/2019 “Legge regionale contro le discriminazioni e le violenze determinate dall’orientamento sessuale o dall’identità di genere” coinvolgendo gli stakeholder impegnati sul territorio regionale e si ricorda che dal 2008 è attivo sul territorio il Centro regionale contro le discriminazioni che, con i suoi 155 punti di accesso su tutto il territorio, svolge un’importante azione di prevenzione, supporto e monitoraggio contrastando tutti i fattori di discriminazione indicati nell’art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e non solo quelli relativi alla discriminazione razziale.

Si chiede alla Giunta di continuare ad attuare pienamente la L.R. 6/2014 e la L.R. 15/2019 e sostenere gli interventi che vengono promossi sul territorio per diffondere una cultura dell'integrazione e della non discriminazione e per contrastare i fenomeni di violenza determinati dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere. Inoltre, alla luce del quadro esposto, si chiede alla Giunta e all’Assemblea, ognuno per le proprie competenze, di monitorare lo sviluppo di questa iniziativa al fine di valutare l’opportunità di formulare osservazioni nel seguito della Sessione europea.

 

30) In merito alle politiche antidiscriminatorie (obiettivi 37 e 40), si sottolinea l’impegno della Commissione europea volto a rafforzare la propria azione nella lotta contro il razzismo, la xenofobia e altre forme di intolleranza. A tale proposito si richiama il Piano d'azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025 dal titolo Un’Unione dell’uguaglianza approvato il 18/09/2020. Si tratta di una delle azioni previste nel Piano d’azione sul Pilastro europeo dei diritti sociali, in cui la Commissione definisce le misure che intraprenderà nei prossimi 5 anni adottando un approccio intersezionale al fine di contrastare qualsiasi forma di discriminazione e disuguaglianza che la crisi sanitaria causata dal Covid-19 ha fatto emergere o acuito. Le azioni previste saranno dirette sia a verificare l’efficacia della normativa esistente, sia a colmare carenze negli ambiti in cui le discriminazioni hanno maggiori effetti quali, ad esempio, l’istruzione, il lavoro, le politiche socio-sanitarie. La Commissione europea prevede inoltre interventi per contrastare le discriminazioni nell'accesso al lavoro e all'istruzione e nelle politiche socio-assistenziali attraverso iniziative specifiche e le possibilità offerte da Next Generation EU e dai fondi europei, in particolare, il Fondo sociale europeo Plus (FSE+) e il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e altri strumenti di finanziamento per l'integrazione delle comunità emarginate. In tal senso la Commissione europea invita gli Stati membri, cui è affidata l'attuazione della maggior parte del bilancio dell'UE, che sono pertanto determinanti nella definizione di politiche e azioni a sostegno delle vittime di razzismo e discriminazione, a utilizzare al meglio i fondi disponibili per queste azioni nell'ambito del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e di Next Generation EU.

 

31) Con particolare riferimento all’obiettivo 37 “Strategia dell’UE di lotta contro l’antisemitismo”, si segnala che gli episodi di violenza contro gli ebrei sono diventati negli ultimi anni sempre più numerosi, tanto da indurre la Commissione europea a prevedere il lancio nel 4° trimestre del 2021 di una specifica strategia con cui ribadire la trasversalità della lotta contro l'antisemitismo a tutti i livelli di governo. Si segnala inoltre che l’8 gennaio 2021 la Commissione europea e l'Alleanza internazionale per la memoria dell'Olocausto hanno pubblicato un manuale per l'uso pratico della seguente definizione operativa di antisemitismo: “L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto”, adottata nel 2016 dall’Assemblea plenaria dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto, già recepita da 18 Paesi europei tra cui anche l’Italia, che, pur non essendo giuridicamente vincolante, è uno strumento ampiamente utilizzato per identificare gli indicatori di pregiudizio e per informare sull'antisemitismo, affinché ne vengano riconosciute e contrastate le manifestazioni. Si segnala altresì che l’Assemblea legislativa ha recentemente approvato la legge regionale 16 aprile 2021, n. 3 “Interventi nei settori della cultura e della memoria del novecento. Partecipazione alla Fondazione Museo nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. Modifiche alla legge regionale 3 marzo 2016 n. 3 e alla legge regionale 16 marzo 2018 n. 2”, in adesione ai princìpi costituzionali e ai valori fondativi dell'Unione europea, in attuazione della propria carta statutaria e in armonia con le leggi statali.

 

32) Con particolare riferimento all’obiettivo 40 Lotta ai reati generati dall’odio e all’incitamento all’odio, si evidenzia che in coerenza con quanto previsto nel Piano d'azione dell'UE contro il razzismo 2020-2025, nel 4° trimestre 2021 la Commissione europea lancerà anche un’iniziativa di carattere legislativo volta ad ampliare l’elenco dei reati dell’UE per includervi tutte le forme di reati generati dall’odio e di incitamento all’odio, allo scopo di evitare pratiche di profilazione discriminatorie, nella consapevolezza che un più  accurato monitoraggio contribuirà a rafforzare la lotta contro i pregiudizi e dare vita a società più inclusive. Indagini sulla vittimizzazione, quali quelle svolte dall’Agenzia europea per i diritti fondamentali (FRA) continuano infatti ad evidenziare come i reati generati dall’odio e le vessazioni nei confronti di alcune specifiche categorie, tra cui migranti, LGBTI e minoranze etniche, siano un fenomeno persistente in tutta l’UE che però non emerge nella sua gravità dalle statistiche ufficiali. Questa lacuna oltre a rendere più fragile il sistema sociale, non garantisce un trattamento equo ed adeguato delle vittime. Su questi temi, si valuta positivamente la partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla costituzione della Fondazione Scuola di pace di Montesole (L.R. 35/2001), che promuove iniziative che educano alla pace e al rispetto dei diritti umani per una società senza xenofobia, razzismo ed ogni altra violenza verso la persona umana. A questo proposito si segnala il sostegno riconosciuto a enti locali e associazionismo territoriale attraverso la L.R. 12/2002, art. 8, per la promozione di iniziative di educazione allo sviluppo, culturali, di ricerca e di sensibilizzazione ai principi della pace e dell'interculturalità rivolte alla comunità regionale. Si invita la Giunta a monitorare a livello europeo l’avanzamento delle iniziative contro la discriminazione per darne attuazione nel contesto delle varie politiche regionali.

 

33) Con riferimento all’Obiettivo 42 Pacchetto sulla trasparenza e la democrazia, si evidenzia che la Commissione tra il 3° e il 4° trimestre lancerà una serie di iniziative con l’obiettivo di migliorare la resilienza delle democrazie europee, combattere le minacce di ingerenze esterne nelle elezioni europee e la disinformazione e, infine, sostenere mezzi di comunicazione liberi e indipendenti. Si rileva che, a seguito di una consultazione pubblica svolta tra luglio e settembre 2020, il 3 dicembre la Commissione europea ha pubblicato il Piano d'azione per la democrazia europea in cui riconosce che le misure emergenziali adottate per contrastare la pandemia da Covid-19 hanno condizionato il processo politico e hanno acuito le minacce che le nostre democrazie già prima della crisi sanitaria dovevano affrontare: estremismo, polarizzazione, diffusione di informazioni false per manipolare l’opinione pubblica. Si evidenzia che il Piano, nel pieno rispetto delle competenze nazionali, definisce un quadro rafforzato delle politiche europee e misure specifiche al fine di: promuovere elezioni libere e regolari con una forte partecipazione democratica; sostenere mezzi di informazione liberi e indipendenti; contrastare la disinformazione. A questo proposito si segnala che con la Legge 22 aprile 2021, n. 53 “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2019-2020” tra le altre è stata recepita nell’ordinamento italiano anche la direttiva (UE) 2018/1808 sui servizi di mediaudiovisivi. Si evidenzia infine che la Commissione europea riesaminerà l'attuazione del piano d'azione nel 2023, un anno prima delle elezioni del Parlamento europeo, e rifletterà sull'eventualità di adottare ulteriori misure. Si invitano Giunta e Assemblea, nell’ambito delle rispettive competenze, a seguire l’evoluzione delle iniziative collegate a questo pacchetto con l’impegno di attuare quanto verrà approvato nel contesto dell’ordinamento regionale.

 

34) Con riferimento all’Obiettivo n. 43 Visione a lungo termine per le zone rurali, si evidenzia che la Commissione europea elaborerà nel secondo trimestre 2021 una visione a lungo termine per le zone rurali per aiutarle ad affrontare le questioni complesse, come il cambiamento demografico, la connettività, il rischio di povertà e il limitato accesso ai servizi, affinché possano sfruttare appieno le loro potenzialità. Sul tema si rileva che il Patto per il lavoro e per il clima richiama la necessità di ricucire le diseguaglianze territoriali, soprattutto della montagna e delle aree più periferiche, che minacciano la coesione anche del nostro territorio. Si conviene sulla necessità di contrastare la tendenza ad un sempre maggiore divaricamento tra aree urbane e aree rurali, interne e montane, tra centri e periferie delle città, garantendo ovunque opportunità e servizi di prossimità al fine di garantire alle PMI insediate in tali aree il diritto alla connettività che è funzionale ad attivare nuovi processi di sviluppo. Alla luce di queste considerazioni si invitano la Giunta e l’Assemblea a monitorare lo sviluppo di questa iniziativa anche in vista della formulazione di eventuali osservazioni.

 

35) Con riferimento all’iniziativa n. 44 Strategia dell’Unione europea sulla disabilità 2021-2030, si concorda pienamente con i tre obiettivi principali a cui tendono le azioni previste: 1) garantire alle persone con disabilità il pieno godimento di tutti i diritti degli altri cittadini UE; 2) mettere le persone con disabilità nelle condizioni di vivere in modo indipendente e inclusivo rispetto alla comunità; 3) proteggere le persone con disabilità da qualsiasi forma di discriminazione e violenza e garantire loro l'accesso alla giustizia, all'istruzione, alla cultura, allo sport e al turismo, all'occupazione e a tutti i servizi sanitari. A questo proposito, considerato che la pandemia di COVID-19 ha amplificato gli ostacoli e le disuguaglianze, si evidenzia la necessità di rafforzare l’impegno per garantire parità di trattamento alle persone con disabilità e si invitano la Giunta e l’Assemblea, nell’ambito delle rispettive competenze, a seguire l’evoluzione di questa iniziativa con l’impegno di dare attuazione nel contesto delle diverse politiche regionali alle azioni previste. In particolare, si pone l’accento sull’importanza di prendere in considerazione non solo i bisogni ma anche i desideri delle persone più fragili e con disabilità al fine di promuovere la loro vita autonoma attraverso politiche e azioni non esclusivamente legate ai loro bisogni, ma con una visione complessiva e trasversale per l’affermazione della loro piena personalità.

 

36) Con riferimento al tema più generale della partecipazione, si ricorda che a livello europeo, il concetto di democrazia partecipativa trova il suo principale fondamento nel testo Trattato di Lisbona, in particolare, l'art. 10, par. 3, del TUE sancisce il diritto per ogni cittadino di partecipare alla vita democratica dell'Unione e l’art. 11 specifica le modalità con cui il principio della democrazia partecipativa si concretizza offrendo ben quattro strumenti di partecipazione transnazionale: informazione, consultazione, dialogo e definizione dell'agenda. A questo proposito si evidenzia il sostegno riconosciuto dalla Regione a Enti locali ed associazionismo territoriale attraverso la L.R. 16/2008, art. 21ter, a favore di iniziative da loro promosse per facilitare la conoscenza ed una partecipazione più consapevole alle attività dell'Unione europea. Si ricorda inoltre la Conferenza sul futuro dell'Europa, il cui avvio era stato annunciato dalla presidente Von der Leyen per il 9 maggio 2020 ma che, a causa del Covid-19, è stato rimandato di un anno. Si tratta di un'iniziativa comune del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione europea che agiscono in qualità di partner paritari insieme agli Stati membri dell'Unione europea per dare vita ad un vero e proprio processo "dal basso verso l'alto", ad un esercizio paneuropeo di democrazia partecipativa e deliberativa che mira a consentire ai cittadini di tutta l'UE di avanzare proposte con cui dare forma alle future politiche dell'UE. Ciò avverrà attraverso molteplici eventi e dibattiti organizzati in tutti gli Stati membri, nonché attraverso una piattaforma digitale multilingue interattiva.

Gli eventi si terranno su tutto il territorio dell’Unione e non solo nelle grandi città, e saranno organizzati in partenariato con la società civile, con i parlamenti nazionali e regionali, il Comitato delle regioni, il Comitato economico e sociale, le parti sociali e il mondo accademico. A livello europeo, le istituzioni si impegnano a organizzare panel di cittadini che dovrebbero essere rappresentativi in termini di origine geografica, genere, età, contesto socioeconomico e/o livello di istruzione dei partecipanti. Si evidenzia che le istituzioni europee prevedono eventi specifici dedicati ai giovani, in quanto la loro partecipazione è essenziale per garantire un impatto duraturo della conferenza. Si evidenzia altresì che i contributi di tutti gli eventi saranno raccolti, analizzati, monitorati e pubblicati su una piattaforma digitale multilingue, dove i cittadini potranno condividere le loro idee e inviare contributi online. Un meccanismo di feedback garantirà che le idee formulate durante gli eventi si traducano in raccomandazioni concrete per le future azioni dell'UE. Sulla base dell'agenda strategica del Consiglio europeo, degli orientamenti politici 2019-2024 della Commissione europea e in considerazione delle sfide poste dalla pandemia di COVID-19, i temi su cui verteranno i confronti nel corso della Conferenza saranno: la costruzione di un continente sano, la lotta contro i cambiamenti climatici e le sfide ambientali, un'economia al servizio delle persone, l'equità sociale, l'uguaglianza e la solidarietà intergenerazionale, la trasformazione digitale dell'Europa, i diritti e valori europei tra cui lo Stato di diritto, le sfide migratorie, la sicurezza, il ruolo dell'UE nel mondo, le fondamenta democratiche dell'Unione e il rafforzamento dei processi democratici che governano l'Unione europea. Le discussioni potranno riguardare anche questioni trasversali connesse alla capacità dell'UE di realizzare le priorità politiche, tra cui legiferare meglio, l'applicazione dei principi di sussidiarietà e proporzionalità, l'attuazione e applicazione dell'acquis e la trasparenza e, comunque, i cittadini potranno avanzare ulteriori temi e questioni di loro interesse. Si evidenzia che l’Assemblea legislativa avrà un ruolo molto importante poiché il Centro Europe Direct dell’Emilia-Romagna, che ha sede presso l’Assemblea legislativa, è stato nominato hub della Conferenza, insieme ad altri centri europei, e sarà chiamato dalla Direzione generale comunicazione della commissione europea a coordinare in Emilia-Romagna le attività relative a questo importante appuntamento.

 

37) Con particolare riferimento alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione delle politiche e delle norme dell’Unione europea sulla base degli indirizzi espressi nella Risoluzione dell’Assemblea legislativa oggetto 1817/2020 “Sessione Europea 2020. Indirizzi relativi alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla fase ascendente e discendente del diritto dell’Unione Europea", approvata nella seduta antimeridiana del 28 ottobre 2020 (seguito Sessione europea 2020), si invitano la Giunta e l’Assemblea a monitorare gli sviluppi delle seguenti iniziative:

a) Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, Piano europeo di lotta contro il cancro - COM(2021) 44 final del 3 febbraio 2021, sulla quale sulla Regione Emilia-Romagna si è espressa con la risoluzione approvata dalla I Commissione Bilancio Affari generali ed istituzionali ogg. n. 2999 approvata nella seduta del 22 marzo 2021 “Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio, Piano europeo di lotta contro il cancro - COM(2021) 44 final del 3 febbraio 2021. Osservazioni della Regione Emilia-Romagna ai sensi dell’articolo 24, comma 3, della legge n. 234 del 2012.”. Si evidenzia che la risoluzione è stata formulata sulla base del parere reso dalla IV Commissione Politiche per la salute e Politiche sociali nella seduta del 16 marzo, a cui ha partecipato anche l'on. Alessandra Moretti componente della Special Committee on Beating Cancer del Parlamento europeo;

 

b) Libro verde sull’invecchiamento demografico: promuovere la responsabilità e la solidarietà fra le generazioni – COM(2021)50. Su questo punto si  evidenzia che la IV Commissione assembleare, nell’ambito dei lavori per la Sessione europea 2021, ha partecipato alla consultazione collegata al Libro verde sull’invecchiamento dando mandato alla presidente dell’Assemblea legislativa di pubblicare nella piattaforma “have your say” entro il 21 aprile, termine di chiusura della consultazione, le seguenti considerazioni (nota protocollo AL/2021/0010088 del 20/04/2021): “La IV Commissione Politiche per la salute e politiche sociali dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ritiene che l’iniziativa adottata dalla Commissione sia di grande rilevanza, anche in relazione alle competenze riconosciute alle Regioni in materia di politiche sanitarie e sociali nell’ordinamento italiano. A questo proposito si segnala che per la Regione Emilia-Romagna il punto di riferimento delle politiche di invecchiamento sano e attivo è il Piano di Azione Regionale per la popolazione anziana (PAR), approvato con la DGR n. 2299/2004, la cui visione risulta assolutamente in linea con il Libro Verde sull’invecchiamento. L’obiettivo del PAR è promuovere e sostenere politiche integrate a favore della popolazione anziana, al fine di riconoscere il ruolo attivo degli anziani e favorire un atteggiamento positivo verso l’invecchiamento. A questo scopo è stato istituito un Tavolo di confronto politico inter-assessorile e nel tempo sono stati stipulati protocolli di intesa e un accordo per il recepimento, l’aggiornamento e l’attuazione del PAR con vari portatori di interesse (ad es. sindacati pensionati, CUPLA, ANCI, Forum del Terzo settore), nell’ottica di favorire la condivisione degli obiettivi del PAR e la loro attuazione. Si segnala inoltre la legge regionale n. 19 del 2018 “Promozione della salute, del benessere della persona e della comunità e prevenzione primaria” con la quale la Regione Emilia-Romagna si pone l’obiettivo di promuovere la salute delle persone e della comunità attraverso una programmazione unitaria e il coordinamento delle politiche con un approccio multisettoriale, trasversale e integrato. In questo quadro la legge sostiene l’invecchiamento sano e attivo, anche in linea con il Piano regionale della prevenzione (PRP), ad esempio per la promozione dell’attività fisica). Sempre nell’ottica della promozione dell’invecchiamento attivo, si ricorda che la Regione ha un’ampia e consolidata tradizione di collaborazione a livello europeo e internazionale. Ad esempio, l’Emilia-Romagna è stata riconosciuta come reference site del Partenariato europeo per l’innovazione sull’invecchiamento sano e attivo (EIP-AHA) per tre volte (2013, 2016 e 2019).”

 

38) Con riferimento al metodo di lavoro della Regione Emilia-Romagna in merito alla partecipazione al processo decisionale dell’Unione europea, si ricorda che, ai sensi dell’art. 3 ter (Partecipazione) della legge regionale 16/2008, al fine di garantire la partecipazione degli enti locali, dei portatori di interesse e dei cittadini del territorio emiliano-romagnolo alle proprie attività di partecipazione alla formazione e attuazione delle politiche e del diritto dell'Unione europea, la Commissione assembleare competente in materia di rapporti con l'Unione europea, a seguito della presentazione del programma di lavoro da parte della Commissione europea, convoca in udienza conoscitiva i soggetti interessati i cui contributi sono tenuti in conto nell'ambito dei lavori relativi alla sessione europea annuale dell'Assemblea legislativa. A questo proposito si evidenzia che la I Commissione, ha invitato i portatori di interesse del territorio ad esprimersi sul programma di lavoro annuale della Commissione europea nell’udienza conoscitiva del 3 marzo 2021; si sottolinea inoltre che grazie alla consueta collaborazione tra l’Assemblea legislativa e l’Ufficio di informazione del Parlamento europeo a Milano, anche quest’anno hanno contribuito ai lavori della I Commissione i parlamentari europei On. Rosanna Conte e On. Paolo Borchia (Identità e democrazia) e l’on. Elisabetta Gualmini (Partito del Socialismo europeo).

 

39) Si ricorda altresì che, ai sensi dello stesso art. 3 ter, “la Giunta e l’Assemblea legislativa promuovono, anche mediante strumenti informatici, consultazioni sulle singole iniziative e proposte di atti legislativi dell'Unione europea, in particolare su quelle segnalate in esito ai lavori della sessione europea dell'Assemblea legislativa”, avvalendosi anche della Rete europea regionale. Si evidenzia che attualmente la Rete è composta dai soggetti firmatari del Patto per il lavoro e per il clima e dalle Unioni dei Comuni dell’Emilia-Romagna ed è stata convocata per la prima volta il 15 febbraio 2021. In occasione dell’incontro, che si è svolto on line, Antonio Parenti, Capo della Rappresentanza in Italia della Commissione europea, ha illustrato ai partecipanti il programma di lavoro 2021 della Commissione europea. Tramite le consultazioni i componenti della Rete potranno partecipare attivamente alla fase ascendente del processo di formazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea. Con le loro osservazioni, infatti, contribuiranno alla definizione della posizione della Regione Emilia-Romagna su iniziative e atti europei di interesse regionale. Inoltre, al fine di garantire la più ampia partecipazione alle attività di formazione e attuazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea, durante l’anno la Rete verrà informata delle ulteriori opportunità di confronto quali: l’Udienza conoscitiva che precede l’avvio dei lavori di analisi politica del programma di lavoro della Commissione europea nelle Commissioni assembleari; l’udienza conoscitiva sulla progetto di legge europea regionale e la partecipazione della Regione Emilia-Romagna alle consultazioni promosse a livello nazionale ed europeo.

 

40) Con riferimento all’attivazione delle consultazioni sulle singole iniziative e proposte di atti legislativi dell'Unione europea da segnalare ai sensi dell’art. 3 ter, alla luce del dibattito svolto, valutato il possibile impatto generale delle proposte e considerate le tempistiche di adozione annunciate dalla Commissione europea, si ritengono particolarmente rilevanti le seguenti iniziative:

 

1) Legge sui dati (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 114 TFUE, 3° trimestre 2021) - Obiettivo n.6 Pacchetto "Dati”

 

2) Proposta per prevenire e combattere forme specifiche di violenza di genere (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 82, paragrafo 2, articoli 83 e 84 TFUE, 4° trimestre 2021) Obiettivo n. 39 “Prevenire e combattere forme specifiche di violenza di genere”

 

Si chiede pertanto all’Assemblea e alla Giunta di monitorare le iniziative segnalate e di valutare, al momento della effettiva presentazione degli atti, l’opportunità di attivare le consultazioni informatiche, coinvolgendo la Rete europea regionale, per la piena attuazione dell’art. 3 ter della L.R. 16/2008.

 

41) Considerato il quadro sopradescritto, si invitano la Giunta e l’Assemblea legislativa a continuare ad impegnarsi per:

 

a) ampliare la partecipazione della società civile, dei cittadini e delle imprese del territorio, sia durante i lavori della Sessione europea sia, successivamente, in occasione della partecipazione regionale alla fase ascendente sulle singole iniziative dell’UE, ricorrendo agli strumenti per la partecipazione previsti dall’art. 3 ter della legge regionale 16 del 2008, dal Titolo V del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa e dalla legge regionale n. legge regionale 9 febbraio 2010, n. 3 (Norme per la definizione, riordino e promozione delle procedure di consultazione e partecipazione alla elaborazione delle politiche regionali e locali), verificando a tal fine la possibilità di avvalersi per le consultazioni informatiche del 2021 degli strumenti a disposizione nell’ambito del progetto regionale di e-democracy della Regione Emilia-Romagna “ioPartecipo+”;

 

b) rafforzare le relazioni istituzionali con il Parlamento nazionale finalizzate a realizzare un’attività di programmazione che consenta di organizzare in tempo utile e coordinato i lavori parlamentari e delle Assemblee regionali, per la redazione dei pareri espressi nell’ambito della verifica del rispetto del principio di sussidiarietà e proporzionalità delle proposte di atti legislativi europei e del dialogo politico con le Istituzioni europee;

 

c) rafforzare le relazioni con il Parlamento europeo, attraverso il costante “dialogo strutturato” con i parlamentari europei, in particolare gli eletti sul territorio emiliano-romagnolo, a partire dalla condivisione degli esiti della Sessione europea 2021 e nella prospettiva di porre le basi per una collaborazione più diretta e costante con il Parlamento europeo, divenuto a seguito del rafforzamento delle sue prerogative di intervento nei processi decisionali, un interlocutore fondamentale per i territori;

 

d) rafforzare nell’ambito delle proprie competenze le relazioni con i diversi soggetti istituzionali coinvolti, a livello nazionale ed europeo, nei processi di formazione e attuazione delle politiche e del diritto europeo; si ricorda a questo proposito che la Regione Emilia-Romagna partecipa alla Rete pilota di hub regionali avviata dal Comitato europeo delle regioni in attuazione della Raccomandazione n. 8 della Task force per la sussidiarietà e la proporzionalità per "Fare meno in modo più efficiente”.

 

42) Con riferimento all’accesso alle informazioni sulle attività di partecipazione alla formazione e attuazione delle politiche e del diritto dell’Unione europea della Regione, si ricorda inoltre la sezione del sito dell’Assemblea legislativa “L’Assemblea in Europa”, che ha l’obiettivo di facilitare lo scambio di informazioni e il coordinamento delle attività dell’Assemblea legislativa e della Giunta e garantire una maggiore interazione della Regione con i diversi livelli istituzionali coinvolti a livello nazionale ed europeo, informando, al contempo, in modo trasparente tutti i soggetti interessati del territorio (enti locali, imprese, associazioni di categoria, cittadini) sulle attività svolte per consentire, una partecipazione sempre più ampia e efficace alla formazione e attuazione delle politiche e delle normative europee. A tale proposito si invita l’Assemblea a rafforzare ulteriormente questo strumento anche in considerazione dell’obiettivo di attivare nel 2021 le consultazioni dei portatori di interesse previste dall’art. 3 ter della legge regionale 16/2008 sopra citate.

 

43) Con riferimento alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna alla formazione del diritto dell’Unione europea (cd. fase ascendente), alla luce delle considerazioni sul dibattito politico e sul il metodo di lavoro per la partecipazione al processo decisionale dell’Unione europea sopra esposte, si rileva l’interesse prioritario della Regione Emilia-Romagna per gli atti e le iniziative preannunciate dalla Commissione europea nel Programma di lavoro per il 2021 di seguito elencate:

 

Allegato I: “Nuove iniziative”

 

Obiettivo n. 1 “Pacchetto pronti per il 55%”

a) Revisione del sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (ETS), compresi i settori marittimo, aereo e il regime CORSIA e una proposta relativa al sistema ETS come risorsa propria (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, 2° trimestre 2021)

d) Modifica della direttiva sulle energie rinnovabili volta ad attuare l'ambizioso nuovo obiettivo climatico per il 2030 (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 194 TFUE, 2° trimestre 2021)

e) Modifica della direttiva sull'efficienza energetica volta ad attuare l'ambizioso nuovo obiettivo climatico per il 2030 (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 194 TFUE, 2° trimestre 2021)

f) Revisione del regolamento relativo all'inclusione delle emissioni e degli assorbimenti di gas a effetto serra risultanti dall'uso del suolo, dal cambiamento di uso del suolo e dalla silvicoltura (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 192, paragrafo 1, TFUE, 2° trimestre 2021)

g) Riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articoli 192 e 194 TFUE, 2° trimestre 2021)

i) Revisione della direttiva sulla realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 91 TFUE, 2° trimestre 2021)

k) Revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 194, TFUE, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 2 “Pacchetto sull'economia circolare”

a) Iniziativa per la politica in materia di prodotti sostenibili, compresa una revisione della direttiva sulla progettazione ecocompatibile (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 114 TFUE, 4° trimestre 2021)

b) Elettronica circolare (carattere non legislativo, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 3 “Pacchetto su biodiversità e ambiente privo di sostanze tossiche”

a) Piano d'azione per lo sviluppo della produzione biologica: verso il 2030 (carattere non legislativo, 1° trimestre 2021)

b) Ridurre al minimo il rischio di deforestazione e il degrado forestale associato ai prodotti immessi sul mercato dell'UE (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, 2° trimestre 2021)

c) Piano d'azione per l'inquinamento zero di aria, acqua e suolo (carattere non legislativo, 2° trimestre 2021)

d) Nuovo quadro giuridico per il ripristino di ecosistemi sani (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 192 TFUE, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 4 “Mobilità sostenibile e intelligente”

a) Revisione della direttiva sui sistemi di trasporto intelligenti compresa un'iniziativa per biglietti multimodali (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 91 TFUE, 3° trimestre 2021)

b) Revisione del regolamento sulla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T) (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 172 TFUE, 3° trimestre 2021)

c) Iniziativa sui corridoi ferroviari dell'UE 2021, comprese la revisione del regolamento sui corridoi merci ferroviari e le azioni volte a promuovere il trasporto ferroviario di passeggeri (carattere non legislativo e legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 91 TFUE, 3° trimestre 2021)

d) Elaborazione di norme post Euro 6/VI per le emissioni di autovetture, furgoni, autocarri e autobus (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 114 TFUE, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 5 “Il decennio digitale europeo”

Il decennio digitale europeo: obiettivi digitali per il 2030 (carattere non legislativo, 1° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 6 “Pacchetto "Dati"

a) Legge sui dati (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 114 TFUE, 3° trimestre 2021)

b) Revisione della direttiva sulle banche dati (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 114 TFUE, 3° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 9 “Lavoratori delle piattaforme digitali”

Miglioramento delle condizioni di lavoro dei lavoratori delle piattaforme digitali (carattere legislativo, 1°/4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 10 “Strategia industriale per l'Europa”

Aggiornamento della nuova strategia industriale per l'Europa (carattere non legislativo, 2° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 15 “Governance societaria sostenibile”

Governance societaria sostenibile (carattere legislativo, con una valutazione d’impatto, articoli 50 e se del caso, 114 TFUE, 2 ° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 18 “Pacchetto economia equa”

a) Piano d'azione sul pilastro europeo dei diritti sociali (carattere non legislativo, 1° trimestre 2021)

b) Raccomandazione per una garanzia europea per l'infanzia (carattere non legislativo, 1° trimestre 2021)

c) Comunicazione su un nuovo quadro per una strategia in materia di salute e sicurezza sul lavoro (carattere non legislativo, 2° trimestre 2021)

d) Piano d'azione per il settore dell'economia sociale (carattere non legislativo, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 26 “Vicinato meridionale”

Comunicazione congiunta su un rinnovato partenariato con il vicinato meridionale (carattere non legislativo, 1° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 28 “Ricerca, innovazione, istruzione e gioventù”

Comunicazione sull'approccio globale in materia di ricerca, innovazione, istruzione e gioventù (carattere non legislativo, 2° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 31 “Ricerca e sviluppo europei in campo biomedico”

Proposta per istituire una nuova Agenzia europea per la ricerca e lo sviluppo in campo biomedico (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 32 “Spazio europeo dei dati sanitari”

Spazio europeo dei dati sanitari (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articoli 114 e 168 TFUE, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 36 “Seguito dato allo spazio europeo dell’istruzione e all’aggiornamento dell’agenda per le competenze”

a) Approccio europeo alle microcredenziali (carattere non legislativo, 4° trimestre 2021)

b) Conti individuali di apprendimento (carattere legislativo e non legislativo, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 37 “Strategia dell’UE di lotta contro l’antisemitismo”

Comunicazione sulla strategia dell'UE di lotta contro l'antisemitismo (carattere non legislativo, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 38 “Diritti dei minori”

Strategia dell'UE sui diritti dei minori (carattere non legislativo, 1° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 39 “Prevenire e combattere forme specifiche di violenza di genere”

Proposta per prevenire e combattere forme specifiche di violenza di genere (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 82, paragrafo 2, articoli 83 e 84 TFUE, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 40 “Lotta ai reati generati dall’odio e all’incitamento all’odio”

Iniziativa volta ad ampliare l'elenco dei reati dell'UE per includervi tutte le forme di reati generati dall'odio e di incitamento all'odio (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 83 TFUE, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 42 “Pacchetto sulla trasparenza e la democrazia”

a) Revisione dello statuto e del finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 224 TFUE, 3° trimestre 2021)

b) Maggiore trasparenza nel settore della pubblicità politica a pagamento (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articoli 114 e 224 TFUE, 3° trimestre 2021)

c) Revisione della direttiva del Consiglio relativa alle modalità di esercizio del diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo per i cittadini dell'Unione che risiedono in uno Stato membro di cui non sono cittadini (carattere legislativo, con una valutazione d'impatto, articolo 22 TFUE, 4° trimestre 2021)

d)  Iniziativa contro l'abuso del contenzioso nei confronti di giornalisti e difensori dei diritti (carattere legislativo o non legislativo, 4° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 43 “Visione a lungo termine per le zone rurali”

Comunicazione sulla visione a lungo termine per le zone rurali (carattere non legislativo, 2° trimestre 2021)

 

Obiettivo n. 44 “Strategia dell’UE sulla disabilità”

Strategia dell'UE sui diritti delle persone con disabilità (carattere non legislativo, 1° trimestre 2021)

 

 

Allegato II: iniziative REFIT

 

1. Revisione delle indicazioni geografiche (Adozione prevista: 4° trimestre 2021; carattere legislativo; base giuridica: articoli 43 e 118 TFUE. È prevista una valutazione d’impatto).

 

3. Revisione del regolamento (CE) n. 1013/2006 relativo alle spedizioni di rifiuti (Data di adozione prevista: 2° trimestre 2021; carattere legislativo; base giuridica: articolo 192 TFUE. È prevista una valutazione d'impatto)

 

4. Revisione - Aggiornamento dei valori limite di concentrazione degli inquinanti organici persistenti nei rifiuti - Modifica degli allegati IV e V del regolamento relativo agli inquinanti organici persistenti nei rifiuti (Data di adozione prevista: 2° trimestre 2021; carattere legislativo; base giuridica: articolo 192 TFUE. È prevista una valutazione d'impatto)

 

5. Revisione della direttiva 94/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio al fine di rafforzare i requisiti essenziali per l'immissione degli imballaggi sul mercato dell'UE (Data di adozione prevista: 4° trimestre 2021; carattere legislativo; base giuridica: articolo 114 TFUE. È prevista una valutazione d'impatto)

 

6. Revisione della direttiva 2010/75/UE relativa alle emissioni industriali (Data di adozione prevista: 4° trimestre 2021; carattere legislativo; base giuridica: articolo 192 TFUE. È prevista una valutazione d'impatto)

 

7. Revisione del regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulle statistiche di input e output nell’agricoltura (Data di adozione prevista: 1° trimestre 2021; carattere legislativo; base giuridica: articolo 338, paragrafo 1, TFUE. Non è prevista una valutazione d’impatto)

 

10. Revisione del regolamento (CE) n. 1831/2003 sugli additivi destinati all’alimentazione animale (Data di adozione prevista: 4° trimestre 2021; carattere legislativo; base giuridica: articolo 43 e articolo 168, paragrafo 4, TFUE. È prevista una valutazione d’impatto).

 

11. Valutazione della direttiva 86/278/CEE sui fanghi di depurazione

 

12. Valutazione della direttiva 2007/2/CE che istituisce un'Infrastruttura per l'informazione territoriale nella Comunità europea (INSPIRE).

 

14. Revisione della disciplina in materia di aiuti di Stato a favore dell'ambiente e dell'energia (Data di adozione prevista: 4° trimestre 2021; carattere non legislativo; base giuridica: articoli 107 e 108 TFUE.) È prevista una valutazione d'impatto.

 

25. Valutazione delle norme in materia di aiuti di Stato per i servizi sanitari e sociali di interesse economico generale

 

37. Revisione della legislazione in materia di sangue, tessuti e cellule (Data di adozione prevista: 4° trimestre 2021; carattere legislativo; base giuridica: articolo 168, paragrafo 4, lettera a), TFUE. È prevista una valutazione d'impatto.

 

40. Revisione della direttiva 99/2008/CE sulla tutela penale dell'ambiente (Data di adozione prevista: 4° trimestre 2021; carattere legislativo; base giuridica: articolo 83, paragrafo 2, TFUE. È prevista una valutazione d'impatto.)

 

41. Controllo dell'adeguatezza della legislazione dell'UE in materia di violenza contro le donne e violenza domestica

 

Allegato III: proposte prioritarie in sospeso

 

2. Proposta di DECISIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO relativa a un Anno europeo delle ferrovie (2021)

 

4. Proposta di REGOLAMENTO DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO relativo all'istituzione del cielo unico europeo (rifusione)

 

49. Proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante il miglioramento dell'equilibrio di genere fra gli amministratori senza incarichi esecutivi delle società quotate in Borsa e relative misure

 

50. Proposta di Direttiva del Consiglio recante applicazione del principio di parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla religione o le convinzioni personali, la disabilità, l’età o l’orientamento sessuale

 

44) si impegnano l’Assemblea e la Giunta a valutare, al momento della effettiva presentazione degli atti, l’opportunità di inviare osservazioni al Governo ai sensi della legge n. 234 del 2013, articolo 24, comma 3, per gli aspetti di competenza regionale, anche ai fini della partecipazione al dialogo politico di cui all’art. 9 della medesima legge, oltre all’eventuale esame della sussidiarietà delle proposte legislative da parte dell’Assemblea;

 

45) si impegnano l’Assemblea e la Giunta ad assicurare il massimo raccordo in fase ascendente, informandosi tempestivamente e reciprocamente all’avvio dell’esame degli atti, sia di quelli indicati nella Sessione europea sia degli ulteriori atti eventualmente presi in esame;

 

46) si sottolinea l’importanza di assicurare, da parte della Giunta regionale, l’informazione circa il seguito dato alle iniziative dell’Unione europea sulle quali la Regione ha formulato osservazioni e sulle posizioni assunte a livello europeo e nazionale, in particolare in sede di Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

 

47) Con riferimento alla partecipazione della Regione Emilia-Romagna all’attuazione del diritto dell’Unione europea (cd. fase discendente),

 

a) si richiamano i progetti di legge 2970 -Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Legge europea per il 2021". (Delibera di Giunta n. 352 del 15 03 21) e 2971 -Progetto di legge d’iniziativa Giunta recante: “Disposizioni collegate alla legge europea 2021 – Abrogazioni e modifiche di leggi e disposizioni regionali". (Delibera di Giunta n. 353 del 15 03 21) e si sottolinea con particolare apprezzamento che, ai sensi dell’art. 8 secondo comma della legge regionale 16/2008, la Giunta regionale, anche in attuazione di specifici indirizzi espressi dall’Assemblea legislativa in esito alla Sessione 2020 con la risoluzione 1817/2020, ha presentato il testo della legge europea e il testo contenente le disposizioni ad essa collegate contestualmente allo svolgimento della Sessione europea, favorendo in questo modo una riflessione organica e completa sulle attività della cosiddetta fase discendente.

 

b) Sul più generale tema della semplificazione normativa, si evidenzia che la Regione Emilia-Romagna è impeganta da tempo nell’attuazione delle politiche per la qualità della legislazione e la semplificazione normativa, in coerenza con le indicazioni contenute nelle diverse iniziative della Commissione europea tra le quali si ricordano “Legiferare meglio” del 2002, “Programma di controllo dell'adeguatezza e dell'efficacia della regolamentazione (REFIT): situazione at-tuale e prospettive” del 2014 , "Legiferare meglio per ottenere risultati mi-gliori – Agenda dell’UE" del 2015, l'Accordo interistituzionale "Legiferare meglio" da parte di Parlamento europeo, Consiglio dell'UE e Commissione europea, firmato del 2016, fino alla comunicazione del 2017 “Completare il programma “Legiferare meglio” e la più recente “Legiferare meglio: bilancio e perseveranza nell’impegno” del 2019. In questo contesto europeo, si ricorda che la Regione si è dotata di una norma specifica con la L.R. 18/2011 “Misure per l'attuazione degli obiettivi di semplificazione del sistema amministrativo regionale e locale. Istituzione della sessione di semplificazione”, in attuazione della quale fin dal 2013 vengono realizzati con cadenza annuale interventi di “sfoltimento” normativo che sono anche l’occasione per operare periodiche revisioni delle norme interessate al fine di renderle adeguate agli obiettivi ed efficaci. A questo proposito si evidenzia che, seguendo un preciso ordine cronologico, la legge regionale 10/2015 ha preso in esame le leggi approvate nel decennio che dagli anni Settanta agli Ottanta, il collegato alla legge comunitaria 2016 ha preso in esame le leggi approvate tra il 1981 e il 1990, il collegato alla legge comunitaria 2017 ha preso in esame le leggi approvate tra il 1991 e il 2000; la legge attuativa della sessione europea del 2018 ha preso in esame le leggi approvate nel decennio compreso tra il 2000 e 2010; la legge regionale n. 17/2019 si concentra prevalentemente sulle leggi approvate dal 2011 fino al 2019. Si sottolinea che complessivamente dal 2013 al 2019, la Regione Emilia-Romagna ha abrogato 302 leggi regionali, 10 regolamenti, 146 disposizioni normative. A completare la sequenza, nell’ambito della Sessione euroepa 2021, si richiamano i progetti di legge attualmente all’esame delle Commissioni 2970 e 2971 già sopra ricordati.

 

c) Rispetto al tema della qualità degli atti normativi, si evidenzia che a partire dal 2017 è stato dato avvio allo strumento della programmazione normativa, in attuazione della delibera di Giunta n. 468/2017, al fine di favorire lo svolgimento di adeguate analisi tecnico-normative, tecnico finanziarie e di legittimità. A questo proposito, tra gli strumenti di analisi ex-ante, si ricordano: la scheda tecnico-finanziaria, obbligatoria dal 2014; l’analisi di impatto della regolazione (AIR); l’Analisi di impatto sulle Micro Piccole e Medio imprese (cd. Test MPMI)  la cui adozione obbligatoria è prevista a livello europeo e poi nazionale dal 2011 (art. 6, comma 1, della legge n. 180 del 2011; l’analisi tecnico-normativa (ATN) svolta dal Servizio Affari legislativi sui progetti di legge d’iniziativa della Giunta.

Rispetto alla valutazione dell’efficacia delle leggi e del loro impatto (VIR), si ricorda che essa si concretizza attraverso la predisposizione di relazioni valutative che la Giunta redige e trasmette all’Assemblea legislativa in risposta alle clausole valutative contenute nelle leggi. Nel corso del 2020 le relazioni trasmesse all’Assemblea Legislativa sono state dieci, relative alle seguenti leggi regionali: l.r. n. 22/2014 (Disciplina delle attività di pescaturismo, di ittiturismo e di acquiturismo. Istituzione della Consulta ittica regionale. Modifiche alla legge regionale 21 aprile 1999, n. 3); l.r. n. 17/2016 (Modifiche alla legge regionale 2 set-tembre 1991, n. 24 "Disciplina della raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi nel ter-ritorio regionale e della valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale”) ; l.r. 18/2016 (Testo Unico per la promozione della legalità e per la valorizzazione della cittadinanza e dell'economia responsabili); l.r. 5/2016 (promozione e sostegno delle pro loco) ; l.r. 10/2017 (Interventi per la promozione e lo sviluppo del sistema regionale della ciclabilità); l.r. 5/2013 (Norme per il contrasto, la prevenzione, la riduzione del rischio della dipenden-za dal gioco d'azzardo patologico, nonché delle problematiche e delle patologie correlate); l.r. 26/2009 (Disciplina e interventi per lo sviluppo del commercio equo e solidale in Emi-lia-Romagna) l.r. 3/2017 (Valorizzazione delle manifestazioni storiche); l.r. 13/2012 (Nor-me per la copertura dei rischi derivanti da responsabilità civile negli enti del servizio sani-tario regionale); l.r. n. 20/2014 (Norme in materia di cinema e audiovisivo).

 

d) A questo proposito si richiama l’art. 22, comma 1 della L.R. 16/2008 “clausola valutativa” nel quale si prevede che “L'Assemblea legislativa esercita il controllo sull'attuazione della presente legge e ne valuta i risultati ottenuti. A tal fine, con cadenza triennale, in occasione della discussione del rapporto conoscitivo per la sessione europea, la Giunta presenta alla competente Commissione assembleare una relazione [...]” e si sottolinea che la Sessione europea 2021 è stata anche l’occasione per fare il punto, nella I Commissione referente, sullo stato di attuazione della norma (oggetto assembleare 3290).

 

e) Infine sul tema della better regulation, si segnala che l’adozione della Comunicazione "Legiferare meglio”, annunciata dalla Commissione europea in uscita per la fine del 2020 nel precedente Programma di lavoro, è stata rimandata al 27 aprile 2021. Si evidenzia che la comunicazione si concentrerà sulla riduzione degli oneri sulla base di un approccio “one in, one out” con l’obiettivo di compensare gli oneri introdotti recentemente alleggerendo di oneri equivalenti imprese e persone nello stesso settore. Pertanto anche alla luce delle considerazioni sopra formulate, si invitano Giunta e Assemblea nell’ambito delle rispettive competenze, a monitorare l’iniziativa al fine di aggiornare le politiche regionali sulla semplificazione alle più recenti indicazioni europee.

 

48) Con riferimento ai regolamenti europei definitivamente approvati sui quali si invita la Giunta a monitorare l’adozione di eventuali disposizioni attuative da parte dello Stato e a verificare la necessità di adeguamento dell’ordinamento regionale, si segnala:

 

Legge 22 aprile 2021, n. 53 “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2019-2020” che conferisce al Governo la delega per l’adeguamento dell’ordinamento interno a 16 regolamenti europei tra i quali si segnalano in particolare:

(UE) n. 2016/429 - malattie animali trasmissibili (articolo 14)

(UE) n. 2017/2402 - quadro generale per la cartolarizzazione (articolo 25)

(UE) n. 2017/746 - dispositivi diagnostici in vitro (articolo 15)

(UE) n. 2017/1991 - fondi europei per i venture capital (articolo 16)

(UE) n. 2019/876 - modifica del regolamento sui requisiti prudenziali degli enti creditizi (articolo 10)

(UE) n. 2019/881 - Agenzia dell'Unione europea per la cibersicurezza (articolo 18)

(UE) n. 2019/941 - preparazione ai rischi nel settore dell'energia elettrica (articolo 19)

(UE) n. 2019/943 - mercato interno dell'energia elettrica (articolo 19)

(UE) n. 2019/1238 - prodotto pensionistico individuale europeo (articolo 20)

(UE) n. 2019/2033 - requisiti prudenziali delle imprese di investimento (articolo 27)

(UE) n. 2019/2088 - sostenibilità nel settore dei servizi finanziari (articolo 24)

 

Proposta di Regolamento che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica (Legge europea sul clima), sulla quale il 21 aprile, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto l’accordo politico provvisorio

 

Regolamento (UE, Euratom) 2020/2092 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2020 relativo a un regime generale di condizionalità per la protezione del bilancio dell’Unione

 

Regolamento (UE, Euratom) 2020/2093 del Consiglio 17 dicembre 2020 che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027

 

Regolamento (UE) 2020/2094 del Consiglio del 14 dicembre 2020 che istituisce uno strumento dell’Unione europea per la ripresa, a sostegno alla ripresa dell’economia dopo la crisi COVID-19

 

Regolamento (UE) 2021/241 del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 febbraio 2021 che istituisce il dispositivo per la ripresa e la resilienza

 

Regolamento (UE) 2021/523 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 marzo 2021 che istituisce il programma InvestEU e che modifica il regolamento (UE) 2015/1017

 

Regolamento (UE) 2021/522 del Parlamento europeo e del Consiglio del 24 marzo 2021 che istituisce un programma d’azione dell’Unione in materia di salute per il periodo 2021-2027 («programma UE per la salute») (EU4Health) e che abroga il regolamento (UE) n. 282/2014.

 

49) Con riferimento alle direttive europee già recepite dallo Stato sulle quali si invita la Giunta a verificare gli adempimenti eventualmente necessari per adeguare l’ordinamento regionale (attuazione), ricorrendo laddove possibile allo strumento della legge europea regionale, ai sensi dell’art. 8 della legge regionale n. 16 del 2008, si segnala:

 

Legge 22 aprile 2021, n. 53 “Delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2019-2020” con la quale si recepiscono nell’ordinamento italiano 39 direttive tra le quali si segnalano in particolare le seguenti:

 

direttiva (UE) 2018/1808 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 14 novembre 2018, recante modifica della direttiva 2010/13/UE, relativa al coordinamento di determinate disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri concernenti la fornitura di servizi di media audiovisivi (direttiva sui servizi di media audiovisivi), in considerazione dell'evoluzione delle realtà del mercato;

direttiva (UE) 2018/1972 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell’11 dicembre 2018, che istituisce il codice europeo delle comunicazioni elettroniche (rifusione);

direttiva (UE) 2018/2001 del Parlamento europeo e del Consiglio, dell'11 dicembre 2018, sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili;

direttiva (UE) 2019/520 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 marzo 2019, concernente l'interoperabilità dei sistemi di telepedaggio stradale e intesa ad agevolare lo scambio transfrontaliero di informazioni sul mancato pagamento dei pedaggi stradali nell'Unione;

direttiva (UE) 2019/633 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare;

direttiva (UE) 2019/770 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 maggio 2019, relativa a determinati aspetti dei contratti di fornitura di contenuto digitale e di servizi digitali;

direttiva (UE) 2019/789 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, che stabilisce norme relative all’esercizio del diritto d’autore e dei diritti connessi applicabili a talune trasmissioni online degli organismi di diffusione radiotelevisiva e ritrasmissioni di programmi televisivi e radiofonici e che modifica la direttiva 93/83/CEE del Consiglio

direttiva (UE) 2019/790 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, sul diritto d'autore e sui diritti connessi nel mercato unico digitale e che modifica le direttive 96/9/CE e 2001/29/CE;

direttiva (UE) 2019/882 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, sui requisiti di accessibilità dei prodotti e dei servizi;

direttiva (UE) 2019/883 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 aprile 2019, relativa agli impianti portuali di raccolta per il conferimento dei rifiuti delle navi, che modifica la direttiva 2010/65/UE e abroga la direttiva 2000/59/CE;

direttiva (UE) 2019/904 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente (cosiddetta Direttiva SUP);

direttiva (UE) 2019/944 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 giugno 2019, relativa a norme comuni per il mercato interno dell'energia elettrica e che modifica la direttiva 2012/27/UE;

direttiva (UE) 2019/1024 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, relativa all'apertura dei dati e al riutilizzo dell'informazione del settore pubblico;

direttiva (UE) 2019/1152 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, relativa a condizioni di lavoro trasparenti e prevedibili nell'Unione Europea;

direttiva (UE) 2019/1158 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza e che abroga la direttiva 2010/18/UE del Consiglio;

direttiva (UE) 2019/1159 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, recante modifica della direttiva 2008/106/CE concernente i requisiti minimi di formazione per la gente di mare e che abroga la direttiva 2005/45/CE riguardante il reciproco riconoscimento dei certificati rilasciati dagli Stati membri alla gente di mare;

direttiva (UE) 2019/1161 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 20 giugno 2019, che modifica la direttiva 2009/33/CE relativa alla promozione di veicoli puliti e a basso consumo energetico nel trasporto su strada;

direttiva (UE) 2019/1936 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2019, che modifica la direttiva 2008/96/CE sulla gestione della sicurezza delle infrastrutture stradali;

direttiva (UE) 2019/2235 del Consiglio, del 16 dicembre 2019, recante modifica della direttiva 2006/112/CE relativa al sistema comune d'imposta sul valore aggiunto e della direttiva 2008/118/CE relativa al regime generale delle accise per quanto riguarda gli sforzi di difesa nell'ambito dell'Unione;

direttiva (UE) 2020/262 del Consiglio, del 19 dicembre 2019, che stabilisce il regime generale delle accise (rifusione);

 

50) Con riferimento alle direttive europee che hanno concluso di recente il loro iter di approvazione, si segnalano le seguenti direttive:

 

direttiva (UE) 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2020 concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano, sulla quale si ricorda che la Regione Emilia-Romagna si era espressa con la Risoluzione oggetto n. 6342/2018 approvata dalla I Commissione assembleare “Bilancio Affari generali ed istituzionali” nella seduta del 4 aprile 2018.

 

direttiva (UE) 2020/1828 del Parlamento europeo e del Consiglio del 25 novembre 2020 relativa alle azioni rappresentative a tutela degli interessi collettivi dei consumatori e che abroga la direttiva 2009/22/CE

 

51) Si invita la Giunta a continuare a monitorare l’iter delle proposte di atti legislativi europei sui quali la Regione si è pronunciata in fase ascendente, così da verificare, una volta approvate, le eventuali disposizioni di competenza regionale e garantire il rapido adeguamento dell’ordinamento ricorrendo, laddove possibile, allo strumento della legge europea regionale, previsto dalla legge regionale n. 16 del 2008;

 

52) Si rinnova l’invito alla Giunta regionale ad adoperarsi nelle opportune sedi affinché sia data rapida attuazione al comma 5 dell’articolo 40 della legge n. 234 del 2012, che prevede espressamente che: Il Presidente del Consiglio dei Ministri o il Ministro per gli affari europei ogni sei mesi informa le Camere sullo stato di recepimento delle direttive europee da parte delle regioni e delle province autonome nelle materie di loro competenza, secondo modalità di individuazione di tali direttive da definire con accordo in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano”, così da facilitare l’individuazione delle direttive, o altri atti legislativi europei, che incidono su materie di competenza statale e regionale;

 

53) si evidenzia, infine, che soprattutto con riferimento alle direttive europee più complesse e che intervengono trasversalmente in più settori in cui, sul piano interno, si intrecciano competenze legislative dello stato e delle regioni, una partecipazione sistematica da parte delle regioni alla fase ascendente potrebbe facilitare non solo l’applicazione del citato art. 40, comma 5, della legge 234 del 2012, consentendo di avere con congruo anticipo informazioni utili per la successiva individuazione delle competenze relative alle direttive da recepire, ma anche  la definizione della posizione delle regioni in sede di Conferenza delle regioni e province autonome, anche ai fini dell’eventuale  richiesta dell’intesa di cui all’art. 24, comma 4, della legge 234 del 2012.

 

54) Al fine di favorire la massima circolazione orizzontale e verticale delle informazioni,

 

a) si segnala la sezione del sito internet dell’Assemblea legislativa “L’Assemblea in Europa” che costituisce il punto di raccolta unitario, per i cittadini e gli altri soggetti interessati, delle informazioni e dei risultati sulle attività di partecipazione della Regione ai processi decisionali europei;

 

b) si impegna l’Assemblea legislativa a mantenere un rapporto costante con il Parlamento europeo, il Comitato delle Regioni, il Network Sussidiarietà e la rete REGPEX, e le altre Assemblee legislative regionali, italiane ed europee, anche attraverso la partecipazione alle attività della CALRE, favorendo lo scambio di informazioni sulle rispettive attività, la collaborazione e lo scambio di buone pratiche per intervenire efficacemente nel processo decisionale europeo;

 

c) si ribadisce l’impegno a verificare nelle sedi più opportune il seguito dato alle osservazioni formulate sugli atti e le proposte legislative della Commissione europea e trasmesse con Risoluzione al Governo e al Parlamento nazionale, ai sensi della legge n. 234 del 2012, per contribuire alla definizione della posizione italiana da sostenere nei negoziati presso le Istituzioni europee, considerato che la stessa legge prevede che il Governo riferisca delle osservazioni che riceve dalle Regioni, del seguito dato e delle iniziative assunte nella Relazione consuntiva annuale al Parlamento nazionale;

 

d) si sottolinea l’importanza di dare attuazione, con continuità e nei tempi stabiliti dalla legge, all’articolo 24, comma 2 della legge 234 del 2012 che assicura, nelle materie di competenza delle regioni, l’informazione  qualificata e tempestiva da parte del Governo sui progetti di atti legislativi dell’Unione europea, attraverso l’invio anche ai Consigli regionali e alle Giunte, tramite le rispettive Conferenze, delle relazioni elaborate dall’amministrazione con competenza prevalente per materia e inviate alle Camere dal Dipartimento per le politiche europee entro 20 giorni dalla trasmissione del progetto di atto legislativo, ai sensi dell’ articolo 6, comma 4;

 

e) si impegna l’Assemblea legislativa ad inviare la presente Risoluzione al Senato, alla Camera, al Governo – Dipartimento politiche europee, al Parlamento europeo e ai parlamentari europei della circoscrizione nord-est, al Comitato delle Regioni e ai suoi membri emiliano romagnoli, alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e alla Conferenza delle Assemblee legislative regionali europee (CALRE).

 

 

Approvata a maggioranza dei presenti nella seduta pomeridiana dell’11 maggio 2021

 

 

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